Valpharma rilancia…in Alta Valmarecchia

La Valpharma nasce, come Euderma, a Cerasolo di Coriano nel 1977. Un decennio dopo si trasferisce a Serravalle, nella Repubblica di San Marino,  e nel 2002 inaugura un nuovo stabilimento a Ponte Messa di Pennabilli, prima in provincia di Pesaro, poi migrato in quella di Rimini. Insomma, da Cerasolo a Pennabilli, una specie di ritorno a casa.

Valpharma produce, per conto delle maggiori case farmaceutiche nazionali e mondiali, farmaci (medicine), sotto forma di capsule, compresse e granuli, a rilascio controllato. Cosa vuol dire lo abbiamo chiesto ad Alessia Valducci, figlia del fondatore Roberto Valducci nonché Assistente della  Direzione,  che  ci riceve nella sede di San Marino: “Operiamo in una nicchia di mercato. In pratica vuol dire che invece di prendere tre pillole al giorno, ne prendete solo una,  perché il farmaco ha la capacità di rilasciare principi attivi (quelli che aiutano a guarire) per tutto l’arco della giornata. Non si può fare con tutti i medicinali, ma solo con alcuni tipo: quelli che curano problemi cardiaci, antidepressivi e antidolorifici.  Abbiamo pronto anche un nuovo farmaco antiulceroso e siamo in attesa della registrazione da parte del Ministero competente. In genere per ricercare un nuovo farmaco ci vogliono circa sei mesi, ma per registrarlo più di un anno. Gli olandesi e gli inglesi sono un po’ più veloci e ci impiegano otto mesi circa.

Non commercializzano col nostro marchio per non fare concorrenza ai nostri clienti, a cui cediamo invece le nostre registrazioni e di cui diventiamo poi fornitori”.

Valpharma esporta il 90% della sua produzione,  ed è ottimamente posizionata nei mercati emergenti come Brasile e  Iran, dove vende ad aziende farmaceutiche nazionali. Aziende, quelle iraniane, dove è molto forte la presenza femminile, tanto è vero, ci racconta sempre Alessia Valducci “furono tre donne a visitare la nostra azienda quando stavano aprendo a questo mercato”.  E il mercato nordamericano e cinese che era tra gli obiettivi di qualche anno fa ? “Non si sono ancora presentate le occasioni giuste”.

Alla Valpharma lavorano in 270 (erano 240 nel 2005), di cui 180 nella sede di  Pennabilli. Circa la metà sono donne.  Anzi, e qui Alessia Valducci mostra anche un po’ di orgoglio, forse è tra le poche aziende del territorio dove le donne sono numerose anche  al vertice: cinque su otto nella  Valpharma di San Marino e tre su sette in quella di Pennabilli.  In totale quindi otto su quindici: cioè la maggioranza. Non capita spesso.

Tra tutti gli occupati i laureati sono quasi il 20%, ben al di sopra della media delle imprese locali.

La Valpharma ha risentito della crisi ?  Non dovrebbe, pensiamo, visto che la salute è l’ultima cosa a cosa si rinuncia: “L’impatto non è stato grande,  ma qualcosa è capitato, soprattutto nello stabilimento di Pennabilli dove era stata avviata la produzione di una linea nutrizionale per un committente tedesco, che ha un certo punto ha deciso di farsela da solo,  in una sua azienda austriaca. Il risultato è stato che 18 lavoratori, nell’ottobre del 2009, sono finiti per un breve periodo in cassa integrazione. La sostituzione con nuovi prodotti ha risolto comunque la crisi.   I prodotti nutrizionali, non essendo farmaci, ci spiega Alessia Valducci, non hanno bisogno di registrazione, quindi l’iter è più breve, ma poi ci sono altri rischi di marketing “.

Il futuro comunque si presenta bene,  tanto è vero che a giugno partiranno i lavori per l’ampliamento della sede di Pennabilli, dove sono previste anche nuove assunzioni. “Non ci sono problemi a reperire Periti chimici, in questo senso un valido supporto lo sta dando anche l’Istituto “Einaudi”  di Novafeltria (che ha un indirizzo biologico),  invece è più difficile reperire laureati in Chimica farmaceutica. Nel curriculum la conoscenza delle lingue è un vantaggio”.

Dal Polo universitario di Rimini, dove è attivo un corso di laurea in Farmacia, fortemente voluto dal padre Valducci, arrivano studenti per stage, qualcuno è anche stato assunto, o vengono per fare le tesi. Altri rapporti, a livello di ricerca o di docenza, a parte il contributo dato per l’organizzazione del laboratorio di farmacia, al momento non ci sono.