Montescudo-Montecolombo: l’unione rende giovani

Forse non è stata proprio l’unione, magari ha potuto di più la relativa vicinanza con Rimini e Morciano di Romagna, i maggiori centri della zona, e i prezzi relativamente più bassi delle abitazioni (intorno a 1.500€ per mq.), ma è un fatto che Montescudo-Montecolombo, nato dopo la fusione avvenuta nel 2016, oggi con poco meno di 6.900 abitanti, erano 3.841 nel 1982, è il Comune più giovane della provincia di Rimini. Il Comune, cioè, con la maggiore percentuale di popolazione nella fascia 0-14 anni, il 15,4 per cento del totale, sopra tutti gli altri, compreso Rimini, e per contrappeso la minore quota di residenti ultra sessantacinquenni, il 17 per cento, quando la maggior parte dei comuni della Valconca naviga sopra il 23 per cento, e in alta Valmarecchia si va anche oltre il 30 per cento.

A ulteriore conferma di un trend in controtendenza rispetto alla maggior parte dei piccoli comuni, tutti a rischio spopolamento, come ci aggiorna il sindaco Gian Marco Casadei, un ex democristiano di lungo corso, già primo cittadino di Montescudo, per due mandati, negli anni ottanta, c’è il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) positivo del 2022: 41 nati e 24 decessi. In altri comuni accade esattamente il contrario.

Non si può nemmeno dire che a risollevare le sorti demografiche siano gli immigrati, perché ce ne sono meno che altrove, visto che non arrivano a coprire il dieci per cento della popolazione, un paio di punti sotto la media provinciale.

Primato di popolazione giovane che mal si concilia, se non fosse una eredità storica, perché fa pensare tutto il contrario, con gli otto cimiteri di cui conta Montescudo-Montecolombo (quattro ciascuno): probabilmente un record. 

L’attrazione esercitata da abitazioni più economiche, soprattutto per le giovani coppie, unita ad una domanda di lavoro delle imprese del territorio che non manca, probabilmente è la chiave che spiega questo primato.

Imprese, 465 quelle attive, di cui 92 agricole e 38 manifatturiere, dove sicuramente lavorano parte dei 2.927 occupati residenti nel comune.

Una domanda di lavoro, rappresentata dalle assunzioni, che è salita da 422 unità del 2010 (unendo i dati dei due comuni), a 743 nel 2021. Segnale evidente di una disponibilità in crescita. Che non raggiunge comunque la piena occupazione, perché ci sono anche 400 persone circa che il lavoro lo cercano.

Situazione, tra l’altro, che potrebbe migliorare se, come riferisce il Sindaco, almeno un paio delle maggiore imprese attive nel territorio, una nel campo delle piattaforme aeree e una seconda nel confezionamento mono dosi di prodotti cosmetici, daranno corso, come annunciato, a nuovi investimenti, che richiederanno nuove assunzioni.

Non deve essere quindi un caso se in Santa Maria del Piano di Sotto, la frazione di Montescudo dove si trova l’area industriale comunale, lungo la Provinciale 18 che porta a Morciano e Cattolica, sia in corso la costruzione di nuovi alloggi.

Se poi anche il turismo, che per l’entroterra riminese continua ad essere una chimera, anche se nel 2022 c’è stata una ripresa dei pernottamenti che hanno superato i livelli pre covid (188 mila a fronte di 165 mila del 2019, di cui un quarto stranieri), ma sempre il misero uno per cento del totale provinciale, fa il salto tanto atteso, come l’Amministrazione auspica, dopo aver dato in concessione ad un albergatore della costa la Locanda Malatesta, di sua proprietà, in pieno borgo di Montescudo, con la previsione di realizzare 14 suite, che andrebbero ad aggiungersi alla ricettività esistente, costituita da tre hotel e 25 esercizi extralberghieri, per un totale di 255 posti letto, ampliando le  possibilità di visita e permanenza nel territorio. Solo a Montescudo-Monte Colombo i pernottamenti 2022 sono stati 15 mila, con 3.700 arrivi. Fare meglio certamente vuol dire portare più ricchezza in tutta la vallata. Come è negli auspici del progetto di promozione turistica, insieme agli altri comuni, Terre del Conca.

Casa e lavoro sono importanti, ma come abbiamo visto in altri piccoli comuni dell’entroterra, spesso non bastano ad evitare l’esodo della popolazione, soprattutto quella giovanile. Ci vogliono anche i servizi. A cominciare da quelli per la salute. Un’area che la nuova amministrazione, eletta poco più di un anno fa, ha messo al primo posto del suo programma, ed a cui ha già dato seguito con la sistemazione di quattro ambulatori medici disseminati nelle frazioni, la riapertura di quello di Trarivi, il trasferimento presso l’edificio municipale di quello di Montescudo e la riattivazione, in accordo con l’AUSL Romagna, del punto prelievi presso la CRA “Sebastiano Fantini”.

Gli uffici postali funzionanti sono quattro, ma manca, specie a Montescudo, uno sportello bancario, una volta chiuso quello Carim, sostituito da un bancomat di Crédit Agricole. Il Sindaco, però, non dispera di ottenerne la riapertura. Per trovare, invece, uno sportello della Banca Popolare Valconca, bisogna scendere a Taverna. Non vicinissimo.

La vivacità demografica di Montescudo-Montecolombo trova riscontro anche nel numero degli alunni iscritti nelle scuole del comune: 509 nel 2022 (erano 561 nel 2019), di cui 168 nell’infanzia, 228 nella primaria (elementare) e 113 nella primaria (media). Per le superiori bisogna invece trasferirsi a Morciano di Romagna, oppure a Riccione o Rimini.

Per i lavori pubblici i finanziamenti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e del  GAL (Gruppo di Azione Locale) continuano ad essere, come per gli altri comuni, risorse importanti.

Nel primo caso i finanziamenti sono serviti per la massa a norma di una scuola elementare, nel secondo per la sistemazione del Palazzo Comunale e l’apertura di CIP (Centri interpretazione del paesaggio), una sorta di uffici di informazione turistici.

Per concludere non poteva mancare una domanda: dopo sei anni, l’unione di due comuni è una operazione che si può dire riuscita? Con tutta sincerità il Sindaco Casadei ci dice che all’inizio era piuttosto scettico, poi si è fatto convincere ed oggi ne è diventato un fervente sostenitore, per il coordinamento e gli efficientamenti che ha reso possibile, senza dimenticare i 700 mila euro annui, che dureranno fino al 2026, di contributi regionali dati proprio per agevolare la fusione.

Ultimissimo, una iniziativa che merita di essere segnalata, e perché no condivisa: a fine anno, con gli auguri, l’Amministrazione, senza attingere al bilancio pubblico, nel senso che se lo sono pagato in proprio, ha distribuito a tutte le famiglie un opuscolo di resoconto, leggibile e abbastanza dettagliato, del suo primo anno di attività. A divulgarlo sono stati gli amministratori e i consiglieri della lista che ha vinto le elezioni. Se nessuno era in casa, non l’hanno messo nella buchetta, come si fa di solito, ma sono tornati per consegnarlo, e magari spiegarlo, di persona. A proposito di riavvicinamento della politica ai cittadini.