MT: formazione in azienda

Della MT, azienda meccanica leader nella progettazione e costruzione di portautensili per torni a controllo numerico, abbiamo scritto la prima volta nel lontano 2010. L’articolo iniziava così: secondo autorevoli rappresentanti di UniRimini (il Consorzio che sostiene l’Università di Rimini) il locale Polo universitario deve puntare a specializzarsi in tre aree tematiche: benessere, moda ed economia. Va bene, ma perché questo territorio non nomina mai la meccanica, dove pure abbiamo fior fiore di aziende ?   Ripartiamo da qui, perché poco è cambiato.

MT, insieme a FomIndustrie e Universal Pack, tutte dell’area industriale di San Giovanni in Marignano, hanno messo in piedi, completamente a loro spese, un interessante progetto, denominato Industry 4 School, per avvicinare i giovani al lavoro concreto delle aziende. Il progetto coinvolge 60 studenti delle classi quarta e quinta degli Istituti Tecnici di Rimini, Morciano di Romagna e Urbino, che passeranno 48 ore nelle tre aziende (16 per azienda), apprendendo sul campo il futuro lavoro che li attende.

Per esempio, come programmare operazioni di sgrossatura e finitura di un cilindro con un tornio a controllo numerico, che è stato l’argomento della sessione, presenti studenti dell’ITIS Leonardo da Vinci di Rimini, a cui ho assistito presso MT.

Incontro sufficiente per constatare, nella breve conversazione avuta con gli studenti alla fine della lezione, la distanza siderale della scuola dai luoghi della produzione. Distanza che riguarda fondamentalmente due aspetti:

  • l’assoluta carenza e mancanza di aggiornamento della dotazione strumentale delle scuole tecniche (macchine vecchie, risorse inesistenti per la manutenzione, peggio per la riparazione di eventuali rotture….che possono lasciare le macchine ferme per anni), su cui gli studenti dovrebbero esercitarsi per essere pronti ad entrare nel mondo del lavoro. Dotazione, tra l’altro, oggi superabile con la semplice dotazione di simulatori, che comunque costano sempre qualche decina di migliaia di euro (80 mila quello di un tornio);
  • l’insufficiente formazione di tanti insegnanti, i quali se qualche impresa volesse donare una macchina più moderna, esempio un tornio a controllo numerico di ultima generazione, poi non saprebbero farlo funzionare. Non per colpa loro, ma perché alcune abilità si possono acquisire solo lavorandoci.

Chiamare nelle scuole gli operatori della aziende più esperti, come avviene per le lezioni teorico-pratiche impartite in questo progetto, potrebbe essere una soluzione, ma il percorso, per quanto semplice (sarebbero docenti a contratto), e con le aziende disponibili, è irto di difficoltà.

Però è anche un fatto che così, con le imprese che cercano personale che non trovano (tanto che nella stessa area industriale sono comparsi cartelli con su scritto “Cercasi operai qualificati”), mentre la disoccupazione non diminuisce, non si favorisce né la crescita, né l’occupazione.

Torniamo ad MT, ora guidata da Gianluca Marchetti, imprenditore di seconda generazione, che ha ereditato l’azienda dal padre, Terenzio Marchetti, il fondatore  nel lontano 1972.  Con la stessa passione e dedizione, che non fanno pesare, dice lui, le 14 ore giornaliere passate in azienda.

Dove la produzione non si ferma quasi mai, perché le macchine lavorano a ciclo continuo. Fino all’una di notte con un numero ridotto di persone, circa sei, poi da sole fino al mattino successivo.

Nel 2017 ha fatturato 20 milioni di euro (il doppio del 2010 e + 28 % sul 2016), di cui una buona parte realizzato all’estero. Tanto d’aver ricevuto, di recente, dalla multinazionale svedese del confezionamento Tetrapack,  il premio, per la qualità e l’innovazione dei prodotti,  come fornitore preferenziale, cioè di primo livello, sbaragliando oltre 750 concorrenti di tutto il mondo. Insomma una eccellenza. Sempre più aperta ai mercati internazionali come testimonia anche la nuova apertura di una filiale commerciale, operativa dal 1° aprile 2018, a Osaka, in Giappone.

Una crescita, quella di MT, non solo di fatturato ma anche di personale: oggi i dipendenti sono arrivati a 106 (erano 52 nel 2010), assunti prevalentemente con contratti a tempo indeterminato (salvo una decina per periodi più brevi).  Solo nel 2017 i nuovi assunti sono stati 16: periti meccanici, una commercialista e diversi operai qualificati addetti al montaggio.

Per l’anno in corso (2018) sono previsti 5 nuove assunzioni (un addetto al ricevimento e 4 operai per la produzione), ma sullo sfondo restano una serie di figure professionali di difficile reperimento come ingegneri meccanici e  amministrativi, che l’azienda cerca, e non trova, da un paio di anni.

Tanto che verificata l’assoluta mancanza di offerta, di queste figure, nell’Università di Bologna e in quella di Ancona, cui si era rivolta, MT  ha allacciato contatti con Università del Sud come Napoli, Caserta e Bari.

Ma qui subentrano altri problemi, per certi versi inaspettati: la mancanza di appartamenti in affitto per chi viene da fuori. Gianluca Marchetti cita il caso di una neo assunta che si è trasferita da  Pescara, che a maggio deve lasciare l’abitazione, con la difficoltà per trovarne un’altra, perché d’estate tanti appartamenti vengono affittati solo ai turisti (che pagano molto di più).

Quindi doppia difficoltà per le imprese che vogliono crescere: mancanza di personale e di abitazioni, se non sono del posto.  Insomma, una vera corsa ad ostacoli.

Possibili soluzioni, che diverse aziende stanno percorrendo, o pensano di percorrere: dotarsi di una scuola di formazione interna all’azienda; investire in immobili da mettere a disposizione del proprio personale.

Istituzioni, a cominciare dai Comuni,  e addetti alla formazione dovrebbero tenere conto delle difficoltà a fare buona impresa in questo territorio. Le imprese si sentirebbero meno sole.