di Lucia Renati
L’Associazione anti-usura della Caritas diocesana, Famiglie Insieme, nel 2012 ha erogato prestiti pari a 310mila euro per 300 famiglie, prevalentemente per l’affitto e le bollette. Tra i beneficiari, hanno accettato di raccontare la loro esperienza Paola e Dragutin.
Perché avete chiesto aiuto a Famiglie Insieme?
“L’anno scorso– racconta Paola – ho perso mio marito che era l’unica fonte di sostentamento per la mia famiglia. Aveva un posto fisso, faceva la guardia giurata, era al Civis. È morto a 49 anni, non aveva molti anni di contributi, anche perché ha lavorato giù a Napoli quindi anche a livello pensionistico percepisce pochissimo. Sono 18 anni che stiamo a Rimini. Io ho 47 anni quindi non ho nemmeno la pensione sociale. Dopo la sua morte ci è stata assegnata una casa popolare a Viserba. Mi sono trovata in grandi difficoltà perché non avendo entrate e con un figlio minore di 16 anni e uno di 23, che però non ha un lavoro fisso ma stagionale, devo pensare anche a loro”.
Nemmeno lei lavora?
“Non ho un lavoro fisso, faccio la stagione quando trovo qualcosa. Ho provato a cercare altro, tramite gli uffici di collocamento e ho partecipato anche a delle aste ma in giro c’è poca roba. I posti sono pochi e le domande tantissime”.
Come vi ha aiutato Famiglie Insieme?
“Con i prestiti economici per pagare le bollette e l’affitto. Io fino all’anno scorso pagavo 700 euro solo per la casa, più le bollette. Ma una volta che è venuto a mancare mio marito non ce la facevo più. Adesso con la casa popolare è diverso”.
“Noi siamo in tre in famiglia. Ho una figlia di due mesi e mezzo. Abbiamo chiesto aiuto a Famiglie Insieme perché abbiamo avuto bisogno di soldi per andare avanti” racconta invece Dragutin.
Perché vi trovate in questa situazione?
“Dove ho lavorato hanno fallito e sono rimasto senza lavoro”.
Quanti soldi ci vogliono per arrivare a fine mese?
“Ci vogliono più di mille euro. Prima quando lavoravo si stava bene. Sono circa 9 mesi che non lavoro più. Adesso anche mia moglie, dopo che è nata la bimba, è a casa perché deve stare con lei e di certo non ci possiamo permettere una baby sitter”.