2015: un anno di transizione

Il clima, non solo meteorologico, sembra essersi fatto più mite. L’Italia economica lascerà, nel 2015, il segno negativo per una ripresina che dovrebbe avvicinarsi all’uno per cento. Non basta a recuperare il terreno perduto con la crisi, ma apre le porte alla speranza.  Qualcosa di meglio è atteso per l’anno prossimo, anche se meno di Germania, Spagna e Gran Bretagna.

Non dissimile è stato l’andamento dell’economia dell’Emilia Romagna, che però sembra chiudere l’anno in corso con qualche decimo di punto di crescita in più della media nazionale.

E Rimini come chiude il 2015 ?  Per l’Associazione degli industriali  l’economia  è  in ripresa  e i fatturati in crescita.  Una conferma viene anche dai dati positivi sugli avviamenti al lavoro nell’industria e nelle costruzioni registrati nel corso dell’anno. Questo non pareggia le pesanti perdite subite in sette anni di crisi, che ha lasciato per strada un migliaio di aziende, ma mostra una inversione di tendenza.

Chi ha deluso un po’ le attese è invece il turismo (alberghi e ristorazione), dove gli avviamenti al lavoro, rispetto l’anno precedente, sono invece diminuiti. Pare che molti operatori del settore,  con l’intento di diminuire i costi,  abbiano preferito pagare  gli stagionali con i voucher, che costano dieci euro l’ora e lasciano, netto, al lavoratore sette euro e mezzo. Se confermato (in Emilia Romagna, secondo l’Inps, il valore dei voucher venduti nei primi otto mesi di quest’anno è aumentato del settantadue per cento!) , gli avviamenti in meno potrebbero essere quelli pagati con questa modalità, molto economica e non certo attraente per le migliori professionalità.

Però è anche vero che il calo degli avviamenti nasconde un andamento del turismo provinciale, fanno eccezione alcuni comuni della riviera, che fa molta fatica a tenere il passo con la crescita dei viaggiatori nel mondo, tra il quattro-cinque per cento l’anno.  Nei primi otto mesi del 2015, infatti, sono cresciuti di un paio di punti percentuali gli arrivi provinciali, ma solo di uno zero virgola i pernottamenti, che sono quelli che più contano per tirare su i fatturati.  Risultato deludente da addebitare soprattutto al turismo estero. Nonostante la bontà del clima.

Ancora peggio è andato il Comune Rimini, dove gli arrivi sono rimasti quasi gli stessi, ma sono diminuiti i pernottamenti.  Dimostrazione che forse la politica degli eventi spettacolari produce più clamore  che risultati utili. Facendo crescere parecchi dubbi sull’immagine, non sempre rassicurante (basta ricordare i fatti di cronaca della scorsa estate), che la Riviera proietta  all’esterno.

In questo contesto di chiaro-scuri rimane aperta la ferita della mancanza di lavoro: sono cresciuti di qualche centinaio le persone avviate nel corso dell’anno, ma sono diminuiti gli avviamenti. Come dire che meno lavoro è stato distribuito tra più persone. Che fa in paio, in negativo, con l’incremento della cassa integrazione, in particolare straordinaria,  cioè per crisi e ristrutturazioni aziendali, quando a livello nazionale, nello stesso periodo, gennaio-settembre, diminuisce di oltre il trenta per cento.

Mancanza di lavoro che nuoce a tutti, ma soprattutto ai giovani,  che continuano a non trovare in questo territorio le stesse opportunità presenti, nonostante la crisi, altrove. Giovani a cui nemmeno il tanto sbandierato, dal Governo, programma di Garanzia Giovani è riuscito ad offrire una prospettiva credibile.