Gli studenti del “fare” vanno a ruba

di Marzia Caserio

Cercasi tecnico dell’industria, geometra, cuoco, cameriere, segretaria, elettricista, perito informatico, meccanico. E la lista potrebbe continuare con altrettante figure professionali spesso, dalla società odierna e dall’orientamento delle nuove generazioni a proseguire gli studi all’università, declassate in serie “B”. Ma in tempi di crisi sono proprio queste a ritrovare fascino ottenendo un ottimo riscontro dal parte del mondo del lavoro.

Uno sbocco occupazionale garantito è quello dell’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato “Leon Battista Alberti”, pronto a sfornare ogni anno figure come idraulici e meccanici che “per il 70% trovano lavoro nel nostro territorio. Officine di riparazioni, aziende specializzate se vogliono qualcuno del settore vengono da noi”, racconta Giovanni Rossetti, il preside. Il numero restante va all’università o si propone come libero professionista “visto che una volta fuori ha tutte le competenze per firmare un impianto”. Se architetti e ingegneri faticano a trovare un’occupazione che soddisfi le loro aspettative di studio, a fare la parte del leone sono i geometri, sempre più ricercati per sbrigare pratiche e coordinare i lavori in cantiere. “Sta succedendo una cosa strana, soprattutto negli ultimi anni. Ho notato che i ragazzi che si sono diplomati con ottimi voti decidono di lasciar perdere l’università e di mettersi al lavoro e svolgere i due anni di praticantato per iscriversi al Collegio dei Geometri”, spiega Alessandro Gaspari, dirigente scolastico dell’Istituto tecnico “Belluzzi”. Come a voler dire: la laurea non è più garanzia di lavoro. Forse. “Questa inversione di tendenza è data dal fatto che le aziende sempre più ci richiedono questa figura che non serve solo per costruire case, come vuole lo stereotipo, ma per occuparsi a tutto tondo del patrimonio costruttivo e ambientale”. Il preside non ha dubbi, se c’è la volontà e la motivazione il lavoro si trova, e a dare una mano in più sono gli stage formativi in azienda, “quelle stesse aziende che poi assumono i ragazzi dopo il diploma”. E se le aspettative di un lavoro sicuro e retribuito ci sono, ecco aumentare gli iscritti, circa un centinaio “molti dei quali con voti alti”. E aggiunge: “Oggi il geometra non è solo una figura da assumere, ma può esercitare come libero professionista e lei ha mai visto un libero professionista disoccupato?”.

Se il diploma e l’università sono due canali per immettersi nel mondo del lavoro, secondo Mario Calandrini preside dell’Istituto tecnico commerciale “Rino Molari”, ce n’è un terzo “che gli studenti non prendono in considerazione ma che li aiuterebbe molto. E’ quello della specializzazione a livello professionale”. A sentire lui è un opzione poco sfruttata, ma sarebbe una risorsa strategica per i giovani, al fine di ottenere una qualifica professionale mirata. Proprio in virtù di ciò è stato avviato un sistema regionale di Istruzione e Formazione professionale (IeFP) che consente agli studenti interessati di acquisire attraverso percorsi specifici triennali, realizzati dagli istituti professionali e dagli enti di formazione, una qualifica regionale riconosciuta a livello italiano.

Tiene banco, dal punto di vista dall’occupazione, anche l’Istituto professionale alberghiero “Malatesta” di Rimini, in cui ogni anno si diplomano futuri receptionist, cuochi, maitre di sala. “Nonostante la crisi il settore turistico alberghiero tira e sono tanti i giovani che ci vogliono provare e tanti gli alberghi che finiti gli esami di maturità attingono dal nostro bacino”, assicura Luigi Angelo Catalano, il dirigente. Quest’anno sono circa 820 i nuovi iscritti, “e abbiamo dovuto rifiutare diverse richieste”.