Operazioni sospette, cresce la guardia

Di Angela De Rubeis

Il primo gennaio 2008 viene istituita presso la Banca d’Italia l’Unità di informazione finanziaria (Uif), struttura nazionale incaricata di ricevere, analizzare e comunicare agli organi investigativi le informazioni che riguardano ipotesi di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Tra i compiti dell’Unità: l’approfondimento finanziario, anche mediante ispezioni e segnalazioni di operazioni sospette. Quelle operazioni, cioè, sulle quali è ipotizzabile un’attività di riciclaggio. A fornire le segnalazioni sono gli istituti bancari, le Poste, gli intermediari finanziari, ma anche professionisti e operatori non finanziari. Il punto è che da queste figure, nello specifico, vengono  prodotte poche segnalazioni e nella maggior parte dei casi di scarsa utilità. È questo un nodo ampiamente discusso nell’ultimo anno: il ruolo dei professionisti.

I numeri che indica l’ex governatore della Banca d’Italia Mario Draghi alla Commissione antimafia, sono allarmanti. L’Emilia Romagna ha inviato il 6,4% di segnalazioni sospette nel 2007, il 7% nel 2008, e il 6,9% nel primo semestre del 2009. La Regione, così, si posiziona al quinto posto della classifica nazionale delle operazioni “grigie”. Per quel che riguarda il primo semestre del 2011 si registrano 1.250 segnalazioni sospette che provengono principalmente da istituti bancari e dalle Poste. Il report realizzato da Libera riporta alcune considerazioni fatte dalla Uif, che ben mettono in luce le crucialità del caso: “Le segnalazioni dei professionisti e degli altri operatori economici non finanziari sono state appena 18, oltre la metà delle quali effettuate da notai. La dinamica più significativa fra il 2008 e il 2010 è evidenziata dalle province di Rimini e di Modena, che hanno visto rispettivamente quadruplicarsi e triplicarsi le segnalazioni”.

Rimini è passata dalle 93 segnalazioni sospette del 2008, alle 436 del 2010, il 17% di quelle realizzate in regione, preceduta solo da Bologna con il 21%. Di tutti questi numeri quello che intristisce un po’ sono le 18 segnalazioni di professionisti e degli altri operatori economici. Nessuna accusa. Certo è che molto spesso le operazioni investigative hanno messo in luce il ruolo cruciale che hanno avuto queste figure: avvocati, notai, commercialisti. E noi siamo fermi a 18.

Bruno Piccioni, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rimini, ha la sua risposta a quella che sembra un’anomalia. “Fatico a pensare che un malavitoso faccia ricorso ad un commercialista del posto. Credo siano persone che fanno grandi affari e che sicuramente avranno i loro, di commercialisti. E poi noi non sappiamo cosa un commercialista faccia nel suo ufficio, e quante segnalazioni faccia. I dati della Uif sono generici in tal senso”. La guardia è comunque alta. Lo scorso anno lo stesso Ordine organizzò un convegno dedicato a questi temi, spiegando non solo cosa si dovesse fare in caso sorgesse un dubbio sulla natura di una transazione ma specificando anche il rischio che si potrebbe correre ad infilarsi in un affare malavitoso. “Il 60% dei nostri iscritti – continua il presidente – ha meno di 40 anni. Sono giovani, il rischio che vengano attirati dai soldi facili può esserci, ma io ricordo sempre loro che i pericoli sono tanti, per loro, per le loro famiglie. Io ho sempre sentito dire che da certi contesti si esce solo in orizzontale”.

Secondo Piccioni, quindi i commercialisti tengono bene gli occhi aperti, soprattutto nei casi di passaggi di proprietà.  Recentemente anche il Comando provinciale della Guardia di finanza di Rimini ha diffuso dati interessanti rispetto al riciclaggio di denaro. Nel 2011 sono state arrestate 15 persone e sequestrati 30.600 euro mentre la quota di riciclaggio accertato si aggira intorno ai 3,4 milioni di euro. Un mare di denaro e un balzo, rispetto al 2010, impressionante se si pensa che in quell’anno alla voce “riciclaggio accertato” il contatore si fermava ad appena 220 mila euro e 8 persone denunciate contro le 123 di quest’anno. Non saranno tutti soldi mafiosi ma più di una pulce deve saltare all’orecchio. Lo stesso comandante provinciale Mario Vanceslai ha dichiarato che “c’è una grossissima componente di persone che soggiornano in provincia e che vivono di espedienti o collegamenti ad associazioni criminali. Con Polizia e Carabinieri stiamo mettendo in campo un progetto mirato”.