Sull’apertura di una sala slot a Rimini il Comune non può fare nulla?

di Alessandra Leardini

Rimini si indigna, ma a quanto pare potrà fare ben poco per ostacolare l’apertura di una sala giochi con macchinette slot machine presso la stazione cittadina. Centostazioni Spa, la società controllata da Trenitalia (per il 60%), che affitta i locali situati all’interno della struttura ferroviaria, lo aveva confermato proprio a il Ponte (“Slot machine, l’azzardo corre in stazione” n. 5/2012, pag. 3): nell’ambito dell’offerta commerciale della stazione di Rimini è prevista anche una sala slot. I cartelli posti sulle vetrate dei locali in questione, all’altezza del parcheggio riservato ai taxi, parlano chiaro: “ Vietato l’ingresso ai minori di anni 18 ”. E benvenuti a Rimini!
Il rilascio delle dovute autorizzazioni spetta principalmente alla Polizia Amministrativa della Questura di Rimini. La domanda, attualmente, è ancora al vaglio di questi uffici. “ È stata presentata ufficialmente una richiesta– fanno sapere dall’Ufficio di Gabinetto della Questura – ma stiamo verificando se ci sono requisiti sia soggettivi, riferiti alla persona del titolare, sia oggettivi, con riferimento a macchinari, ecc. per rilasciare la licenza ”.
Resta il fatto che i lavori all’interno dei locali sono in corso. Perché?
L’allestimento era necessario ai fini dell’autorizzazione ma devono ancora sviluppare alcune delle prescrizioni che sono state fatte da parte nostra ”. Tra queste, il dovere di oscurare i vetri per non far vedere nulla dall’esterno, cosa prima non rispettata, e l’obbligo di creare “ un accesso solo dal piazzale, non dalla stazione né dai binari, anche per motivi di sicurezza ”, specificano ancora dalla Questura di Rimini.
Insieme agli accertamenti della Questura sono in corso anche quelli da parte di altri enti competenti, come l’Ausl e, soprattutto, l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, per aspetti più operativi come il numero e la tipologia degli apparecchi.
L’azzardo correrà in stazione? Ancora presto per dirlo, dunque. Una certezza però c’è: le Pubbliche Amministrazioni poco o nulla potranno fare per impedire un biglietto da visita nella stazione riminese, come questo. “La Regione non ha nessuna competenza in merito, semmai il Comune ” spiega l’assessore regionale al Commercio e al Turismo Maurizio Melucci. Che un commento in più, però, non fa fatica a rilasciarlo: “ Sarebbe meglio che Ferrovie dello Stato facesse camminare i treni piuttosto che aprire sale slot. E poi non c’è neanche una sala d’attesa degna di questo nome. È vero che le attività commerciali servono, ma sono necessari prima di tutto i servizi”.
Anche l’Amministrazione comunale, però, può fare ben poco. “ Magari dipendesse dallo Sportello comunale delle imprese! ” commenta il vicesindaco, con delega ai Servizi sociali, Gloria Lisi. “ Per impedire l’apertura di un’attività di questo tipo, il cui nulla osta dipende dalla Questura, dovremmo dimostrare che i richiedenti hanno problemi di ordine pubblico, e loro ti potrebbero anche fare ricorso ”. Attività di questo tipo, aumentano proprio in periodi di crisi come questo. “ Noi come Comune, possiamo lavorare semmai su una logica di tipo educativo ”. Una logica che, a ben guardare, non si ferma alle slot machine. “ Se ci pensiamo, anche il Superenalotto non andrebbe bene moralmente perché spinge le persone a guadagnare qualcosa che, come dice don Ciotti, non è sudore della fronte… ”. Se, come dichiarato dall’ad di Ferrovie dello Stato, il riminese Mauro Moretti, si tratta di “ un esercizio commerciale come un altro ”, Rimini non ci sta. E non è un caso che diverse proteste si siano sollevate anche in altre città dove Centostazioni ha aperto, o tentato di aprire, sale slot sempre all’interno di stazioni ferroviarie: da Pistoia a Como fino a Treviso dove, pare, il progetto non si farà più.