Gli yacht made in Rimini che sfidano la crisi

di Laura Carboni Prelati

Due dei cantieri navali più prestigiosi oggi a livello internazionale, hanno preso vita proprio qui, in territorio riminese, tanti e tanti anni fa. Da quello di Stefano Carlini, che possedeva fra i suoi clienti armatori del calibro di Raoul Gardini e Gianni Agnelli, sono state varate splendide imbarcazioni come il Moro di Venezia, il top delle regate all’American’s Cup, mentre a Cattolica è sorto, nel 1968, il primo nucleo produttivo del Gruppo Ferretti, un’azienda che si compone oggi di 8 marchi e fonda la sua filosofia sulla qualità, l’innovazione, l’eccellenza tecnologica, le prestazioni elevate, il design esclusivo e che, grazie all’inesauribile passione e impegno dei fondatori, ha portato il Gruppo ai vertici della nautica mondiale.

Il Cantiere Navale di Stefano Carlini  

Sta nascendo ed è già un capolavoro. Proprio lì, al centro del capannone, ubicato in Via Sinistra del Porto, a Rimini, nonostante sia appena abbozzata, quella scarna intelaiatura è già in grado di stregare il nostro sguardo; travi di abete nazionale e robinia si intersecano con maestria, due elementi che andranno a formare l’ossatura principale dell’imbarcazione che a prima vista può sembrare d’altri tempi, in realtà qui al cantiere di Stefano Carlini, uno dei pochi mastri d’ascia rimasti all’opera in Italia, le barche si fabbricano solo così, col metodo tradizionale, da tre generazioni. Il lavoro procede alacremente, perché questo modo di costruire le barche richiede più tempo; tutto è artigianale e fatto su misura, non esiste lo standard; ogni pezzo è un originale, disegnato da progettisti conosciuti in tutto il mondo. “Nel 2008 abbiamo varato dai nostri cantieri uno yacht di19 metri- precisa Carlini – abbiamo impiegato 2 anni per complessive 20.000 ore di lavoro; il Clan è costato qualche milione di euro…”

Ma non avete fabbricato più nessuno yacht da allora? Come sopravvivete?

“Purtroppo no, la crisi economica ha toccato soprattutto i beni di lusso, come quelli che fabbrico io, e la leva fiscale ci è andata giù veramente dura con questi beni, ha ammazzato il nostro lavoro e anche tutto l’indotto che opera nella cantieristica ha subito un arresto”

Quindi ha dovuto licenziare del personale?

“Assolutamente no. Le mie maestranze costituiscono la vera forza del cantiere, il mio vero capitale (3 uomini, io e 2 donne)- dice Carlini – e sono tutti altamente specializzati; ognuno di loro sa modulare il proprio lavoro e sa essere operativo secondo le varie esigenze perchè può capitare che il falegname debba saldare o verniciare o fare il meccanico, l’elettricista, il restauratore o il levigatore. Qui non c’è industria, c’è artigianato”.

Ma il suo cantiere lavora o ha rallentato il ritmo?

“Negli ultimi tempi abbiamo lavorato prevalentemente in restauro e restyling di yacht i cui padroni, da anni, mi chiedevano una ritrutturazione. Naturalmente ho accettato, perché la cura e il buon assetto di una imbarcazione fanno parte del nostro lavoro e contribuiscono a conservare nel tempo il valore di barche come queste. A volte mi capita di smontare alcuni pezzi che, col tempo, si sono rovinati; in un caso ho sostituito perfino degli intarsi che ornavano un interno, ma come farei ad accontentare i miei clienti se non avessi a disposizione dei dipendenti così speciali? Il restauro del Sèrida che stiamo eseguendo adesso è molto laborioso; la barca, costruita qui, è stata trascurata per quasi 15 anni; ho notato grossi danni alle cabine e al ponte che stiamo rifacendo, poi sarà più bella di prima!

Parlando di impegno lavorativo, ultimamente è calato parecchio; ma tutto il mondo della nautica si è fermato. Percepisco un tangibile rischio d’impresa, sia per la responsabilità nei confronti del personale che per il lavoro che eseguiamo.

Anche per questo motivo molti cantieri di produzione si sono parzialmente convertiti in cantieri di manutenzione e rimessaggio e noi, che abbiamo sempre fatto questa doppia politica, non ci siamo trovati spiazzati; se nuovi ordini non arrivano possiamo lavorare con le ristrutturazioni e questa, oggi più che mai, è un’ancora di salvezza. Possedevo una lista con clienti che da 3/4 anni mi chiedevano di operare restyling, purtroppo dovevo rimandare perché, se avevo una costruzione in corso, non potevo fare anche il restauro su un’altra imbarcazione, mi manca lo spazio”.

