Expo 2015: turismo cinese per Rimini?

di Veronica Molinari (da Pechino)

L’industria culturale-creativa e il turismo rappresentano una tangibile opportunità per l’ulteriore rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali tra Cina e Italia, specialmente nel contesto di Expo Milano 2015. Design, moda, agroalimentare, vino, audiovisivo, cinema, smart cities, recupero delle città d’arte e monumenti, patrimonio immobiliare italiano di pregio, oltre alla presentazione del turismo di qualità, sono stati i temi caldi al centro del dibattito tra i partecipanti all’atteso evento che Milano ospiterà, per sei mesi, a partire da maggio 2015.

L’interesse della Cina verso l’Expo Milano 2015 è forte sia da parte delle imprese che  delle istituzioni. Com’è noto, a Milano, ci saranno tre padiglioni cinesi: uno istituzionale, uno delle piccole e medie imprese dell’area territoriale di Shanghai e un terzo di un grande gruppo immobiliare, Vanke.

In parallelo, l’interesse è forte anche da parte del pubblico e del popolo cinese: un po’ perché l’Italia è un Paese attraente e molto desiderato, un po’ perché è l’occasione di andare a visitare l’esposizione universale ed altri Paesi europei, e farsi ammirare a propria volta, perché con i suoi tre padiglioni la Cina ci tiene a mostrare i successi raggiunti negli ultimi trent’anni di rapida modernizzazione.

Quello cinese è un mercato turistico che ha registrato una forte espansione negli ultimi anni e continua a far parlare di sé: il tasso di crescita del turismo in uscita è dell’ordine del 20% annuo. Solo lo scorso anno, ci sono stati più di 100 milioni di turisti cinesi che hanno varcato la frontiera. Molti, un 70% circa, sono andati nei Paesi limitrofi, che sono quelli più facilmente raggiungibili, a cominciare da Hong Kong, ma un buon 30% ha scelto altre mete, compreso l’Europa.

L’Italia deve cercare di intercettare i flussi che escono dal sud-est asiatico e domandano prodotti specifici come: crociere nel Mediterraneo, visite nelle terre di produzione del vino, le città d’arte, l’agriturismo e le terme, oltre al recente interesse  per le Alpi e il turismo sciistico.

Sicuramente l’Expo Milano 2015 è una piattaforma ideale per presentare all’Impero Celeste la destinazione Italia, ma ciò sicuramente non basta. E’ necessario che gli operatori turistici italiani inizino a predisporre pacchetti ad hoc che siano in grado di rispondere a una domanda che cresce in quantità, ma anche in qualità.

Come prima cosa sarebbe utile ampliare le adesioni delle imprese del settore al circuito Union Pay, carta di credito cinese, per rendere più agevole e facile i loro pagamenti.

E’ necessario, in altri termini, che tutti gli attori della filiera dell’ospitalità (hotel, ristorazione, informazioni, ecc.) si mettano in rete per poter offrire al visitatore il meglio dei propri servizi, ma anche della storia, cultura e tradizioni del territorio (stando ai dati rilevati nel primo semestre 2014 dal World Tourism Cities Federation, circa il 68% dei tour cinesi in Italia si rifanno alla scoperta della cultura locale).

Più concretamente, su cosa potrebbe puntare Rimini per costruire pacchetti turistici specifici?  Indubbiamente, uno dei fattori di maggior richiamo della provincia di Rimini è costituito dalla vicinanza con la Repubblica di San Marino, da cui i turisti cinesi sono molto attratti. Amano moltissimo anche l’enogastronomia, inquadrata nel contesto locale, e sono estremamente incuriositi da eventi fuori dall’ordinario, per la loro cultura, come ad esempio i presepi di sabbia e la Notte Rosa.

Inoltre, varrebbe la pena puntare sui matrimoni e i viaggi di nozze, altro settore di grande interesse: in tal modo, sarebbe possibile proporre Rimini non solo come luogo di villeggiatura (la “tintarella”, purtroppo, non si confà troppo al gusto dei cinesi che, per un retaggio estetico, privilegiano un carnato pallido), ma come meta romantica, facendo perno sull’aspetto emozionale/esperienziale, magari riscoprendo e valorizzando la storia di Paolo e Francesca.

L’Expo 2015 è una opportunità, ma bisogna prepararsi in tempo, penando al presente e  sapendo di dover investire molto per il futuro.