Commenti del Sindacato al lavoro perso

Dalla ripresa nuove opportunità di lavoro

Linda Braschi, Segreteria CISL Romagna

Dalla pandemia, l’occupazione sul territorio di Rimini ha certamente subito un colpo maggiore rispetto alle altre province romagnole, dovuto al fatto che la nostra struttura economica principale è composta da turismo e servizi, che hanno subito una forte frenata. La stagione estiva 2021, vista la campagna vaccinale e il miglioramento della situazione pandemica, ci auguriamo sia migliore per tutto il tessuto occupazionale.

Le donne sono state le più colpite dalla pandemia, e non solo a livello occupazionale. La maggioranza degli infortuni covid si è registrata nel settore sanità e assistenza sociale, a prevalente occupazione femminile.  

La chiusura delle scuole e l’incertezza sulle aperture hanno complicato la gestione familiare e molte donne sono state costrette a lasciare il lavoro, rinunciando ad una occupazione stabile. Un ulteriore problema irrisolto, presente anche prima del covid, è il divario salariale tra donne e uomini che in Romagna è del 21 %, in linea con il dato regionale. Dobbiamo approfittare delle risorse del  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per supportare le donne e le famiglie nella ripresa economica. Il PNRR prevede di lanciare una strategia nazionaleper la parità di genere 2021-2026, in coerenza con la Strategia europea, che punta, tra l’altro, alla risalita di cinque punti, entro il 2026, nella classifica del Gender Equality Index dell’ European Institute for Gender Equality, dove attualmente l’Italia è al 14° posto. Questo prevede un potenziamento del welfare e dei servizi educativi per l’infanzia 3-6 anni e l’estensione del tempo pieno a scuola.

Anche con il Patto per il Lavoro, firmato a dicembre 2020 con la Regione Emilia Romagna, abbiamo condiviso la necessità di realizzare nei nostri territori un investimento senza precedenti sulle persone, sulle loro competenze e le loro capacità, anche tecniche e professionali, smontando alcuni stereotipi di genere, che purtroppo ancora oggi sono presenti, che condizionano le scelte delle donne e dei giovani, rispetto alle scelte formative e scolastiche.

Come Cisl Romagna crediamo sia fondamentale, per una vera e duratura ripresa economica, che le opportunità occupazionali  per donne e giovani,  soggetti più deboli sul mercato del lavoro, siano costituite da un lavoro di qualità,  con una attenzione particolare ai temi della formazione e della sicurezza. E dove istituti contrattuali come il part-time e la regolarizzazione contrattuale dello smart working, siano visti come opportunità per coniugare professione e famiglia.

Il PNRR: una occasione da non perdere

Giuseppina Morolli, Segretario generale Cst Uil Rimini

Lo scenario che si prospetta, per quanto riguarda l’occupazione nel nostro territorio, è assai preoccupante.

Bisogna trovare soluzioni strutturali per quanto riguarda il lavoro e la sua precarietà, il tasso di attività è calato, i dati lo dimostrano, la disoccupazione femminile ha toccato percentuali altissime, superiori al resto della regione. Secondo noi, della UIL, il nostro territorio deve continuare sulla strada del turismo, creando una eccellenza nazionale che sappia trasformare la tanta precarietà ancora oggi presente in buoni posti di lavoro, per i giovani e soprattutto per le donne.

Cosa intendiamo per buoni posti di lavoro? Un lavoro garantito. Garantito da una formazione continua che elevi la qualità dei servizi prodotti e un periodo lavorativo più lungo, perché non  può esserci alta professionalità se il lavoro dura poco.

La nostra società non può continuare a sfruttare i lavoratori sottopagandoli e con carichi di lavoro esasperanti. Il modello dei decenni trascorsi deve essere definitivamente abbandonato; il futuro del nostro turismo estivo e congressuale deve poggiare su pilastri nuovi che creino alta professionalità, e alta qualità dei servizi.

Di fianco al turismo occorre rilanciare i servizi, privati e pubblici, che debbono diventare sempre più strumenti a sostegno dell’imprenditoria riminese e dei cittadini del territorio.

Oggi abbiamo una importante occasione che ci viene dal PNRR; non possiamo perdere questa opportunità. I soldi vanno investiti per il rilancio del sistema territoriale, evitando i tentativi, ancora purtroppo presenti, di sviluppare forme di assistenzialismo, che offrono un sollievo temporaneo, ma  non risolvono il problema.

E’ necessario trovare una corrispondenza fra le esigenze professionali delle imprese turistiche ed industriali del territorio e l’istruzione/formazione sviluppata nel nostro sistema scolastico; non possiamo continuare a formare giovani in studi umanistici, già largamente presenti, mentre c’è carenza nei settori tecnici.

Servono scelte diverse dall’attuale modello

Isabella Pavolucci, Segreteria CGIL provinciale

Le criticità economiche ed occupazionali della provincia di Rimini, esplose nell’era COVID, esistevano ben prima del 2020: lavoro irregolare, precarietà, differenze retributive di genere e per qualifiche, sono fenomeni caratteristici del mercato del lavoro locale, a partire da alcuni settori strategici quali il turismo, i servizi e la logistica. Servono pertanto scelte radicalmente alternative all’attuale modello. L’opportunità derivante dalle ingenti risorse del Next Generation EU e la conseguente loro declinazione nel PNRR, può rappresentare una svolta verso un nuovo modello di sviluppo che rilanci il Sistema Paese, e quindi il territorio. Condizione indispensabile è che le scelte che si assumeranno ruotino intorno al tema del lavoro, qualitativamente e quantitativamente, quale elemento fondamentale per la tenuta democratica e sociale come peraltro recita l’Art.1 della Costituzione.

Il tavolo costituito di recente in Provincia per la definizione de Il Patto per il Lavoro ed il Clima, è lo strumento che potrà definire, con la partecipazione di tutti i soggetti (Istituzioni, parti sociali, Università, Camera di Commercio) le priorità di intervento e la messa a terra degli investimenti previsti dal PNRR. Transizione ecologica, welfare, pianificazione territoriale, formazione, legalità, sono i principali asset strategici sui quali intervenire per creare buona e piena occupazione.

Completano il quadro una serie di riforme legislative fondamentali: la riduzione delle tipologie contrattuali esistenti, quale elemento a contrasto della precarietà e per favorire la ricomposizione del mondo del lavoro; una riforma degli ammortizzatori sociali in chiave universale che tuteli tutto il mondo del lavoro a prescindere dai settori produttivi; una riforma delle politiche attive del lavoro che, unitamente a programmi di formazione mirati, sulla base delle specificità territoriali (in relazione anche con i sistemi scolastici e universitari), sia in grado di rispondere all’emergenza occupazionale femminile e dei giovani.