Le nuove frontiere a Oriente

di Stefano Rossini

Prima lo shopping, poi il turismo e ora la cultura. Rimini cerca di giocare tutte le sue carte per stringere ancora di più il rapporto con i viaggiatori russi. Si inserisce in quest’ottica il forum Italia – Russia sulla cultura organizzato da “World of culture” di Mosca con il patrocinio del consolato russo di Ancona e da operatori e associazioni di categoria romagnole e marchigiane, che ha portato in visita a Rimini, Urbino, Ravenna e Firenze 107 opinion leader russi tra responsabili di musei, teatri, conservatori musicali, scuole di arte visiva e teatrale, amministratori, esperti in gestione degli organismi culturali russi e politici tra cui il Ministro della Cultura della Regione Novosibirsk.

Parliamo di questo forum che si è svolto tra il 16 e il 19 ottobre scorsi e che fa parte delle iniziative dell’anno, della cultura e della lingua italiana in Russia e della cultura e della lingua russa in Italia con Guido Forcellini, direttore del sito di informazioni turistiche della Regione, www.visitemiliaromagna.com, ex presidente di Promozione Alberghiera e da anni impegnato nei rapporti tra Rimini e Russia.

“Ho collaborato dall’inizio all’organizzazione di questo forum data l’esperienza accumulata negli anni col mercato russo. Pochi sanno che il turismo russo è nato in maniera spontanea, soprattutto verso le Marche. Rimini ha reagito molto bene. Sia la città che l’aeroporto “Federico Fellini”. Quest’ultimo ha aumentato in pochi anni il numero dei voli, sempre attento anche alle nuove tendenze, aprendo tratte, non solo verso le città principali, come Mosca e Sanpietroburgo, ma anche per città minori. Bisogna rendersi conto che la Siberia è molto ricca. Le città, spesso anche le più piccole hanno almeno un milione e mezzo di abitanti, e sono bacini molto interessanti per il turismo e lo shopping. Per fare un esempio la città di Omsk, al confine tra Russia e Kazakhstan è la sede della Gazprom, una specie di Dallas siberiana, ricca e popolosa”.

Oltre all’aeroporto qual è stato il ruolo giocato dalla città?

“Rimini ha saputo offrire ciò che ha di meglio: la sua ospitalità e soprattutto la sua capacità di adattarsi. Molti hotel e ristoranti in giro per l’Italia hanno comportamenti rigidi e orari fissi che mal si coniugano con le abitudini dei viaggiatori russi. A Rimini invece tutti hanno un occhio di riguardo per le esigenze dei loro ospiti”.

Qual è stato, in tutto questo, il ruolo del forum sulla cultura?

“La maggior parte dei turisti ama l’Italia, soprattutto l’Italia classica. Nostra intenzione è stata quella di mostrare ai viaggiatori russi che Rimini e la Romagna possono essere non solo meta di divertimento, buon cibo e shopping, ma che hanno le carte in regola per offrire qualcosa di più, che fanno parte a pieno titolo di quel museo a cielo aperto che è l’Italia. In particolare abbiamo voluto creare l’immagine di un “comprensorio” Ravenna-Rimini-Urbino che può essere una zona di richiamo artistico, per cambiare la percezione del mercato russo nei confronti di Rimini e creare così i presupposti per un turismo che non si limiti solo alla classica immagine riminese dello svago”.

Quali sono stati i passi per organizzare il forum? Chi ha contribuito?

“La Provincia e il Comune di Rimini sono stati da subito molto attenti e disponibili. Abbiamo avuto un grosso aiuto anche dalle associazioni di categoria: Confcommercio, Confesercenti e Confindustria”.

Quali sono le prospettive future?

“Sono molto buone. In primo, come dicevo, si stanno aprendo nuove tratte verso città minori ma comunque ricche. In secondo luogo, a breve la Russia dovrebbe entrare nel Wto, l’Organizzazione Internazionale del Commercio, e questo faciliterebbe ancora di più i rapporti commerciali. In futuro potrebbe esserci anche la Cina, ma trattare col colosso d’Oriente non è per nulla facile”.