L’occupazione e le figure professionali più richieste

Le previsioni

Stando ai dati 2011 dell’indagine Excelsior, realizzata dal Ministero del Lavoro e da Unioncamere, sulle intenzioni della aziende private della provincia di Rimini di assumere nell’anno che sta per finire (l’indagine è stata realizzata in primavera ma resa pubblica da poco), il messaggio che emerge   è uno solo:  la cancellazione dei posti di lavoro si sta esaurendo, ma è ancora presto per parlare di ripresa, anche se crescono le imprese che prevedono di tornare ad assumere.

Premesso che stiamo parlando di intenzioni di assumere, da verificare a posteriori, cioè tra qualche mese, il saldo tra entrate e uscite dal lavoro di quest’anno è risultato migliore dei precedenti, non perché sia tornato positivo (cosa che accade quanto le assunzioni superano gli abbandoni, quindi si creano nuovi posti di lavoro), ma semplicemente perché mostra la fine della discesa.

In sostanza, a fronte dell’intenzione delle imprese di assumere 13.200 persone, ci sono 13.390 previsioni di  fuoriuscite (pensionamenti, ritiri, licenziamenti, ecc.), che fa un saldo ancora negativo, per il terzo anno consecutivo, di  meno 190.

Ma questo non è niente a fronte del saldo ben peggiore degli anni precedenti:  meno 1.570 del 2009 e meno 1.620 del 2010. Saldi negativi, ugualmente distribuiti tra industria e servizi, che purtroppo hanno trovato conferma nei consuntivi di fine anno, tanto che nel 2010 l’Istat ha segnalato, per la provincia di Rimini, 4mila occupati in meno.

Per trovare l’ultimo saldo positivo  bisogna  risalire al 2008,  prima cioè che scoppiasse la crisi (esplosa a settembre). Da allora i posti di lavoro non hanno fatto che scendere.

La crisi non ha cambiato solo i saldi ma anche le modalità di lavoro: sono infatti diminuite le offerte  non stagionali (erano il 54 per cento nel 2008, sono scese  al 31 per cento nel 2011) e con loro i contratti a tempo indeterminato: dal 17 al 10 per cento di tutte le assunzioni (stagionali e non).  Questa media nasconde però grandi differenze: perché mentre l’industria assume uno su tre con contratti permanenti, nei servizi si scende a uno su tredici e negli alberghi e ristoranti addirittura ad uno su cento.

Per un confronto si tenga presente che in Emilia Romagna, nel 2011, le offerte di lavoro non stagionali (cioè permanenti) sono state i due terzi del totale, il doppio di Rimini, e i contratti a tempo indeterminato uno su quattro (due volte e mezzo Rimini).

Secondo le previsioni delle imprese, una assunzione non stagionale su cinque (770 su 4.040) sarà di “difficile reperimento” (nel 2008 era una su tre), per carenza di candidati, ma soprattutto per  l’inadeguatezza della qualificazione degli stessi.   A soffrire di più sono le imprese artigiane.

Ancora una volta (è una costante che si ripete da un decennio e non c’entra quindi con la crisi) la domanda di personale laureato, nove scarsi ogni cento assunzioni non stagionali previste, è la più bassa della Regione e d’Italia (dove sono circa dodici ogni cento assunzioni promesse).

Per trovare il personale da assumere fa premio, soprattutto nelle piccole imprese, la conoscenza diretta, meno, nel senso che attingono di più alle banche dati aziendali, in quelle più grandi.

Le professioni più richieste

In questo contesto, ancora difficile, soprattutto per i giovani (la disoccupazione giovanile, a Rimini, è al 23 per cento e quella delle donne al 29 per cento), c’è qualche cambiamento nelle professioni richieste, ma non più di tanto. Tra le professioni intellettuali (laureati) compaiono richieste, che prima della crisi erano praticamente assenti,  come specialisti in scienze matematiche e fisiche (molto difficili da trovare), gestionali e commerciali, ed anche un gruppo di ingegneri.

Ma a dominare sono sempre le professioni qualificate della ristorazione del commercio, anche queste non facili da reperire, poi operai specializzati, impiegati, professioni tecniche ed altri.  Di seguito una tabella per orientarsi.

Le professioni più richieste nel 2011