Votare per le “secondarie”

E’ piuttosto singolare che uno dei candidati a sindaco del Partito Democratico di Rimini, chieda (comunicato del 13 novembre 2010) una “botta di aria fresca” e dichiari di volere aprire i seggi ai cittadini elettori anche senza appartenenza, dopo averli tenuti accuratamente lontani dalle scelte che contano. Cioè dalla selezione dei candidati da proporre.

 Così gli elettori del centro sinistra sarebbero buoni per le secondarie, in pratica per una seconda scelta, ma non per le primarie vere, che sono avvenute al riparo da interferenze “pericolose”.  Certo ci vuole molta audacia per definirlo un processo di democrazia partecipata. Se libertà è partecipazione, dovrebbe valere anche il contrario.

2 thoughts on “Votare per le “secondarie”

  1. Vero più del vero, ovvio più dell’ovvio. Ma non c’é più sordo di chi non vuol sentire (e capire). A Rimini, ahimé, funziona così. Ma i soldi stanno finendo.

  2. I partiti dovrebbero promuovere la partecipazione, definire programmi e proporre soluzioni concrete a problemi sentiti. Svolto questo primo compito dovrebbe essere loro cura partecipare, senza pensare di avere il monopolio, all’individuazione del personale più capace e competente a perseguire l’interesse pubblico. Pensare di essere i soli depositari, pur sapendo che i cittadini iscritti ai partiti sono una infima minoranza, e quelli attivi ancora meno, può essere interpretato come un gesto di presunzione e perfino di arroganza.

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