Turismo nelle colline riminesi: ancora piccoli numeri

Non c’è ente di settore che, negli ultimi decenni, non abbia annunciato e si sia proposto di promuove il turismo nell’entroterra. Effettivamente il patrimonio storico-culturale-naturalistico custodito, non sempre nelle migliori condizioni, nei tanti borghi millenari dell’entroterra riminese è notevole e visitarlo tutto richiederebbe parecchie giornate. 

Sul sito Visitromagna (www.visitromagna.it) sono indicati alcuni itinerari possibili, altri sarebbero da aggiungere, e come eventualmente pianificare una visita, ma non è noto quanti viaggiatori abbiano raccolto i suggerimenti proposti. E soprattutto quante agenzie turistiche, in Italia e all’estero, perché non tutti sono in condizione di organizzarsi da soli un viaggio, forniscano questi pacchetti.

In attesa di un seguimento un po’ meglio organizzato, la realtà è che i numeri sono piuttosto impietosi e per niente in crescita, a parte l’ultimo anno (2022), dove arrivi e presenze paiono in risalita, pur restando ancora sotto il livello di un decennio addietro. Stiamo comunque parlando di un numero di pernottamenti inferiore a 200 mila, poco sopra l’1 per cento del totale provinciale.

C’è però un particolare da tenere d’occhio: le presenze straniere oscillano tra un quarto e un terzo del totale. Cioè più della riviera. Segnale che l’entroterra piace ai visitatori esteri. Ma come portarceli è un’altra storia.

Qui esiste un problema: i comuni dell’entroterra dovrebbero mettersi insieme, coordinare le loro azioni e le loro risorse. Perché nessuno ha tanti soldi da affrontare efficaci campagne di promozione.

Ci stanno provando i comuni della Valconca. E’ la via giusta, ma sarebbe meglio coinvolgere anche quelli della Valmarecchia, perché tanti prodotti sono trasversali e possono essere venduti insieme.