Certi sono solo i tagli ai comuni, non le nuove entrate

di Mauro Bianchi

La manovra per aggiustare i conti pubblici varata a fine estate (DL 98/2011) mette in forse proprio uno dei cardini principali del programma di governo: il federalismo fiscale. Dopo Standard & Poor’s anche Moody’s se ne è accorta, affermando nel suo ultimo “Weekly Credit Outlook” che la manovra per come è stata congegnata, “appesantisce ulteriormente bilanci” comunali e regionali “già allo stremo” e introduce “elementi di incertezza per quanto riguarda la distribuzione di poteri e responsabilità a livello locale”.

È certamente un problema di risorse tagliate che costringono Regioni ed enti locali a una stretta finanziaria assai penosa. Ma lo è ancor di più per i modi con cui la manovra è stata decisa: un esercizio di centralismo, a dispetto del pieno coinvolgimento delle autonomie nelle decisioni di finanza pubblica che la riforma del federalismo fiscale ha posto come punto essenziale.

Le conseguenze della manovra

Quali saranno le conseguenze della manovra da 54 miliardi sulla finanza locale, con particolare riferimento ai comuni medi e piccoli della provincia di Rimini? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Pruccoli, sindaco di Verucchio, vicepresidente Unione dei Comuni Valle del Marecchia e coordinatore provinciale Anci e Legautonomie.

Le riduzioni delle entrate statali e regionali e i tagli interni per  le amministrazioni in diversi settori nel 2011 / 2012, quanto costeranno ai cittadini?

“Costeranno tantissimo, anche se azzardare cifre sarebbe improvvido. Comunque, tenuto conto che in Comuni come i nostri che non sprecano un centesimo in auto blu o in consulenze prezzolate, dove ogni singolo euro viene centellinato con la massima parsimonia e dove tutte le entrate vengono spese per erogare servizi ai cittadini, si può affermare con serenità che ogni taglio, anche piccolo, effettuato al bilancio del Comune, è un taglio fatto ai cittadini di quel comune”.

Queste riduzioni potranno essere compensate dalle nuove entrate previste dalla Finanziaria, che al momento però non sono ancora specificate da decreti attuativi. Cosa prevedete?

“Facile fare previsioni, la risposta è già contenuta nella domanda, per l’appunto non ci sono i decreti attuativi riguardo alle entrate. Quindi non è difficile prevedere per il futuro ciò che sta accadendo da almeno tre anni: i tagli sono certissimi ed immediati, mentre per quanto riguarda le entrate, tutto fumo e niente arrosto, parole, rimandi e parole, demagogia e slogan, ma di nuove entrate neanche l’ ombra”.

La finanziaria chiede ai comuni di ridurre gli sprechi (in consulenze, società partecipate, metodi di lavoro etc.), di recuperare risorse in modo innovativo (es. attraverso i programmi europei), di fare rete con gli altri comuni (dal 2011 i comuni dovranno associarsi in almeno due funzioni fondamentali; nel 2012 per almeno quattro funzioni e nel 2013 per almeno sei) per mettere in atto sinergie capaci di produrre risparmi e  di migliorare l’efficienza dei servizi. Voi cosa avete fatto e cosa pensate di fare?

“Per noi comuni della bassa valle del Marecchia, questa è tutt’altro che una novità, abbiamo già costituito negli anni scorsi e senza essere costretti da nessuna legge, ma solo nell’ interesse dei cittadini e per risparmiare, l’Unione dei Comuni. Sono personalmente convinto che al di là degli obblighi derivanti dall’ ultima manovra sia necessario un fortissimo salto di qualità nella gestione associata dei servizi e nell’ elaborazione politica complessiva della valle del Marecchia. Occorre gettare il cuore oltre l’ostacolo, non è più tempo per operazioni gattopardesche, dobbiamo saper immaginare un futuro politico – amministrativo diverso da quello attuale, magari coinvolgendo i sette comuni che fino a due anni fa si trovavano in Provincia di Pesaro, il tutto sotto l’egida della regione Emilia Romagna. Secondo me la vera sfida di questo territorio sta qui e noi classe politica dovremo rispondere di questo, se farci iscrivere di diritto al girone degli ignavi o se  dimostrare di avere la giusta forza e capacità di cambiare rotta nella tempesta, ovvero essere classe dirigente”.

IL PATTO DI STABILITA’ PER I COMUNI: un moltiplicatore di efficienza o un vincolo regressivo?

Secondo uno studio dell’IFEL, gli effetti della manovra saranno peggiori per i comuni che hanno ottenuto, con la Legge di Stabilità del 2010, gli sconti migliori (anche del 50/60%) nel raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. La legge di stabilità aveva disposto vincoli più elastici ai comuni, in modo tale che gli stessi non fossero penalizzati rispetto all’anno precedente. La manovra appena approvata dispone maggiori vincoli a partire dal 2012. Come farete per conseguire il pareggio di bilancio (saldo zero)? Sarete penalizzati o premiati?

