Intervista a Nerio Alessandri di Technogym

di Lucia Renati

Mens sana in corpore sano. Nerio Alessandri è la prova vivente che i latini avevano ragione. A vederlo, il patron della Technogym, è il miglior testimonial di sé stesso.

50 anni, invidiosissimamente portati, per lui, romagnolo, che viene da una famiglia di operai e impiegati, intuitivo, appassionato di design e meccanica sin da giovanissimo, il wellness (guai a confonderlo col fitness!), è uno stile di vita.

La sua azienda di Cesena, un impero fondato sul tempo libero, è leader mondiale nel settore del benessere. Esporta il 90% della produzione in oltre cento paesi, tredici filiali in Europa, Usa, Medio oriente, Australia e Sud America. Anche alle Olimpiadi di Londra 2012, tutti gli attrezzi saranno Technogym. Ma l’azienda cesenate offrirà anche il supporto medico e i preparatori sportivi a tutti gli atleti, compresi quelli delle Paraolimpiadi. Technogym è anche fornitore ufficiale di Ferrari e McLaren e del calcio di serie A: Juventus, Milan, Inter, Real Madrid, Chelsea. Ajax. Qual è il segreto del successo?

Ha iniziato nel 1983, a 22 anni. Nel garage di casa. In Romagna, negli anni 80, forse non c’erano molti ragazzi che, come lei, pensavano ad un’avventura imprenditoriale. Erano gli anni dell’edonismo portato all’esasperazione, del divertimento, della bella vita. La sua intuizione è figlia di questo contesto?

“La Romagna è la terra del vivere bene, del divertimento e della qualità della vita. Proprio in questo terreno fertile nasce Technogym ed mio sogno di diventare imprenditore. Poi, la voglia di imparare, unita a curiosità ed umiltà, mi ha consentito di raggiungere i primi successi, anche grazie al contributo delle persone che mi sono state vicine fin dall’inizio e che, ancora oggi, a distanza di quasi 30 anni, sono in azienda a condividere progetti ed ambizioni. Nel nostro Technogym Village di Cesena, il nuovo stabilimento che costituisce il primo esempio di Wellness Campus al mondo, è come se fosse il primo giorno”.

Negli anni del body building lei pensava al fitness, in quelli del fitness ha introdotto il concetto di wellness. Come si fa ad arrivare prima degli altri?

“Il ruolo dell’imprenditore è quello di saper anticipare i bisogni del cliente e di investire, anche rischiando, in progetti innovativi. L’intuizione va allenata, giorno dopo giorno, le idee non vengono mai casualmente, occorre ‘stare’ sul mercato, ascoltare i clienti e costruire il terreno fertile anche con il contributo dei propri collaboratori”.

Quale sarà l’evoluzione del wellness?

“Tutto nasce dall’antico adagio latino ‘mens sana in corpore sano’. Io ho semplicemente mutuato e reso concreto un concetto, una filosofia che ha radici antiche, ma un’attualità di assoluta concretezza. I problemi e le patologie legate ai cattivi stili di vita, quali obesità, ipertensione e  malattie cardiovascolari rappresentano, nella società moderna, fattori che hanno un impatto fortemente negativo sia sulla salute delle persone sia sui bilanci delle aziende e degli Stati nazionali. Ecco perché è necessario che il wellness, inteso come stile di vita basato su esercizio fisico, corretta alimentazione ed approccio mentale positivo diventi un elemento decisivo sia dal punto di vista della prevenzione sia dal punto di vista delle soluzioni adottate. Anche il World Economic Forum di Davos ha messo il Wellness nella propria agenda, facendo incontrare e confrontare politici, istituzioni ed imprese sui temi della salute, del benessere e dei corretti stili di vita”.

Rimini ha perso la fiera del fitness (trasferita nel 2009, dopo 20 anni, prima a Firenze, poi a Roma), e ha subito ‘tappato il buco’ con la fiera del wellness. Secondo lei ci ha guadagnato?

