Turismo: offerta da diversificare

di Laura Carboni Prelati

Intervista a Patrizia Rinaldis, Presidente AIA Rimini

A giocare la partita della stagione turistica quest’anno ci si è messa anche l’epidemia di Coronavirus. E l’intenzione di investire in una vacanza sulla nostra costa, cioè tempo, risorse, divertimento, relax, sport, da portare a casa nella valigia delle vacanze, è sfumata senza permetterci di sperimentare percorsi nuovi, buona compagnia, sensazioni piacevoli lontano dai problemi quotidiani. Ci rivolgiamo perciò a Patrizia Rinaldis Presidente A.I.A. Rimini per sapere come la nostra riviera affronta questa crisi e come gli albergatori pensano di rendersi più appetibili e competitivi per affrontare una stagione turistica più lunga e redditizia.

Alcuni dati recenti (2019) ci confermano che i pernottamenti a Rimini sono fermi da vent’anni mentre il turismo nel mondo cresce del 4-5% l’anno (vedi i nostri competitors Isole Canarie, Barcellona). Quale può essere la motivazione?

“Non mi risultano questi dati; ho sott’occhio le ultime 2-3 stagioni. Abbiamo verificato con dati certi presenze e pernottamenti e sono entrambi aumentati. Non vedo le Canarie e la Spagna come nostri competitors, considerando che oggi il nostro turismo non è solo “balneare” ma può essere congressuale, fieristico, sportivo, dedicato ad arte, cultura e enogastronomia. Nel mettere in evidenza le eccellenze del nostro territorio, la nostra riviera gioca una partita completamente diversa. Abbiamo notato che aumentando l’interesse in certi settori siamo passati da pochi alberghi aperti tutto l’anno a 187 strutture annuali doverosamente modificate nella struttura al 50% di aperture straordinarie. Da tenere presente l’exploit degli Airbnb, degli agriturismi e tutto ciò che sta nascendo sotto forma di ricettività “alternativa”. Oggi, forse, col Coronavirus avere un 80% di turismo interno, potrebbe essere, almeno per la prossima stagione estiva, la nostra salvezza”.

Ma quali sono i riflessi del Covid 19 su arrivi e pernottamenti per la prossima stagione?

“Per il periodo estivo una previsione è abbastanza difficile; penso che il mercato italiano risponda in maniera positiva. Le nostre località potrebbero diventare più appetibili; non dimentichiamo che la gente uscirà da un confino forzato tra le pareti domestiche, stanca di stare a casa e avrà voglia di muoversi; potrebbe scegliere una vacanza interna al paese. La richiesta, le prenotazioni, specie quelle nazionali per l’estate ci sono; la gente telefona, chiede, s’informa. Purtroppo il periodo pasquale è stato compromesso e non sappiamo quanto potrebbe durare la drammatizzazione di questo problema; prima dobbiamo uscire da questa crisi sanitaria. Da tutto il mondo puntano il dito contro di noi e non ci dimentichiamo che l’Italia è la meta più ambita e desiderata per le vacanze in campo internazionale”.

Noi abbiamo prezzi bassi e una stagione imperniata su due mesi estivi, si potrebbe migliorare l’offerta proponendo una stagionalità più lunga?

“Dobbiamo uscire dal discorso prezzo basso per accaparrarsi gente, quello che cerchiamo di fare è dare valore al nostro territorio. Ci vorrà del tempo ma in nessuna azienda sono sufficienti due mesi per coprire le spese e avere una redditività tale da riuscire a sopravvivere. Questo territorio è ricco di opportunità e noi stiamo cercando di lavorare sui desideri delle persone e di mettere a tutela le eccellenze che abbiamo trasformandole in opportunità. C’è chi si sta attivando e dà importanza al settore sportivo, della bicicletta, chi al settore culturale, chi rivaluta l’entroterra, l’enogastronomia, le sagre, le sentieristiche; diversifichiamo l’offerta e l’imprenditore dovrebbe cogliere buoni flussi da aprile a ottobre ed avere un’occupazione camere che gli consenta di avere una certa redditività che compensi i costi. Se alla vacanza balneare accosteremo altri prodotti potremmo aspirare a nuove forme di mercato”.

Salvo qualche manifestazione importante (Notte Rosa e Capodanno) a Rimini mancano luoghi di aggregazione per i giovani; in riviera molti locali da ballo hanno chiuso

“E’ stato demonizzato il divertimentificio che ha portato al blocco delle sale da ballo, ma oggi si sta facendo una ricerca sull’interesse dei giovani. I locali sono luoghi di aggregazione ma la stessa spiaggia lo è, forse  dobbiamo comunicare che i nuovi luoghi di aggregazione sono i chiringuito sulla spiaggia che hanno avuto un certo successo. Vivere il mare in un’altra dimensione, stando in compagnia, in un’atmosfera più rilassata e piacevole. Se una volta Rimini faceva tendenza, oggi dobbiamo cercare di riconvertire il divertimento in qualcosa di nuovo e attrattivo. Per i giovani e non solo è stata creata la Molo Street Parade che ha fatto vivere in una dimensione diversa il porto, con musica su barconi e pescherecci. La voglia di stare insieme è importante per tutti, non solo per i giovani. Oggi dobbiamo trovare prodotti specifici nelle eccellenze del nostro territorio perché in pochi chilometri noi diamo la possibilità di vivere la vacanza in mille modi diversi”.