“Anche qui l’esperienza aiuta a rispondere. Sono sindaco da sette anni e Verucchio risulta sempre tra i comuni virtuosi, tuttavia il patto di stabilità peggiora di anno in anno fino a portarci alla paralisi totale attuale. Insomma il patto funziona così: più sei virtuoso e più ti punisco. Quindi, visto che i nostri conti sono in ordine, penso che saremo ancora penalizzati. Non credo ai miracoli specialmente a quelli finanziari o contabili”.

I Comuni dovranno decurtare decisamente i costi in alcuni settori, voi dove pensate di tagliare?

Tra le indicazioni della Finanziaria anche il divieto in caso di organizzazione di eventi celebrativi da parte dei comuni, di effettuare spese per straordinari o indennizzi al personale comunale, che in pratica dovrebbe perare in forma volontaria. Cosa ne pensate?

“Noi pensiamo di aver raggiunto l’impossibilità tecnica di tagliare ulteriormente, visto che la nostra spesa corrente è praticamente solo quella rigida di funzionamento. I tagli imposti dal governo a noi non producono alcun beneficio perché sono spese che non abbiamo mai sostenuto, come dicevo a Verucchio e nei piccoli comuni in genere i soldi non si sono mai sprecati, alle lezioncine dei vari ministri rispondiamo “grazie, già fatto”.

SUSSIDIARIETA’ PUBBLICA

Gli enti locali a suo parere continuano a sobbarcarsi oneri che spetterebbero allo Stato?

“Certo”.

Quali nel suo caso?

“Un esempio su tutti, quello che pesa maggiormente sul bilancio: l’Handicap nelle scuole. La riduzione di organico nel personale docente, fa sì che tutti i casi variamente segnalati, dall’handicap grave al semplice disagio (per situazioni familiari complesse) non vengano supportati dagli insegnanti di sostegno sul cui numero il Ministero taglia pesantemente ogni anno di più. Tocca ai Comuni farsi carico di inserire figure come quelle degli educatori che diano sollievo ai ragazzi agli insegnanti e ai compagni di scuola. Risultato, a Verucchio in quattro anni da 25.000 euro annui ad oltre 60.000.

SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA

Sul fronte della semplificazione i comuni piccoli (-5.000 ab.) dovranno gestire le proprie funzioni fondamentali in forma associata. Tramite le ‘unioni dei comuni’ e le convenzioni sui servizi quali: la segreteria comunale, l’amministrazione, la gestione e il controllo, la polizia locale, l’istruzione pubblica, l’edilizia scolastica, la viabilità e i trasporti, la gestione territoriale e ambientale, il sociale. Ci sono progetti già avviati o da avviare in tal senso?

“Come detto, insieme a Santarcangelo , Poggio Berni e Torriana costituiamo l’ Unione dei Comuni Valle del Marecchia, la quale ha un servizio unificato di polizia municipale, un ufficio unico del personale, gestisce in convenzione altri servizi tra cui spiccano la protezione civile, lo sportello unico per le imprese, ed una parte dei servizi sociali sui quali è in corso di valutazione però, il trasferimento dell’ intero blocco. Se ci venisse finanziato dalla Regione, vogliamo anche promuovere uno studio di fattibilità per il trasferimento di altri servizi pesanti”.

Dovranno passare ai comuni molte proprietà del demanio: immobili, spiagge, caserme etc. Non si sa però in che modo e attraverso quali procedure: mancano i decreti attuativi. Come vi siete mossi?

“Altra domanda, altra scatola vuota. Il federalismo demaniale allo stato attuale è una bufala, una vera presa in giro. Come unione dei Comuni abbiamo conferito incarico ad uno studio esperto in materia di tenere i rapporti con il Ministero per accompagnare il percorso, ma nell’ elenco dei beni che vorrebbero trasferirci non ce n’ è uno del minimo interesse o valore. Abbiamo chiesto altro di più interessante, ma è tutto arenato”.

Federalismo fiscale

Nuove entrate locali, ma dal 2014. Come vuole realizzare il federalismo fiscale la sua amministrazione?

“Il federalismo fiscale è una trovata pubblicitaria, sotto il titolo non c’ è niente e in quel poco non c’ è niente di buono per i Comuni. Inoltre ogni effetto del federalismo fiscale è stato vanificato dalle ultime due manovre”.

Tra gli aspetti innovativi della Finanziaria c’è l’accertamento tributario da parte dei comuni: in tutti i comuni superiori ai 5000 abitanti dovranno essere istituiti i Consigli tributari (quelli più piccoli li costituiranno in forma associata) che contribuiranno all’accertamento tributario e contributivo, in pratica alla lotta all’evasione partendo dal livello locale. In caso di accertamento di evasione il Comune riceverà per il suo servizio solamente il 33% delle sanzioni e comunque dopo la riscossione della somma evasa. Come pensate di intervenire?

