Riminesi tar-tassati

Il federalismo avrebbe dovuto, oppure dovrebbe, portare ad una razionalizzazione e diminuzione dei tributi che cittadini e imprese si trovano ogni anno a dove pagare per finanziare i servizi pubblici (scuole, sicurezza urbana, sanità, ecc.). Dai primi vagiti della nuova legge non sembra questa la strada intrapresa, anzi ci sono segnali che vanno in direzione contraria (reintroduzione della tassa di soggiorno, sugli immobili, addizionali Irpef, tassa sui cinema, ecc.).

 Per cominciare, e valutare anche le ricadute delle nuove misure, è utile quindi segnare il punto d’inizio. Attualmente ogni residente del comune di Rimini, il capoluogo provinciale, versa alle casse di Comune, Provincia e Regione, 1.440 euro, che sono meno di Bologna (1.686) e Modena (1.447), ma più di tutti gli altri sette capoluoghi. In rapporto alla media nazionale, i riminesi pagano circa duecento  euro in più.  Qualcuno sarà tentato di giustificare questa differenza con la particolarità del turismo (d’estate dobbiamo ospitare molti più persone dei residenti), ma non è una spiegazione molto sostenibile, perché  a Firenze, non meno turistica, la pressione tributaria pro capite è di  1.260 euro e a Venezia di 1.168 euro.  Solo Roma è sopra con 1.758 euro per abitante.

Appartengono invece tutte al Sud i capoluoghi che scendono sotto i mille euro.   Unica nota positiva: grazie soprattutto all’abolizione dell’ICI, compiuta dal Governo Prodi per la prima casa e dall’ultimo Governo Berlusconi per tutte le altre, secondo il Centro Studi degli Artigiani di Mestre,  negli ultimi cinque anni la pressione tributaria locale è scesa del 14%. Un evento da segnalare perché non capita spesso. Che  però rischia di essere vanificato dai tagli alle politiche sociali e dalla mancanza di fondi dei Comuni, causa compensazioni promesse dal Governo (l’Ici era la principale voce di entrata)  e mai arrivate.

 A proposito di semplificazione: volete sapere di quante voci sono composte le varie entrate tributarie ?  Quelle comunali undici, quelle provinciali sette, quelle regionali quattordici. In tutto fanno 32. Un bel numero, che vuol dire pratiche, commissioni, tempo da dedicare. Un costo da aggiungere ai tributi medesimi.

Pressione tributaria e fondi tagliati