Dove sta la competitività del turismo

Perché il turismo  riminese, fatto di costa ma anche di tanta storia, enogastronomia e di uno splendido entroterra, a stento mantiene i suoi numeri e non cresce come sarebbe auspicabile ?

Una risposta semplice non esiste perché sono molti i fattori in gioco. Cominciamo dall’immagine che il territorio offre verso l’esterno, un primordiale fattore di richiamo, dato che chi fa vacanza sceglie il luogo prima di qualsiasi altro servizio. L’immagine non è sempre coerente, coordinata e soprattutto in grado di mettere a sistema, valorizzare e rendere fruibile l’insieme di tutte le risorse disponibili.

Uno studio della Banca d’Italia su “La competitività dell’offerta turistica italiana nel comparto balneare: l’interazione con le risorse culturali”, presentato a Venezia nell’aprile scorso in una conferenza dedicata a  L’Italia e il turismo internazionale, arriva a queste conclusioni:

I risultati dello studio empirico condotto mostrano come la domanda di servizi turistici presso le località costiere nazionali sia positivamente influenzata, a parità di caratteristiche delle strutture ricettive e di altri fattori di contesto, dalla ricchezza del patrimonio storico-artistico locale e dalla qualità  dell’ambiente. L’effetto è significativo e di entità rilevante in entrambi i casi…Nel complesso, il lavoro suggerisce che tra il segmento del turismo balneare e quello del turismo d’arte possono svilupparsi significative complementarità”.

Ora se questa interazione “rilevante” esiste bisognerebbe chiedersi quanto si è investito a Rimini e dintorni su questi binomi (turismo-arte e turismo-ambiente). Spesso si privilegiano gli aspetti più spettacolari, che si esauriscono in pochi giorni, dimenticando, forse, la vera sostanza, costituita dai flussi turistici guidati da interessi più maturi e che fanno lievitare meglio i fatturati.

Poi c’è anche un aspetto collegato alla qualità e alla competitività dei servizi, a cominciare da quelli di accoglienza: in provincia di Rimini meno del 7 per cento degli hotel sono di 4-5 stelle, contro i 15 di Ferrara,  19 di Venezia e 26 di Roma.

Ed è sempre uno studio della Banca d’Italia, Il turismo internazionale in Italia, del marzo 2013, a scrivere che “i prezzi dei soggiorni in hotel, a parità delle caratteristiche degli alberghi, sono in Emilia Romagna più bassi di quelli di altre regioni italiane (Marche, Liguria e Toscana), ma maggiori se confrontati con i corrispettivi di importanti regioni estere concorrenti quali la Catalogna, le isole greche o le Canarie”.

Giusto sul tema, nell’ultima fiera ITB di Berlino molti operatori hanno indicato la Grecia e la Turchia come i competitori più agguerriti  nel bacino del Mediterraneo.

Non è tutto, ma qualche indicazione su come ri-orientare le azioni future si possono  già raccogliere.