“Abbiamo già firmato da tempo il protocollo con l’ Agenzia delle entrate, gli uffici stanno predisponendo un elenco di azioni coordinate per far sì che il Comune non si trasformi in un ente fondato sulla delazione, ma sia in grado di fare segnalazioni motivate e dettagliate. Comunque, visto che si parla di entrate pari al 33% delle somme effettivamente riscosse, visti i tempi italiani di riscossione, i Comuni non arriveranno vivi a vedere gli eventuali benefici di tale provvedimento”.

Infine la stretta sulle società partecipate: dai comuni devono essere dismesse entro dicembre 2011 nei comuni superiori ai 30mila abitanti, quelli tra 30mila e 50mila possono avere una sola partecipata. Non ci sono limiti per quelli più grandi. In ogni caso le partecipate devono servire solo per finalità strettamente istituzionali. Qual è la vostra situazione?

“In tutte le società partecipate deteniamo quote con molti zeri dopo la virgola, eccezion fatta per la società “Valle del Marecchia”, costituita dall’Unione e partecipata anche dal Comune di Verucchio. Poiché i quattro Comuni superano la soglia dei 30.000 abitanti, non ricorrerà l’obbligo di dismissione. Questo ad oggi, perché la vera difficoltà di questo ultimo biennio è dover affrontare tutti i ragionamenti di cui sopra con un quadro in continua evoluzione, tutto muta giorno per giorno. Tutto ciò non è né serio, ne rispettoso del ruolo e della storia delle autonomie locali”.

One thought on “Certi sono solo i tagli ai comuni, non le nuove entrate

  1. L’UNICA VIA PER FARCELA E’ IL REFERENDUM SUL COMUNE UNICO DELLA BASSA VALMARECCHIA: Un’esigenza irrinunciabile soprattutto in un periodo di crisi

    Occorre effettuare un grande taglio dei costi della Politica e una migliore razionalizzazione dei servizi a favore dei cittadini e con l’attuazione del federalismo fiscale ed i Decreti Legislativi, ci sarà la Grande riforma di cui ha veramente bisogno l’intero Paese.
    Spesa storica e fabbisogni standard, efficienza dei servizi e risparmi di spesa, è su questi parametri che nei prossimi anni si potrà valutare l’attuazione concreta del federalismo fiscale nei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche. Il processo di determinazione dei fabbisogni standard punta a soddisfare le esigenze dei cittadini promuovendo un uso più efficiente delle risorse pubbliche. La determinazione dei fabbisogni standard per regioni, province, comuni e città metropolitane rappresenta dunque un passaggio fondamentale nel percorso di attuazione del federalismo fiscale.
    L’avvio della fase transitoria per il superamento della spesa storica è prevista a partire dal 2012 e terminerà nel 2017.
    Sicuramente in questa direzione, va anche l’accorpamento di piccoli Comuni in un solo Comune.
    Nei Comuni della nostra Unione: Poggio Berni, Santarcangelo Verucchio e Torriana ormai da anni l’opinione pubblica e la politica locale, dibatte su questa soluzione; infatti con questo nuovo modello istituzionale, avremmo soprattutto un forte ridimensionamento degli attuali costi della politica e di gestione, con i suoi 4 Comuni, liberando risorse da rinvestire per i cittadini, inoltre si otterrebbe anche una realtà di circa 36.000 abitanti, con una forza politica decisamente superiore a quelle attuale, soprattutto nella richiesta delle risorse economiche per la gestione del territorio. Dal mio punto di vista, il Comune Unico può essere una soluzione giusta per lo sviluppo dell’intera vallata, e allora vogliamo dare una nuova spinta a questa soluzione; si parla tanto di democrazia, di democrazia diretta.
    Proprio per questo io credo che la prima decisione, se fare o meno un passo del genere, spetti al Popolo Sovrano.
    Per questo penso che una decisione così importante, non si possa e non si debba prendere nelle stanze chiuse dei partiti, né tanto meno debba essere imposta da alcuni amministratori, crediamo invece che il suo impianto debba essere successivo all’approvazione di questa misura da parte del Popolo Sovrano.
    Io propongo la raccolta firme per Referendum Consultivo:
    Occorrono almeno 5.000 firme, da presentare alla Regione Emilia Romagna, per arrivare ad un Referendum consultivo tra la popolazione dell’Unione dei Comuni della Valle del Varecchia.
    Il COMITATO è la forma giuridica più adeguata per inziare questo viaggio.
    Una volta costituito il COMITATO si potrebbe iniziare una serie di gazebo nelle piazze di tutti i Comuni dell’Unione, dove oltre alla raccolta firme, si dovrebbero spiegare le linee guida del Comune Unico della Valmarecchia.
    I CITTADINI di Poggio Berni, Santarcangelo, Torriana e Veruccho che sono motivati ad iniziare questo viaggio con me possono inviare una mail a genitorisignifica@alice.it

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