La città intelligente

Intervenendo in un recente congresso  il neo governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto: “La recessione che ha colpito quasi tutti i paesi avanzati nel 2008-09 è stata da noi più profonda che altrove…..Il difetto di crescita italiano è in buona parte riconducibile al ritardo e alle incertezze con cui il sistema produttivo ha risposto negli ultimi vent’anni alle sfide dell’innovazione tecnologica e all’affermarsi sulla scena mondiale di nuove economie..…Innalzare il potenziale di crescita richiede interventi ad ampio spettro; tra questi…. l’inserimento durevole nel mondo del lavoro, soprattutto delle donne e dei giovani… Vi è però un ulteriore punto: l’aumento della dotazione di capitale umano del nostro paese”.  Le economia mature, ha proseguito, devono passare da un modello di crescita basato su tecnologie imitative a uno basato sulla capacità di generare indipendentemente l’innovazione. Tra le competenze da coltivare nel 21° secolo  c’è il pensiero critico, quindi non il conformismo, e l’attitudine alla soluzione dei problemi.

Cosa c’entra la città intelligente ?  C’entra perché una città intelligente può diventare un laboratorio (ricordiamo che la stragrande maggioranza della popolazione vive in aree urbane) di studio e applicazione di soluzioni innovative. Che si traduce in imprese e lavoro di qualità. Ma cos’è una città intelligente ?  La città intelligente è quella che utilizza le nuove tecnologie per migliorare l’efficienza dell’illuminazione pubblica tagliando la spesa, riduce i consumi energetici degli edifici pubblici e privati, utilizza, incentiva e mette in rete le fonti energetiche rinnovabili e pulite, promuove il teleriscaldamento e il tele raffreddamento, rende possibile e sostiene forme di mobilità dolce (pedonale e ciclistica) e trasporti pubblici efficienti e competitivi, abbassando l’inquinamento (a Rimini sono stati sufficienti pochi giorni di aria stagnante per sforare tutti i limiti, con grave pregiudizio per la salute), costruisce quartieri sostenibili (come ci sono in molte città d’Europa), condomini socialmente equilibrati come a Reggio Emilia, riusa le aree già urbanizzate e da un taglio deciso al consumo del territorio (in provincia di Rimini ci sono circa ventimila abitazioni non occupate).

Secondo Abi Research, il giro d’affari delle città intelligenti (smart cities) supererà in tutto il mondo i 39  miliardi di dollari nel 2016, contro gli 8 miliardi del 2010, e le città spenderanno in totale, in questi cinque anni, 116 miliardi di dollari per trasformarsi in strutture intelligenti.

Con la Smart Cities Initiative, un progetto lanciato nel giugno scorso, la Commissione Europea prevede di stanziare  80 milioni di euro per finanziare progetti di ristrutturazione del patrimonio immobiliare e delle reti energetiche. Amsterdam, per fare un esempio, nel 2009, ha varato un ambizioso progetto con l’obiettivo di rilanciare l’economia locale e ridurre del 40 per cento le emissioni entro il 2025. Nelle strade della capitale olandese, entro il 2012, saranno installati oltre trecento punti di ricarica per auto elettriche.

Parigi si doterà a breve di una flotta di minicar elettriche noleggiabili tramite una specifica “carta elettrica” che i cittadini potranno ottenere sottoscrivendo un abbonamento su Internet. Soluzioni innovative, per città intelligenti, che creano nuove opportunità di sviluppo locale.