Gruppo CSA: l’ambiente come missione

Girare tra le aziende della provincia consente sempre di scoprire qualcosa di inaspettato, almeno stando agli stereotipi più in voga che vogliono questo territorio dominato da una specie di monocoltura economica. E’ il caso dell’Istituto di Ricerca Gruppo CSA (Centro Studi Ambientali) di Rimini, sigla facilmente leggibile sulla facciata della sede posta all’incrocio tra la nuova Circonvallazione e l’autostrada per San Marino.

 Nato nel 1985 per iniziativa di un gruppo (poco più di una decina) di giovani ricercatori riminesi (biologi, agronomi, naturalisti, ecc.) appassionati di tematiche ambientali, all’inizio si costituirono in cooperativa e cominciarono a fare le prime analisi, quasi fosse un dopolavoro, in un laboratorio ricavato dalle parti di Santa Aquilina.

Ai primi del duemila,  per rispondere meglio alla domanda del mercato, dalla cooperativa nascono due società: CSA Sistemi e CSA Ricerche. Nel 2004 la svolta che porterà alla configurazione attuale: nasce, riunendo tutte le attività, l’Istituto di Ricerca-Gruppo CSA spa. I soci sono sette, di cui solo tre figurano tra i fondatori,  perché gli altri nel frattempo hanno abbandonato.

 Cosa fa il Gruppo CSA ?  Studi e analisi ambientali di qualsiasi tipo. In concreto, esegue analisi, alla scoperta della presenza di possibili inquinanti, su campioni di acqua (di balneazione, di scarico, di fiume, ecc.), aria (è dotato di diversi laboratori mobili) e suolo. Non a caso tra i maggiori clienti ci sono le compagnie petrolifere. Quindi cibi e catena agro-alimentare cui è riservata una Divisone specifica. .  Esegue misurazioni e analisi di impatto ambientale di grandi  opere, come, per fare un esempio, l’alta velocità nel tratto Milano-Bologna. Valuta la sicurezza degli ambienti di lavoro, promuove sistemi di qualità e di gestione ambientale e altro ancora.

 Studi ed analisi abbastanza complessi da richiedere una strumentazione piuttosto sofisticata. Per rendersene conto è sufficiente compiere una visita,  dove siamo guidati da Gabriele Matteucci, Direttore della Divisione Progetti, Ricerca e Sviluppo,  nei due piani dell’edificio-laboratorio del Gruppo CSA. Qui, dove arrivano da tutta Italia i campioni da analizzare, prelevati da tecnici del Gruppo CSA oppure inviati dai clienti medesimi, tutto funziona come fosse una catena di montaggio: si riceve il campione, al quale viene attribuito un codice univoco, lo si prepara per essere analizzato (perché un vasetto di terra non può essere studiato allo stato del prelievo), quindi viene sottoposto a tutte le analisi del caso, passando su una filiera di macchinari, fino ad arrivare al rapporto di prova finale, un foglio dove sono elencati i valori dei parametri  organico-chimico-fisici  presenti, che chiude il ciclo, ed in base ai quali si dovranno prendere delle decisioni.

Analisi che richiedono procedure rigorose e macchinari molto sofisticati,  alcuni dei quali, nemmeno troppo grandi, possono costare fino a 500 mila euro, cioè  più di una macchina Ferrari. Ma questa è l’attrezzatura richiesta per essere competitivi. Il Gruppo CSA stima in 3 milioni di euro il valore dei suoi impianti. Un investimento che però le consente di essere tra i primi cinque Istituti di studi ambientali più quotati in Italia. 

 Ma una visita ai laboratori del Gruppo CSA  suggerisce anche altre osservazione interessanti: per cominciare, l’automaticità degli impianti, cioè delle macchine incaricate di compiere le analisi, che fanno praticamente tutto da sole, programmate da complessi software, personalizzati da informatici aziendali, attivi ininterrottamente 24 ore al giorno;  di conseguenza, nei laboratori si incontra meno personale di quanto ci si potrebbe attendere.  Infine, la giovane età  degli addetti, la cui età media non arriva ai  40 anni.      

Perché, questo è molto importante, il Gruppo CSA da lavoro a 120 persone, in prevalenza biologi, periti chimici, laureati in scienze ambientali, agronomi, ecc.,  di cui la metà donne, per due terzi laureati, il resto diplomati, quasi tutti con contratto a tempo indeterminato e nessun precario. La maggioranza viene da Rimini, ma non mancano i provenienti dalle zone vicine.  L’aspetto contrattuale è molto importante  perché dimostra, aggiungiamo noi,  che la precarietà  non è la condizione indispensabile per essere competitivi, come spesso viene ripetuto.

 Ed un contratto stabile, ci tiene a sottolineare Gabriele Matteucci,  “consente ai giovani di guardare con maggiore fiducia al futuro e magari di farsi una famiglia con più tranquillità”.  Perché le macchine sono importanti ma alla fine sono sempre le persone a reggere il tutto. Sul personale l’Azienda investe molto, tanto è vero, ci spiega Elivio Sisti, il Presidente, che abbiamo raggiunto in un secondo edificio poco distante, “su questo capitolo spendiamo la metà circa del fatturato. Per la selezione ci serviamo molto dei tirocini formativi, dove ai giovani è consentito di mettersi in mostra, ed eventualmente essere assunti, inizialmente con un contratto di apprendistato e poi, se ci sono le condizioni,  con uno a  tempo indeterminato.  Da noi il ricambio di personale praticamente non esiste e qualcuno ci ha anche chiesto di tornare dopo aver lasciato.

Il fatturato del 2009 è stato di 8 milioni di euro, leggermente inferiore all’anno precedente. La crisi un po’ si è sentita, non in forma drammatica, soprattutto per il rinvio, o mancato avvio, di importanti opere infrastrutturali (inceneritori, rigasificatori, autostrade, ecc.) dove sono richiesti diversi studi di impatto ambientale. Il nostro mercato è nazionale e in provincia di Rimini fatturiamo meno del dieci per cento del totale.  

Logisticamente Rimini, trovandosi nel centro Italia, è una posizione abbastanza favorevole, a parte gli annosi problemi  della viabilità, che per chi deve spostarsi molto è un costo aggiuntivo”.

 Il Gruppo CSA collabora con Facoltà (Chimica, Biologia, Farmacia, ecc ) di diverse Università nazionali (Ancona, Bologna, Ferrara, Urbino, Trieste, Milano-Bicocca e Venezia)  ed estere (Columbia University e University of New York), nonché con Centri di ricerche come il CNR, l’Istituto di Nazionale Apicultura e quello di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.

Con il Polo di Rimini, in particolare la Facoltà di Chimica industriale,  sono attive collaborazioni per  stage e  redazione di tesi di laurea.  In questo ambito il Gruppo CSA è interessato, ci conferma il Presidente, a collaborare con il nascente Polo tecnologico riminese.

 Ultimo: da un bando del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT) ha da poco ricevuto un finanziamento per la realizzazione di un sistema innovativo, tecnologicamente avanzato ed efficiente per lo studio degli ambienti marino-costieri, che hanno un ruolo fondamentale nel bilancio globale della CO2 e nei cambiamenti climatici, due temi di grande attualità per la comunità scientifica internazionale.