Il profilo dei nuovi amministratori

Dal voto delle ultime elezioni amministrative della primavera scorsa sono scaturiti i nuovi amministratori, Sindaci e Assessori, che amministreranno i rispettivi territori per i prossimi cinque anni, cioè fino al 2014. TRE ha condotto una indagine per cercare di definire un profilo di massima dei nuovi amministratori. I dati sotto riportati si riferiscono a 19 comuni, più la Provincia (assimilata ad un comune). E’ stato invece escluso il Comune di Rimini perché non ha votato.

Cominciamo dall’universo: in totale si sono insediati 19 sindaci e un presidente di provincia, cui vanno sommati 101 assessori, per un complessivo di 121 nuovi amministratori pubblici.

Amministratori per genere

Come si dividono per genere (sesso)? Solo un sindaco su cinque è donna e tutti in piccoli Comuni (Coriano, Gemmano, Montegridolfo e Montefiore). La presenza femminile è leggermente più elevata tra gli Assessori, fermandosi però al di sotto di un terzo del totale. Gli unici comuni con una Giunta, compreso il sindaco, a maggioranza femminile sono Riccione (5 contro 4), Montegridolfo (3 contro 2) e Torriana (2 a 1). Quest’ultimo è anche l’unico ad avere tutti assessori (due) donne.

Al contrario, hanno scelto di avere una sola rappresentanza femminile nove comuni, più la Provincia. Cioè la metà delle nuove amministrazioni. Certo dopo tanto discutere di pari opportunità (che comunque non può prescindere dal merito) i risultati non sono particolarmente brillanti, ed il centro-sinistra, cui sono andate la maggioranza delle nuove amministrazioni, non sembra distinguersi particolarmente (nell’attuale Governo italiano le donne sono 4 su 21 Ministri, il 19%. In quello di Zapatero, in Spagna, sono 9 su 17, il 53%).

Anche se, bisogna riconoscerlo, nelle precedenti amministrazioni la presenza femminile era ancora più minoritaria: 10% le donne sindaco e 23% tra gli assessori. Con questi ritmi, ammesso che continueranno, per raggiungere una completa parità ci vorranno almeno altre due elezioni amministrative, che vuol dire attendere fino al 2019. Per i sindaci invece ci vorrà un po’ di più.

Per età

In mancanza di dati precedenti è impossibile fare paragoni con l’età degli amministratori del passato. Oggi (2009) possiamo però dire che 94, i tre quarti del totale, rientrano nella fascia 31-60 anni, distribuiti quasi proporzionalmente lungo le sottofasce decennali. Solo 11 hanno meno di trent’anni e 10 più di sessanta. Il sindaco più giovane, 32 anni, è Cristiano D’Andrea di San Clemente, quello più anziano Bianchi Domenico, 61 anni, di San Giovanni in Marignano.

Il Comune con l’età media degli amministratori (sindaco+assessori) più bassa, 39 anni, è Verucchio, quelli più anziani, 52 anni, sono invece Coriano e Montegridolfo. L’assessore più giovane, 25 anni, è Ivan Tagliaferri di Morciano con delega alle politiche giovanili, quello più anziano Bussi Benito, 75 anni, vice sindaco di Montegridolfo.

Il titolo di studio

Contrariamente a quanto accade nel resto della società, i laureati trovano nella gestione pubblica il massimo delle opportunità. Infatti sono i più numerosi (49% del totale), seguiti dai diplomati (37%) e da tutti gli altri. Sicuramente è un risultato da guardare con favore, perché governare società sempre più complesse richiede formazione e competenze adeguate, salvo però scoprire che troppo spesso tra titolo posseduto e delega ricevuta non esiste nessuna relazione.

La professione

Cosa fanno professionalmente gli amministratori? A parte cinque che di fatto vivono prevalentemente di “politica”, essendo passati da un incarico pubblico e/o elettivo all’altro, più di un terzo dei nuovi amministratori, ed è la categoria più numerosa, svolge un lavoro dipendente. Seguono a ruota i liberi professionisti (avvocati, commercialisti, ecc.), poi i pensionati, i dirigenti, gli imprenditori e distanziati le altre figure professionali. Tra gli assenti le categorie del lavoro operaio.

Per finire qualche curiosità: quanto tempo hanno impiegato le Amministrazioni per fornire età, titolo di studio e professione, visto che le altre informazioni sono state prese dai rispettivi siti internet? l Comune più rapido, che ha fornito le informazioni in tempo reale, è stato Montegridolfo, il più lunghi, 53 giorni (includendo le ferie di agosto), Riccione e Gemmano.

Poi una ultima annotazione: qualche neo assessore non ha voluto dare il suo assenso alla trasmissione dei dati richiesti trincerandosi dietro una presunta “privacy”, dimenticandosi forse che fare l’amministratore pubblico non è un obbligo ma una libera scelta, e che una volta compiuta la trasparenza e l’informazione verso i cittadini diventano requisiti fondamentali. Tra l’altro le stesse informazioni sono richieste dal Ministero dell’Interno per l’anagrafe degli amministratori.

I partiti e le donne in politica

Il presidente della provincia di Taranto, dove è dovuta intervenire una sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) perché in Giunta non è stata nominata nessuna donna, si è difeso dichiarando che le indicazioni dei partiti non comprendevano il genere femminile.

Se ciò è vero, allora la mancanza di donne in politica riflette un fenomeno più profondo e forse indica un “fallimento della politica”: i partiti interpongono un filtro fra le preferenze degli elettori e i politici che finiscono per essere eletti. In Italia, come in molti altri paesi, i votanti possono eleggere solo chi è ammesso nelle liste di partito. Così il controllo delle liste ha effetti molto profondi sul tipo di personale politico che le nostre polis riescono ad esprimere.