Turismo: l’entroterra ancora lontano

Se i buoni proposti avessero sempre un seguito il nostro entroterra, tra l’altro impreziosito dall’arrivo di sette nuovi Comuni dell’alta Valmarecchia, dovrebbe avere avuto uno dei più grossi boom turistici degli ultimi anni. Invece langue, con lo stesso numero di arrivi e con un calo delle presenze dell’8%, gli stranieri addirittura del 16%, nel 2009,  a fronte di una situazione stazionaria sul versante balneare.

Nell’ottobre 2008 TRE intervistò, ospite di un Convegno a Santarcangelo,  il prof. Jean Pierre Lozato-Giotart, dell’Università Paris IV ed esperto in Pianificazione dello sviluppo turistico, il quale ad una domanda specifica su come valorizzare il nostro entroterra rispose: 

“La prima cosa da fare è mettere a punto la promozione. Per produrre un impatto ci vuole una task force che faccia promozione e marketing. Non è facile, ma se si fa solo una politica di offerta alla cieca, senza cioè scegliere i mercati giusti, non si va troppo lontano.

Oggi i Comuni dell’entroterra sono in realtà satelliti di Rimini, invece devono capire che hanno bisogno di uscire da questa posizione. Poi ci vuole programmazione,  e va adottata la strategia della valigetta, presentarsi direttamente alle fiere e non esporre solo manifesti e foto. L’impatto è diverso.

Gli operatori apprezzano di più. Questo significa che i Comuni devono consorziarsi, mettere insieme le risorse, organizzare task force strategiche …consiglio di diventare molto professionali e di farsi aiutare da una squadra di esperti che per 2-3 anni  faccia anche co-managing”.

Pensiamo che niente di tutto questo sia stato fatto, ed i risultati si vedono. Intanto si sono persi altri due anni, tra competenze che si accavallano e promozioni (l’Agenzia di Marketing Turistico della Riviera di Rimini…e già questo la dice lunga, avrà a disposizione 1,9 milioni di euro nel 2010) che, nel caso specifico,  non promuovono.

Turismo nell’entroterra