Senza lavoro e senza casa

di Lucia Renati

L’emergenza rimangono le famiglie. Nell’ultimo anno, spiega dal Tribunale di Rimini il dottor Giuseppe Di Leo, gli sfratti che hanno richiesto l’intervento dell’ufficiale giudiziario sono stati almeno 500, mentre le richieste di sfratto presentate all’ Ufficiale giudiziario in provincia sono state 949, contro le 768 del 2011 e le 553 del 2010.

“Una volta – continua Di Leo – gli sfratti riguardavano casi limite, adesso riguardano persone nel pieno delle loro forze, famiglie monoreddito di extracomunitari, soprattutto albanesi, ragazzi di 25-30 anni, in particolare muratori carpentieri falegnami, con bambini piccoli, che non ce la fanno più”.

L’esecuzione dello sfratto è l’ultima tappa di un iter che dura in genere da un minimo di 7 mesi ad un massimo di un anno ma coloro che decidono, o riescono, a saldare la morosità entro il termine di grazia concesso dal giudice, sono ‘mosche bianche’.

Italiani e stranieri, sposati o single, con bambini o senza. Al Tribunale di Rimini le cause di sfratto per morosità sono 1.500 l’anno. Il ‘palazzaccio’ riminese deve smaltire almeno 30 cause a settimana. Sono proprietari che chiedono lo sfratto per morosità. Si tratta soprattutto di nuclei familiari, in media composti da quattro persone, all’interno dei quali c’è un solo lavoratore, per di più in cassa integrazione. Bisogna scegliere tra pagare l’affitto o mangiare. “E allora scelgono di non versare l’affitto”, spiega Andrea Buttafuoco, segretario del Sunia di Rimini.

“Purtroppo le persone vengono da noi all’ultimo, quando non c’è più niente da fare – continua Buttafuoco – Invece, se venissero appena si presentano i primi problemi di non pagamento dell’affitto, si può sempre tentare una mediazione”.

Il dramma degli sfratti coinvolge sempre più nuclei italiani, spesso immigrati dal Sud e residenti a Rimini da anni. Per prevenire l’insorgere o il protrarsi di morosità nel pagamento degli affitti, il Comune ha approvato il progetto “Salva-sfratti”, con cui verranno destinati contributi a fondo perduto a sostegno delle famiglie in temporanea difficoltà economica. 2.000 euro ad ogni famiglia per un massimo di 4 mensilità di affitto. L’assegnazione avverrà tramite un bando, emanato il 15 novembre, che rimarrà aperto fino a fine anno. Intanto si registra una nuova tendenza dei proprietari di casa: abbassare i canoni d’affitto, tramite scrittura privata da integrare al contratto, quando l’inquilino si trova in difficoltà. La tendenza ci è stata confermata dall’Unione Piccoli Proprietari Immobiliari. Così un affitto di 550 euro diventa di 500, uno di 700 si abbassa a 600. Pochi, maledetti e (più o meno) sicuri.