Le banche nell’occhio del ciclone

Banca di Rimini e Credito di Romagna sono le altre banche nel Riminese recentemente finite nell’occhio del ciclone. Con Banca di Credito e Risparmio (che ha sede legale a Forlì e senza sportelli nella provincia di Rimini) e la Cassa di Risparmio di Rimini, sale a quattro in Romagna il numero degli istituti complessivamente sottoposti a provvedimenti straordinari per “gravi irregolarità” da parte delle autorità competenti.

 Credito di Romagna. Dopo Cassa di Risparmio di Rimini, è il caso più recente dalle nostre parti. Il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze che ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo della banca e ha sottoposto lo stesso ad amministrazione straordinaria è datato 20 luglio 2010. Il Credito di Romagna ha sede a Forlì ed è stato costituito il 28 luglio 2003.

L’operatività ha avuto inizio il 29 novembre 2004 con tre sportelli: Forlì, Cesena e Rimini. La banca dopo cinque anni è operativa con dodici sportelli in Romagna e nel capoluogo regionale. Ha circa sedicimila clienti, 800 milioni di euro di depositi ed erogazioni per 570. I rilievi di Bankitalia sono stati relativi a “gravi irregolarità nell’amministrazione e gravi violazioni normative emerse a seguito di accertamenti ispettivi di vigilanza. In particolare, sono state riscontrate rilevanti anomalie negli assetti proprietari e significative disfunzioni del sistema di governo  aziendale e dei controlli interni, nonché diffusa violazione delle norme in tema di antiriciclaggio e di trasparenza”. L’istituto estero coinvolto è l’Istituto Bancario Sammarinese (IBS), realtà costituitasi nel 2000 con denominazione “Merchant Bank di San Marino S.pA. ma che nel 2001 inizia a operare in tutti settori bancari con l’attuale denominazione.

 Banca di Rimini. Per la banca di credito cooperativo riminese con 960 soci e diciotto filiali e che il prossimo 10 aprile compirà novanta anni, il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, è datato 15 settembre 2009. Per Banca di Rimini l’estremo provvedimento arriva per cause relative a “truffa e usura” nei confronti di imprenditori in difficoltà da parte di alcuni dipendenti. Le indagini della Procura di Rimini sono ancora in corso. Per Banca di Rimini la vicenda invece si è chiusa ufficialmente 13 ottobre scorso con la prima conferenza stampa del nuovo CdA presieduto da Cesare Frisoni. Il piano di ripristino ha previsto l’accensione di un muto pari a due milioni di euro.

Nel frattempo al vecchio Cda e agli ex componenti del Collegio Sindacale sono stati chiesti dai Commissari di Bankitalia danni per 7 milioni di euro. Per loro l’invito a comparire davanti al Tribunale di Rimini è il 7 aprile 2011.

 Cassa di Risparmio di Rimini. Banca Carim da febbraio a giugno 2010 è sottoposta all’ordinaria ispezione di Bankitalia. Il 28 settembre sono presentati i conti della semestrale. Il bilancio evidenzia una perdita pari a 30,8 milioni di euro. Le sofferenze raddoppiano rispetto al 30 giugno 2009 passando da 2,01% a 4,33%. Il 29 settembre il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sottopone Carim ad amministrazione straordinaria per “gravi irregolarità nell’amministrazione, violazioni normative, gravi perdite patrimoniali, gravi inadempienze nella direzione e coordinamento del gruppo bancario, con particolare riferimento alla controllata Credito Industriale Sammarinese (CIS).” Il 19 ottobre 2010 la Procura della Repubblica di Rimini comunica l’apertura del fascicolo d’inchiesta per irregolarità sulle norme antiriciclaggio.

Banca Carim al 31 dicembre 2009 ha chiuso l’esercizio con un patrimonio netto pari a 382 milioni di euro, 116 filiali e un utile di 18,17 milioni di euro.