Turisti:un carico di informazioni inutilizzate (editoriale di aprile)

Abbiamo sempre sostenuto che avere un Polo tecnologico a Rimini avrebbe fatto bene alle imprese e al lavoro di questo territorio. Per più di un anno abbiamo sollecitato Pubblico e Privato a non perdere questa opportunità. Oggi  il tema ha preso una evidenza  pubblica maggiore e questo è positivo. Allo stesso modo siamo stati, come giornale, tra i pochi a denunciare l’assenza, sempre a Rimini, di uno sportello Spinner (di recente inaugurato anche ad Imola), dove i giovani ricercatori potessero recarsi per avviare, ottenendo anche finanziamenti, una nuova impresa. Abbiamo saputo che anche di questo si sta discutendo negli ambiti deputati, e pure questo ci sembra un buon segnale. Ora l’auspicio è che la loro realizzazione avvenga nel minor tempo possibile.

 Non siamo invece soddisfatti della risposta che il rieletto presidente della Regione Vasco Errani ha dato alla nostra domanda (Tre di marzo) sulla fine della proposta, dallo stesso avanzata e rimasta a tutt’oggi lettera morta,  di fare a Rimini una  “Cernobbio del turismo”, cioè un luogo di alti studi turistici. Rispondere che abbiamo già una Università e il Centro Pio Manzù, che ci sono da tempo,  e che ci sarebbe bisogno di un accordo nazionale, c’è sembrato un modo per dire che probabilmente non se ne farà niente.  Ma questo, oltre a rappresentare un passo indietro su una proposta meritoria, contiene  anche un grave errore di prospettiva, perché  lascia senza utilizzo una risorsa fondamentale nell’epoca dell’economia della conoscenza: le informazioni, che milioni di turisti portano, senza doverli andare a cercare, in provincia.  Perché tre milioni di visitatori della riviera, che si fermano per quindici milioni di notti, non portano solo denaro, ma una montagna di dati: origine, ragioni di una scelta, età, studi, spesa, attitudini, aspirazioni, gusti, desideri, domanda per nuovi prodotti, ecc.. Sono informazioni che viaggiano coi visitatori, che raccolti ed elaborati potrebbero fare di Rimini il Centro di studi turistici più importante d’Europa, e non solo. Questo vuol dire un marketing migliore, immagine nazionale e internazionale,  e tanto lavoro di alto livello per studiosi e ricercatori (economisti, sociologi, antropologi, ecc.).

Che le informazioni siano una risorsa importante per incrementare gli affari basta leggere cosa ne pensa il capo della più grande catena di distribuzione  americana  Wal-Mart (8 mila negozi e 2 milioni di dipendenti): “ Ogni giorno, quando mi alzo il primo pensiero è come posso organizzare, gestire ed analizzare al meglio il flusso dei dati”.

Domande che si devono aver posto anche i giganti dell’informatica come Microsoft, IBM e Oracle se hanno deciso di spendere 13 milioni circa di euro per  comprare società di software specializzate nella gestione e nell’analisi dei dati. Una industria, quest’ultima, che sta crescendo al ritmo del 10 per cento l’anno.

Ecco perché la proposta di costruire a Rimini un Polo di alti studi turistici, non solo non può essere abbandonata, ma tutti gli interessati dovrebbero rilanciarla con forza. E se il prossimo Assessore regionale al turismo sarà, probabilmente, un riminese, questo è un impegno ineludibile.

Perché deve essere chiaro: le informazioni, quando gestite e correttamente analizzate, sono un valore aggiunto e un vantaggio competitivo. Non comprenderlo è porsi fuori dal futuro.