Che moneta il Bit coin

Chissà che effetto avrebbe fatto se il Presidente del Consiglio Renzi invece di annunciare un aumento dei salari di 80 euro, avesse detto che  avrebbero ricevuto in più 0,17 bitcoin (il cambio di metà marzo era 1 BT=463 euro). Certamente molti l’avrebbero preso per uno scherzo. Non è proprio così perché i bitcoin, cioè una moneta virtuale che esiste solo in internet effettivamente circola, è governata da un  software, che è stato fatto da un gruppo anonimo di persone, fuori da qualsiasi controllo di qualsiasi banca centrale, e questo non è poco perché pensare di mettere in mano una parte dell’economia mondiale ad una indefinita  rete  se non è un azzardo poco ci manca.

Comunque sulla scorta della diffusione dei bitcoin sono sorte anche agenzie di cambio, la più importante delle quali  si chiamava Mt.Gox, con base in Giappone.  Si chiamava perché a fine febbraio è saltata lasciando un buco di 345 milioni di euro e nebulizzando, cioè facendoli sparire,  750 mila Bitcoin di proprietà di migliaia di utenti (più altri 100 mila di proprietà della stessa società).

Qualcuno ha paragonato questo crack a quello della Lehman Brothers, del settembre 2007, che ha scatenato la crisi di cui soffriamo ancora le conseguenze. Per fortuna questa  volta gli effetti sono stati meno devastanti, ma qualcuno sicuramente ci ha perso.

Il  giorno del fallimento i clienti si sono visti apparire sullo schermo questo avviso: “Gentili clienti di Mt.Gox: viste le recenti notizie e le potenziali ripercussione sulle operazioni di Mt.Gox e sul mercato, abbiamo deciso di bloccare temporaneamente tutte le transazioni per proteggere il sito e i nostri utenti. Stiamo seguendo la situazione da vicino e reagiremo di conseguenza”.  Hanno chiuso e le perdite sono state milionarie.

I sostenitori dei bitcoin si difendono parlando di una falla del sistema, un bug nel loro linguaggio, noto addirittura dal 2011. Verrebbe da dire perché non è stato riparato prima.  Per l’economista Roubini, e non è il solo, la cripto moneta è paragonabile a uno “schema Ponzi” (catena miracolosa dove in genere guadagnano i primi, più furbi, e perdono tutti gli altri) e  sua volatilità (il prezzo che sale e scende con molta facilità) rappresenta gravi  rischi per il mercato.