Che tipo di lavoro offriamo?

Intervista con Nadia Rossi, Assessore al lavoro del Comune di Rimini di Alessandra Leardini

In materia di lavoro e formazione i Comuni non hanno funzioni e competenze specifiche. Si tratta infatti di una materia in capo a Stato, Regioni e Province. I Comuni però possono svolgere un’opera di sensibilizzazione verso le istituzioni competenti sui problemi principali dei cittadini lavoratori: dalle esigenze delle lavoratrici mamme alla mancanza di adeguati ammortizzatori sociali per determinate figure professionali. E’ questo il primo impegno che il neoassessore alle Politiche del lavoro e alla Formazione del Comune di Rimini, intende affrontare.

A partire dalla difficile situazione occupazionale a Rimini, quali sono le priorità da mettere subito sul tavolo?

“Premesso che i Comuni non hanno funzioni e competenze in tema di lavoro e formazione – esse sono in capo allo Stato, alle Regioni e alle Province –  è però possibile e doveroso per l’assessorato comunale svolgere un ruolo attivo nel sollecitare gli altri attori pubblici e privati per la soluzione delle problematiche del territorio: penso subito alle vertenze in piedi: cassa integrazione alla SCM ed altre del settore metalmeccanico, agli ammortizzatori sociali per i lavoratori della pesca, alla vicenda dei frontalieri di San Marino per la modifica della disciplina salariale e fiscale che li riguarda. Dobbiamo prendere atto immediatamente delle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici, ascoltare le ragioni dei datori di lavoro ed arrivare rapidamente a proposte di soluzione che portino alla salvaguardia dei posti di lavoro considerando la contingenza economica eccezionale”.

Ma cosa può realmente fare un assessorato comunale?

“Riflettere sull’entità e sulla qualità dell’attività formativa data sul territorio: quindi confrontarci con la Provincia, gli enti di formazione e monitorare attentamente i finanziamenti possibili dai livelli superiori – UE, Stato, Regione. Il Comune tutto dovrà confrontarsi con le parti sociali sul settore turistico: che livello di occupazione possiamo dare ora che la stagione non è quella di una volta in termini quantitativi ma col fieristico, congressuale e culturale ed altri fattori che ci hanno portato a destagionalizzare? Riflettiamo, però, con le parti sociali anche sulla qualità del lavoro in termini di tipologia di contratti, contrasto al lavoro nero, contributi, ecc. Infine penso anche agli Assessorati alla Protezione Sociale, Istruzione per quello che riguarda lo sforzo formativo e di inserimento per le categorie svantaggiate o in difficoltà, e a un confronto costante – pur in assenza di funzioni in capo al Comune – con gli enti preposti alla vigilanza sul rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, regolarità del lavoro, previdenza ed infortuni – AUSL, Direzione Prov. Le del Lavoro (DPL), Inps, Inail e Vigili del Fuoco”.

Quali sono le principali politiche a sostegno del lavoro che l’assessorato ha in programma, in particolare per quanto riguarda la situazione occupazionale e l’inserimento di giovani e donne, molto penalizzati sul fronte riminese?

“Non possiamo non investire costantemente sulla formazione dei giovani e di chi esce dal mondo del lavoro, soprattutto in tempi di crisi. Il tema della formazione riguarda immediatamente i giovani – che devono entrare nel mercato del lavoro – ma sempre più anche le donne che continuano a pagare un prezzo alto in termini di ore quotidiane divise tra casa a e lavoro e spesso, una volte uscite dal mercato del lavoro, faticano a rientrarci o ci rinunciano proprio.

“Tempi della città”: quali sono le idee e i progetti su questo fronte?

“Un esempio può essere la riorganizzazione degli orari di apertura degli uffici comunali secondo quelle che sono le caratteristiche del settore in rapporto alle esigenze dell’utenza: ciò per ricoprire l’intero arco della giornata lavorativa dalle 7.30 alle 19.30. Altro esempio: la biblioteca comunale aperta nei giorni feriali fino alle 23. Si rende necessaria un’analisi tecnica sul tema della migliore connessione tra servizi comunali e città”.

Politiche di genere: anche qui, quali le priorità che l’assessorato intende seguire nel corso del mandato?

“Occorre partire dal presupposto che la partecipazione della collettività alla gestione pubblica sia il principale strumento da adottare anche per garantire pari opportunità. Necessita quindi lavorare per ottenere una democrazia paritaria che è il requisito essenziale per una società moderna ed avanzata. Uno strumento è il bilancio di genere che attraverso il principio del Gender Mainstreaming assicura un’adeguata considerazione delle differenze esistenti. Rimini, infine, come tante altre realtà italiane, deve porre l’attenzione ai padri separati: questo è un fenomeno in aumento tanto da essere considerato come nuova tipologia di  povertà. Una casa per “papà separati” può garantire loro (ed ai loro figli) dignità, sostegno e pari opportunità, evitando che diventino casi sociali”.

Al nuovo compito istituzionale che la riguarda, cosa le piacerebbe mettere di “personale” a livello di ispirazioni, esperienza, competenza, difficoltà vissute personalmente essendo lei stessa lavoratrice a tempo determinato così è stata presentata da Gnassi?

“I miei nonni erano mezzadri e per cultura, quando era ora di mietere il grano, loro e tutti i   caseggiati vicini si univano ed affrontavano questo duro lavoro insieme, prima in una proprietà poi nelle altre, cosicché il tutto risultava meno faticoso anche perché condiviso. Alla fine si festeggiava la raccolta tutti insieme con canti e balli dimenticandosi della fatica. Racconto questo, perché, tra le mie deleghe c’è anche “rapporti col territorio” e significa proprio riprendere il rapporto tra l’amministrazione e il cittadino, in modo tale che insieme intraprendano un percorso di democrazia partecipata, promuovendo veri e propri gruppi di volontariato nei quartieri per lo sviluppo di un nuovo civismo, opportunità di auto-organizzazione soprattutto su questioni che riguardano il territorio e la qualità urbana, il decoro, la vivibilità della città e le piccole manutenzioni senza lungaggini burocratiche. In un momento generale così difficile, solo se siamo uniti ce la possiamo fare”.

CHI E’ NADIA ROSSI

Nata a Rimini il 6 febbraio 1974, diploma di Ragioniere e Perito Commerciale. Impiegata, dipendente, con contratto a tempo determinato, in un’azienda del settore chimico.  Dallo scorso giugno ha le deleghe: Politiche del lavoro, Formazione, Tempi della città, Politiche di Genere, Rapporti con il territorio, Rapporti con il Consiglio Comunale.