Evasione, responsabilità “comuni”

 

di Lucia Renati

 C’è chi ha residenze fittizie all’estero, e non si chiama Valentino Rossi, c’è chi fa l’albergatore a Rimini e dichiara poco più di 2.694 euro annui, ci sono i ristoratori che dichiarano un reddito annuo di 15.000 euro e ne guadagnano il triplo, ma c’è anche la discoteca che dichiara perdite per 45.000 euro a fronte di 121.000 di ricavi non dichiarati. I bagnini, poi, che si sentono vittime dell’accanimento del fisco, perseguitati dagli esattori con controlli superiori alle altre categorie e metodi di accertamento a dir loro poco veritieri, sono stati scoperti non poche volte con redditi calcolati senza tenere conto delle imprese familiari. Un lido del capoluogo (e questa è una storia dei controlli dell’estate passata) nonostante i 125mila euro incassati, ha dichiarato al fisco appena 15mila euro.
C’è chi non dichiara redditi dal 2005 e chi non dichiara nulla, pur avendo un reddito effettivo di 400.000 euro. Senza contare gli affitti in nero e gli evasori “immobiliari”. In regione, c’era chi non dichiarava 43 immobili, oppure chi possedeva due ville ma dichiarava un reddito di appena 547 euro. Sono storie reali, italiane e riminesi.

L’accordo Anci-Agenzia delle Entrate
Quando si parla di evasione fiscale, che sia in una redazione giornalistica, in un talk show, su un quotidiano o al bar, ognuno ha da dire la sua. L’argomento nel Riminese, in genere è collegato alla categoria dei bagnini e alla vicina San Marino, paradiso fiscale, negli ultimi tempi non poco “tartassato” dalla Guardia di Finanza. Dal 2008, le fiamme gialle e l’Agenzia delle Entrate, hanno degli alleati in più per stanare i “furbetti” del fisco: i Comuni. In provincia di Rimini, i comuni “caccia-evasori”, cioè quelli che hanno sottoscritto il protocollo con ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e Agenzia delle Entrate per la lotta all’evasione, sono però solo 10 su 27. Si tratta di Cattolica, Misano, Morciano di Romagna, Poggio Berni, San Giovanni in Marignano, Riccione, Rimini, Torriana, Verucchio e Santarcangelo.
L¹accordo, sottoscritto lo scorso 12 novembre 2009, si basa su uno scambio di dati e segnalazioni telematiche tra i Comuni e l¹Agenzia delle entrate e, a febbraio 2010, aveva già coinvolto 300 Comuni. Sulla base di questo protocollo (e della normativa vigente), il 33% delle somme recuperate, viene versato nelle casse delle amministrazioni. I Comuni devono inviare le cosiddette “segnalazioni qualificate”. Il patto contro gli evasori permette così agli enti di “incassare” il 33% delle somme recuperate.

Gli osservati speciali

Tra gli “osservati speciali”, ci sono i settori delle residenze estere fittizie, del patrimonio immobiliare (ambito in cui si registra il maggior numero di segnalazioni), e degli affitti in nero, dell’urbanistica, del commercio e delle professioni, e chi ha residenze fittizie all’estero. Le Entrate, contestualmente, si sono impegnate a mettere a disposizione delle amministrazioni comunali, i flussi informativi su bonifici bancari e postali per ristrutturazioni edilizie, contratti di somministrazione di acqua, luce e gas disponibili in Anagrafe tributaria, contratti di affitto di case e denunce di successione che riguardano immobili. Altro ambito proficuo è quello dell’urbanistica e territorio, che riguarda soprattutto la compravendita di aree edificabili camuffata da cessioni di terreni agricoli o di fabbricati fatiscenti. Ci sono anche i beni “spia” di capacità contributiva dei cittadini, sui soggetti che manifestano un tenore di vita palesemente superiore rispetto al reddito dichiarato.

Perché solo 10 su 27?

Nel caso del comune di Saludecio, è la paura di ritorsioni a frenare la firma. “Guadagno 400 euro al mese e ho tante responsabilità: perché devo beccarmi minacce di morte o anche peggio?” dice il sindaco di Saludecio, Giuseppe Sanchini.
Lui è uno dei 18 primi cittadini che manca all’appello nella firma all’accordo. Tra gli assenti riminesi ci sono poi Enzo Ceccarelli, sindaco di Bellaria, per il quale l’alleanza con l’Agenzia “non rientra tra le nostre priorità”. Del medesimo avviso il collega di San Clemente, Christian D’Andrea, pronto a sottolineare “controlli autonomi del Comune da diversi anni”. A Monte Colombo, il primo cittadino Simone Tordi dice: “Con quella firma l’attività del Comune diventa troppo invasiva”. Stessi dubbi da parte di Edda Negri, a Gemmano, che non esclude però, la futura firma. C’è poi il caso Santarcangelo. Il primo cittadino clementino, Mauro Morri, carte alla mano parla di una delibera datata 7 ottobre a conferma dell’accordo, ma il Comune non rientra nella lista divulgata dall’Agenzia delle Entrate, da dove ci dicono che, effettivamente Santarcangelo ha firmato l’accordo, ma, di fatto, non ha prodotto alcuna documentazione sull’evasione fiscale, o, quantomeno, non l’ha consegnata. “Diciamo che non ha formalizzato l’adesione”, ci dice Pasquale Fattibene, referente provinciale dell’Agenzia delle Entrate.
“Per quanto riguarda i comuni dell’Alta Valmarecchia, new entry in Provincia di Rimini,  continua Fattibene,  ­ abbiamo avuto un incontro a inizio 2010 ma, per ora, non ci sono adesioni”.