Turismo, un’opportunità chiamata M31

Rviera di Rimini: tre milioni di arrivi e 15 milioni di presenze. Sono i numeri che fanno di questo tratto di Costa, da Bellaria a Cattolica, uno dei luoghi più frequentati d’Italia e d’Europa, dove siamo al primo posto per intensità di presenze, 54 pernottamenti l’anno per abitante, e al quinto per intensità ricettiva, 554 posti letto per mille residenti (Zakynthos, Grecia, è in testa con 677 posti letto).
In questo bacino così permeato di turismo, oltre alle tendenze, hanno trovato modo di maturare e crescere molti prodotti e servizi innovativi (attrezzature per la ristorazione, software per la gestione di alberghi, ecc.), da cui sono nate tante nuove imprese. Ma siccome il turismo non si ferma, anzi è uno dei pochi settori in crescita, su questo versante si può fare molto di più, per il turismo locale e nazionale, e perché no, internazionale.
L’Europa accoglie il 40% (equivalente a 370 milioni) degli arrivi internazionali e l’industria del turismo, con le sue 1,8 milioni di imprese che creano 10 milioni di posti di lavoro, rappresenta la terza maggiore attività socioeconomica dell’Unione Europea, dopo il settore del commercio e della distribuzione e quello della costruzione. Esiste cioè un grande mercato, in costante crescita nonostante la crisi ( più 7% nella prima metà del 2010, dopo il calo del 4% nel 2009).

Queste potenzialità vanno attentamente valutate anche in considerazione di una particolare criticità di questo territorio, che l’attuale crisi economica ha solo acuito, ma che preesistevano: le minori opportunità di impiego, confermate da un decennio di indagini Excelsior sulla domanda di lavoro delle imprese, per i nostri giovani, compresi tanti laureati (ultima indagine 2010: Rimini 8 laureati richiesti ogni 100 nuovi assunti, media Emilia Romagna 11, Milano 24, Torino 20, Roma 19). Un investimento, quello dei giovani, in conoscenza che non trova sbocchi adeguati nel mercato del lavoro locale. E tutto questo all’interno di una crisi generale del lavoro che vede, per il secondo anno consecutivo, una riduzione netta degli occupati in provincia.

Opportunità (la prima) e necessità (la seconda) che potrebbero trovare un punto d’incontro nella ricerca di soluzioni in grado di rendere più dinamica e innovativa l’economia locale, facendo di Rimini la “fabbrica” di nuovi prodotti e servizi avanzati per il turismo, favorendo così la nascita di nuove imprese, che potrebbero moltiplicare le occasioni di ottenere un buon lavoro.

Come ? L’opportunità di chiama M31 e viene da Padova. M31 ( www.m31.com ) è una società privata, fondata e diretta dal prof. Ruggero Frezza, già docente dell’Università di Davis in California e di Padova, che crea imprese ad alta tecnologia e favorisce l’imprenditorialità dei giovani e la nascita nel territorio di imprese ad alto valore aggiunto, in stretta collaborazione con Università e Centri di ricerca. M31 nasce nel novembre 2006 con un capitale sociale di € 350.000 e uno spazio a disposizione di 130 mq. Nel 2010, con una superficie occupata salita a 1.700 mq., l’investimento complessivo (raccogliendo finanziamenti da privati e Venture Capital) ha raggiunto i 3 milioni di euro, quando il valore delle imprese incubate da M31 ha già toccato i 5 milioni di euro. Un valore costituito prevalentemente di brevetti e nuovi prodotti, alcuni dei quali già prenotati da grandi aziende americane e di altri paesi avanzati.
Attualmente M31 da lavoro a una cinquantina di ricercatori-laureati-giovani imprenditori, con una età media straordinariamente bassa: da 22 al massimo 31 anni. Qualcuno addirittura è tornato dagli Stati Uniti.

Forte di questi primi successi, prossimamente M31 aprirà una filiale a Firenze, in collaborazione con Comune e Università, a Lecce e a Santa Clara (California-Stati Uniti).
In questa strategia di espansione ci potrebbe essere un posto e un ruolo anche per Rimini. Ce lo propone lo stesso prof. Frezza, che abbiamo incontrato a Padova nel luglio scorso (la delegazione era composta da Primo Silvestri di TRE e Samuele Zerbini, Assessore al Comune di Rimini), quando ha saputo da dove venivamo.

Visto il ruolo di Rimini nel turismo nazionale, l’idea sarebbe quella di fare in questo luogo, aprendo una filiale di M31, la base per la ricerca e il lancio di nuovi prodotti e servizi tecnologicamente avanzati per tutti i turismi, dal balneare al museale, dal culturale al montano, ecc. Questo sulla spinta di diverse sollecitazione che M31 ha già ricevuto per pensare e produrre nuovi servizi e soluzioni per il turismo.
Cosa potrebbe diventare per Rimini la realizzazione di un progetto di questo tipo, per la nascita di nuove imprese in un momento così particolare per l’economia locale, ma anche per la sua immagine nel mondo (aggiungendo alla ricettività, la produzione di nuovi beni e servizi ad alto valore facilmente esportabili), è facile da prevedere. Nel “mondo” è il termine giusto, vista la rete internazionale in cui si entrerebbe a far parte. A Edimburgo, che guida la classifica britannica, le start-up universitarie hanno lanciato, negli ultimi cinque anni, 131 imprese, creando circa trecento nuovi posti di lavoro in settori di avanguardia.

Per partire sono richiesti un investimento iniziale di 500 mila euro e uno spazio fisico intorno ai 150 metri quadri. Un investimento minimo che potrebbe dare grandi risultati. L’offerta è in piedi, il tempo di risposta non è infinito, ma lasciarsi scappare una opportunità del genere sarebbe un grave errore. Al gruppo dirigente del Capoluogo e della provincia, pubblico e privato, il compito di raccogliere la sfida.

One thought on “Turismo, un’opportunità chiamata M31

  1. Credo che Rimini potrebbe proporre idee nuove nel settore dell’edilizia: la vera specialità di questa città.

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