Non potrebbe ingrandire un po’ il capannone, farlo diventare più alto, più ampio?

“No. L’ha costruito mio padre a sue spese, ma il terreno è del Demanio, non mi posso permettere di operare nessuna modifica. Qui pago l’affitto. Non so a che punto sia il rinnovo delle concessioni, ma da tempo si parla di riqualificare la zona Porto e allora vedremo che fine faremo”

-Non sarà opportuno spostare un servizio come questo che, da solo, è una garanzia di sopravvivenza perla Darsenastessa. E’ risaputo che coloro che scelgono un approdo in Darsena devono trovare tutti i tipi di servizi che potrebbero fare comodo, come succede per le auto; se in darsena qualche servizio c’è, non sarà sicuramente sufficiente…-

“E’ proprio così. Nel cantiere portuale di Rimini abbiamo la fortuna di avere anche il top del comparto servizi: ci sono io per la cantieristica e Gori, Cerni per i motori marini (Officina) Bisognani per le eliche,(le vengono a fare da tutt’Italia) ma se in un porto canale ci sono 100 pescherecci e 150 barche a vela, bisognerà che ci siano, vicino ad essi, i servizi inerenti all’una e all’altra attività”.

UN’AZIENDA LEADER MONDIALE: IL GRUPPO FERRETTI

Passion, innovation, excellence: tre gli elementi essenziali del brand Ferretti che, impressi nel logo, attribuiscono all’Azienda le linee fondanti. Dal 1968, anno in cui Norberto Ferretti lanciò la propria sfida al mare, le motivazioni del patron degli yachts di lusso, non hanno subito battute d’arresto. Con sempre crescente impegno e passione, il Gruppo Ferretti si pone oggi sul mercato mondiale con la caratteristica del leader, che progetta e costruisce imbarcazioni all’avanguardia, di grande qualità, elevata sicurezza, ottime performance, oltre che per esclusività di design e style.

Abbiamo rivolto qualche domanda al portavoce del Gruppo Ferretti, per conoscere la condizione lavorativa delle sedi di Cattolica e S. Giovanni in Marignano e quali passi si stiano facendo sul panorama internazionale.

Quali tipi di imbarcazioni vengono costruite a Cattolica e S. Giovanni in Marignano?

“Il centro produttivo di Cattolica, inaugurato nel 2001, si sviluppa su una superficie di circa 14.000 mq.(circa 9.000 coperti) e si avvale di 16 postazioni di assemblaggio. La disposizione della linea produttiva di Cattolica si rifà ad un sistema di costruzione cosiddetto “ad isola”, grazie al quale ogni postazione di lavoro risulta assolutamente autonoma. Ciò significa che una volta ultimata, l’imbarcazione può essere movimentata senza intralciare il lavoro delle altre postazioni, attraverso una comoda via d’uscita frontale. La vicinanza al mare, inoltre, consente di effettuare comodamente e rapidamente i collaudi e le prove in acqua. Un reparto accettazione all’interno del cantiere permette infine un’accurata verifica di tutti materiali in arrivo.

S. Giovanni in Marignano è il cantiere storico di Ferretti Yachts. Si sviluppa su una superficie totale di ben 13.000 mq.(circa 5.800 coperti) ed entrambe le strutture rispondono ai più moderni criteri di efficienza produttiva. All’interno dei centri produttivi è possibile costruire imbarcazioni open e fly rispettivamente oltre gli80 piedia Cattolica e oltre i70 piedia S. Giovanni in Marignano”.

Il vostro settore soffre gli effetti della crisi? C’è stata una contrazione significativa negli ordini?

“Il perdurare della crisi macro-economica ha sicuramente colpito anche il il mercato nautico mondiale. Siamo di fronte a una situazione profondamente diversa rispetto a quella degli scorsi anni, che richiede alle Società di affrontare nuove sfide in termini di innovazione e di capacità di fare business. Se il cliente è tornato ad essere quello di una volta, appassionato, competente e pertanto attento alla qualità e al comfort della navigazione, il Gruppo Ferretti risponde con grinta e tenacia, dimostrando, ancora una volta, una sostanziale tenuta della quota di mercato, e alcuni incrementi in specifici segmenti, soprattutto nelle imbarcazioni di medie e grandi dimensioni.

