Il mondo al rovescio: arrestata la vittima, non chi lo ha assunto in nero

Il fatto. In pieno centro  di Rimini, il 14 settembre, un operaio cinquantenne albanese cade da una impalcatura e finisce in ospedale.  Lavorava completamente in nero, assieme ad altri che si sono dati alla fuga, per una ditta di costruzioni.  Ma non basta il danno, c’è anche la beffa. Perché l’operaio albanese è irregolare, non ha cioè permesso di soggiorno,  così finisce in carcere  per essere processato per direttissima.

Per il datore di lavoro invece, che assume in nero ed evade le tasse, tra l’altro in pieno centro quindi nemmeno nascondendosi troppo,  felice di poter attingere a tanta manodopera irregolare ricattabile e a basso costo, niente o al massimo avrà qualche multa.  

Per l’attuale Governo, autore dell’ultima legge sull’immigrazione (cosiddetta Bossi-Fini), permanere senza permesso sul suolo nazionale è quindi un reato più grave che assumere lavoratori in nero e con paghe da fame,  favorendo gli incidenti sul lavoro  perché tanti mancano di esperienza e sono privi di qualsiasi formazione.

Esattamente un mondo al rovescio, dove la debolezza e la povertà (bisogno di lavoro)  diventano reato, per consentire ai più forti (queste imprese) di guadagnare offrendo cattivo lavoro e concorrenza sleale (con le imprese che assumono lavoratori in regola).  Perchè le Associazioni di categoria, anche a difesa della propria onorabilità,  non condannano questi comportamenti e non si impegnano a denunciarli ?