Il lusso non conosce crisi

di Marzia Caserio

Per il lusso la crisi sembra non esserci mai stata. Lo confermano i dati, ancora di più le aziende. Italiane o romagnole che siano. Già il 2010 è stato un anno record per i consumi d’alta gamma e la crescita ha fatto il suo corso a passo di carica: il 2011 si chiuderà con fatturati in rialzo dell’11% e per l’anno prossimo le prospettive sono anche migliori.

Le dimensioni aziendali, ovviamente, si confermano determinanti per raggiungere alti livelli: le imprese più grandi hanno ottenuto i risultati migliori in termini di redditività degli investimenti e di risultato operativo. Nel locale, il segmento più performante è quello dell’abbigliamento e delle calzature di Giovanni in Marignano e di Savignano sul Rubicone. Due comuni, due distretti del lusso nel mondo.

Nel primo convergono aziende del calibro di Aeffe spa, produttrice di noti brand tra i quali Alberti Ferretti, Moschino, JP Gaultier, Pollini; Fuzzi spa che si occupa di marchi come Fiume, Nanibo, Pietrantonio Gaspari e JP Gaultier; la casa di moda Gilmar fondata nel 1962 e che oggi si occupa di Iceber e Frankie Morello; infine Gir+A&F nata dall’incontro fra François Girbaud e la famiglia Ferretti per sviluppare le linee del brand francese e del marchio Le Jean de Marithé e François Girbaud. Anche nel secondo comune, famoso per la sua tradizione di ciabattini, sono tante le piccole-medie aziende nel business delle calzature. Ad entrare, però, nell’olimpo degli stilisti di scarpe di lusso, è solo uno: Giuseppe Zanotti, designer dell’omonimo brand.

Ad accomunare tutte queste realtà non sono solo gli stratosferici fatturati annuali e le quotazioni in borsa, ma anche, specie negli ultimi anni, la tendenza ad esportare nei paesi in via di sviluppo come Cina, India, Europa dell’Est e America Latina. Un fenomeno, quest’ultimo, che ha coinvolto anche le imprese più piccole nel nostro territorio, “davvero interessate all’opportunità di uscire dai confini nazionali e far conoscere il loro Made in Italy”. A confermarlo Alessandro Rapone, responsabile del settore impresa di Cna Rimini. “Esportare fuori è anche un modo per fare un passo più lungo sul mercato, altrimenti qualcuno sarebbe condannato a chiudere”. Per questo alcuni imprenditori locali dell’abbigliamento si sono uniti in un consorzio, Riviera delle Mode, “grazie al quale riescono a fare sistema e a contattare India o Cina, paesi talmente grandi che da soli ci si perderebbe”. In questo modo, grazie al supporto di Cna, si riescono a fare ricerche di mercato e a impostare delle strategie di internazionalizzazione, come fanno da tempo le grandi aziende romagnole – da Aeffe a Zanotti – che oggi trainano il mercato. “Quello del lusso è ancora un segmento molto forte e nel futuro l’abbigliamento sarà destinato a crescere, soprattutto a livello di export all’estero dove il Made in Italy ha ancora una forte attrattività”. Non ci sono dubbi visto che le stesse previsioni per il 2012 a livello nazionale, dopo un 2011 con una crescita del +11%, prevedono un incremento di circa un + 6,5% nell’abbigliamento (Osservatorio Altagamma), con un aumento del consumo del lusso in particolare da parte dell’Asia.

Zanotti: tacchi da “red carpet” alla conquista del Giappone

A prendere d’assalto l’altra parte del mondo, nel caso specifico il Giappone, ci ha pensato Giuseppe Zanotti. Da qualche settimana la sua società, Vicini spa, ha annunciato la nomina di Bluebell Japa come distributore esclusivo del suo marchio. La strategia di Bluebell per Giuseppe Zanotti Design si concentrerà sulla gestione della distribuzione delle collezioni calzature e accessori in negozi multimarca selezionati. L’arrivo delle rinomate calzature da red carpet è previsto con la collezione autunno-inverno 2012. L’ennesima soddisfazione per un colosso che oggi impiega oltre 350 artigiani e produce 400mila paia di calzature da donna l’anno.

Abiti Ferretti: quando il lusso veste a pennello

Se il lusso è un diritto, come dice una celebre pubblicità di auto, Aeffe di San Giovanni in Marignano, questo diritto lo garantisce a tutti i suoi clienti. Soprattutto quando gli affari vanno bene, come nel suo caso: i primi nove mesi del 2011 ci sono state ottime notizie con un giro d’affari da circa 200milioni di euro. La locomotiva di Aeffe è in corsa veloce, non solo sul mercato italiano (che copre il 42,6% del fatturato) ma anche su quello russo, in netta ripresa rispetto al 2010, traballando un po’, senza allarmismi, solo negli Stati Uniti. Se la moda è sempre sei mesi avanti, i dati, e non solo quelli, fanno già immaginare un 2012 ricco: “ Positiva la raccolta ordini delle collezioni della stagione Primavera/Estate 2012, ciò ci rende fiduciosi sull’andamento del prossimo esercizio”, commenta Massimo Ferretti, presidente esecutivo di Aeffe spa. Tra le novità dell’azienda romagnola, le sue ulteriori mire espansionistiche. “Nella moda bisogna sperimentare”, ha detto Alberta Ferretti nella sua intervista rilasciata a L’Espresso, appena di ritorno da Cali Expo Show, fiera colombiana dedicata alla moda. “Il Sudamerica sta esplodendo, a partire dal Brasile e noi italiani non dobbiamo arrivare per ultimi in questo mercato. Tutti guardano alla Cina ma non si può pensare di lavorare solo lì, bisogna essere presenti anche qui. In futuro Aeffe sarà sempre più disponibile a collaborare con questa parte di mondo”. 

Fuzzi: “Segmento destinato a crescere”

L’ottimismo che accompagna le aziende del lusso arriva anche da Fuzzi spa. “Nonostante la crisi abbia costretto un po’ tutti ad affinare la ricerca di nuovi sbocchi su mercati e ampliare l’offerta, questo segmento è destinato a crescere”, spiega Melina Biscaglia capo ufficio stampa Fuzzi. E non ci vuole molto per capire il motivo. “Con l’arrivo sempre più invadente di prodotti di qualità media/bassa e il conformarsi delle offerte a tale mercato, il settore lusso diventa sempre più attento alla qualità e riconosce il valore del prodotto dal punto di vista  sia della ricerca, dello stile, della singolarità e della proposta”. Fuzzi ha avuto da sempre una forte esportazione, con prevalenza sul mercato interno, visto che si tratta di marchi con connotazioni internazionali. “Oggi, però, ci rivolgiamo anche a Cina e America e proprio per il mercato statunitense abbiamo creato la linea collezioni Cruiser che ha dato esito soddisfacenti”.