“A prescindere dalla società che organizza la fiera, Rimini è l’evento di riferimento del nostro settore e Technogym ha contribuito e contribuisce a guidare il settore del fitness e del Wellness da diversi anni”.

Saranno tutti Technogym gli attrezzi delle olimpiadi di Londra 2012. Lei ha già ‘vinto’ anche le olimpiadi di Sydney, Atene, Torino, Pechino. Perché scelgono lei?

“I fattori decisivi sono tre: esperienza, presenza in tutto il mondo e sicurezza degli attrezzi. Anche perché essendo utilizzati da campioni ed atleti di alto livello è importante che le macchine offrano non solo performances all’avanguardia, ma anche qualità e certezza di resistenza ed affidabilità.  Technogym è leader mondiale nella produzione di attrezzi, servizi e soluzioni per il fitness e il wellness, e l’esperienza maturata nello sport di alto livello ci consente di essere presenti per la quinta volta come fornitore esclusivo per tutti i centri di preparazione atletica dei Giochi Olimpici. Questo risultato rappresenta una vittoria non solo per Technogym, ma per tutto il sistema Italia e le Olimpiadi di Londra 2012 rappresenteranno un’opportunità unica per promuovere il wellness come opportunità sociale ed attrarre un numero crescente di persone alla regolare attività fisica.

Ci risulta che lei sia un appassionato di moda e disegno. Considerando l’influenza sempre più rilevante dell’abbigliamento sportivo nella moda, ha mai pensato di realizzare un suo brand?

“E’ stato uno dei miei hobbies giovanili, poi il wellness ha preso il sopravvento. Ma il design rimane una passione che ho espresso nel restauro di Palazzo Romagnoli a Cesena, la sede della Wellness Foundation, e nella collaborazione con gli architetti per la costruzione del Technogym Village”.

La fortuna che posto ha, o ha avuto, nella sua vita?

“Non posso che ritenermi fortunato, ma fortunati si diventa e la dea bendata va aiutata con scelte coraggiose, intuizione e tanta tenacia”.

Che tipo di persona non potrebbe mai lavorare per lei (o con lei)?

“I valori sono il patrimonio più importante: onestà, lealtà, coraggio ed impegno. Le competenze tecniche si acquisiscono con l’esperienza e la voglia di mettersi in gioco giorno dopo giorno”.

Cosa manca, oggi, al nostro Paese, per tornare protagonista, anche dal punto di vista della crescita economica?

“Manca la fame di successo, occorre ridare fiducia al nostro Paese ed ai nostri giovani e puntare sulla meritocrazia, la coesione sociale, la trasparenza e la formazione. Bisogna condividere valori e progetti e consentire ad ognuno di mettere in mostra le proprie capacità, per far emergere il talento e la voglia di intraprendere”.

La cito: ‘pensare globalmente, agire localmente’. Ogni paese ha bisogno di una strategia diversa. Gli americani sono obesi, i medio orientali hanno il diabete. I romagnoli?

“I romagnoli sanno vivere bene, hanno la fortuna di abitare in un territorio che ha una chiara vocazione al benessere, grazie a bellezze naturali e ad una ricezione turistica capace di soddisfare le esigenze di tipologie diverse di ospiti. Mare e montagna, cultura, storia e divertimento sono ingredienti che dobbiamo valorizzare ogni giorno di più con il progetto di Wellness Valley che costituisce un volano di sviluppo per tutto il territorio”.

Che idee ha a questo proposito?

“E’ un progetto in cui crediamo fortemente e che vede coinvolti attori istituzionali ed imprese. Potrebbe fare della Romagna il primo distretto al mondo del benessere. Stiamo lavorando, attraverso convegni, workshops ed incontri nazionali ed internazionali per far decollare ancora di più questo progetto”.

Lei è riuscito ad essere profeta in patria? Cioè, in Romagna, lavora?

“Il nostro legame con il territorio è molto forte ed oltre ai collaboratori diretti l’azienda ha creato un indotto importante che condivide i nostri progetti e ci aiuta a crescere ed essere competitivi nello scenario internazionale”.