Dal punto di vista del business il Gruppo ha continuato a lavorare su prodotti sempre più innovativi e su servizi sempre più completi e customizzati, mantenendo la leadership nel settore nautico e continuando a lanciare sempre nuovi modelli. Tale strategia ha consentito al Gruppo di poter contare su un portafoglio ordini di oltre 600 milioni di euro a fine febbraio; sono in corso inoltre importanti trattative per le imbarcazioni di grandi dimensioni (fino agli80 metri) per i nostri marchi CRN, Custom Line e Riva”.

Secondo Voi il mercato italiano è ancora propositivo o la produzione riguarda ormai quasi esclusivamente mercati esteri ed extraeuropei?

“Sicuramente l’area del Mediterraneo (con particolare riferimento a Italia, Grecia e Spagna) ha risentito maggiormente della situazione economica che ha investito l’area euro. Per il Gruppo Ferretti aver attuato da sempre una strategia di espansione a livello internazionale si sta rivelando un metodo ancor più efficace in un momento dove i mercati europei risentono maggiormente della situazione congiunturale. Dal punto di vista commerciale, oltre ai tradizionali mercati “domestici” dell’Europa allargata e del Nord America, il Gruppo Ferretti sta continuando a puntare sull’America Latina (Brasile) e sui mercati emergenti quali la Greater China.

Negli ultimi anni il Gruppo ha registrato un aumento considerevole delle vendite provenienti dal mercato extra europeo. Nel 2008, ad esempio, le vendite registrate nel mercato europeo (inclusa l’Italia) erano pari al 76% del totale, mentre quelle extra europee erano pari al 24%. Oggi invece in Europa (inclusa l’Italia) il Gruppo consegue circa il 50% delle proprie vendite, e per il mercato extra-europeo le vendite si possono assestare sempre attorno ad un 50%. Per il futuro prevediamo che l’incidenza del fatturato extra Europa continui ad aumentare ulteriormente”

Quindi, quali sono le prospettive future di mercato e quali saranno i mercati emergenti? Si potrà prevedere anche una possibilità di crescita a breve, medio e lungo termine?

“Anche per il futuro il Gruppo Ferretti continuerà nella propria strategia di espansione e sviluppo a livello internazionale con particolare riferimento a Nord-America, Greater China e Brasile.

Il Gruppo Ferretti in Nord-America (primo mercato mondiale settore nautica), sta puntando a rafforzare ulteriormente il proprio network distributivo, andando ad affiancare Allied Marine in Florida, con nuove dealership nel Nord-Est del Paese, a Greenwich, Newport, Sag Harbor, in Michigan e in California.

Il nostro Gruppo considera da sempre il mercato della Greater China un’area strategica molto promettente per la nautica da diporto, che potrebbe diventare, nei prossimi cinque anni, la prima per importanza, in Asia, avendo siglato a gennaio 2012 un importante accordo, per diventare partner di una realtà prestigiosa quale è SHIG – Weichai Group. Il Gruppo Ferretti, del resto, è stato tra i “pionieri” della nautica in Cina; è presente nel Paese da circa otto anni, attraverso un ufficio di rappresentanza e promozione (a Shanghai) dedicato sia alle attività di sviluppo che gestione della rete di vendita e dei clienti, avvalendosi di collaboratori cinesi fin dal 2005. La nostra grande azienda ha sviluppato una rete di dealer di Gruppo su tutto il territorio cinese, in grado di assicurare un efficiente servizio pre e post vendita e di garantire all’armatore un’assistenza a 360 gradi attraverso personale altamente specializzato. Oggi il Gruppo Ferretti può quindi contare su una forte presenza in tutta la costa e nei centri strategici, avendo una rete di vendita locale capace di rappresentare al meglio i brand Ferretti Yachts, Ferretti Custom Line, Riva e Pershing, vere e proprie icone del luxury yachting.

Il Gruppo inoltre sta puntando su un’ulteriore espansione del business in Brasile attraverso Ferrettigroup Brasil, nata con l’obiettivo di creare un centro di riferimento unico per la produzione, la commercializzazione e l’assistenza post-vendita di tutte le nostre imbarcazioni. A fine 2010 è stato inaugurato un nuovo impianto tra i più grandi di tutta l’America Latina, con una superficie complessiva pari a circa 145.000 mq (di cui 45.000 coperti) in grado di realizzare, a regime, fino a 120 imbarcazioni all’anno della lunghezza massima di 83 piedi, appartenenti alla gamma del Gruppo Ferretti e destinate interamente a soddisfare il mercato brasiliano”.