Sartoria Crescentini: le mani che vestono le star

di Laura Carboni Prelati

Con tanta passione nelle mani e talento da vendere, alla bella età di 88 anni, la signora Maria Pia Crescentini riesce ancora ad infilare l’ago senza occhiali e realizzare abiti, camicette e gonne nel suo laboratorio a Ponte Messa di Pennabillli dove l’alta sartorialità è di casa. Dal suo atelier gli abiti arrivano a calcare i più prestigiosi palcoscenici del mondo; qui infatti vi sono mani che vestono anche le star di Hollywood nella prestigiosa serata degli Oscar con attrici e personalità del calibro di Michelle Obama, Rania di Giordania o Nicole Kidman.

Ma quando è nata la Sartoria Crescentini? – “La voglia di cucire e creare modelli si può dire sia nata quando mia madre era ragazzina – dice Gianluca Angelini, figlio di Maria Pia- Per far pratica di cucito si recava tutti i giorni a piedi da una sarta che abitava al confine con la Toscana; aveva solo 14 anni ma sognava un futuro fatto di abiti di gran classe e decise di diventare modellista. A Rimini c’era la scuola idonea e lei, per aggiungere completezza a questo mestiere, si trasferì presso dei parenti che avevamo sulla costa. Rimini però fu una tappa intermedia perché, conseguito il diploma, si aprirono nuove opportunità. Lei iniziò a lavorare per le boutique di Milano Marittima che avevano sartoria e confezionavano favolosi abiti da sera, da cocktail, per il bel mondo dei milanesi e bolognesi che passavano l’estate in riviera. Iniziarono così i primi contatti e le prime collaborazioni con i brand più prestigiosi dell’alta moda italiana.

Agli inizi degli anni ’70 – prosegue Gianluca – mia madre aprì il primo laboratorio a Molino di Bascio, vicino Pennabilli, specializzandosi in capi confezionati in tessuti preziosi, leggeri, come seta, organza per abiti, top, gonne, completi. Le famose sartorie commissionavano di continuo tanti lavori e, in questa bottega, iniziò a lavorare per diversi stilisti che c’erano a quel tempo. I tre figli di Maria Pia (io Gianluca, Lorenzo e Stefano Angelini) avevano preso strade diverse e in azienda doveva avvenire il cambio generazionale. Erano gli inizi degli anni ’90 – dice Gianluca – ed io iniziai con passione, impegno e il supporto di una scuola di Bologna. Era un’azienda di famiglia e tutti eravamo coinvolti nelle esigenze che questo mestiere comporta; grandi sacrifici, pazienza e tempi lunghi. Iniziai l’attività con un corso di organizzazione aziendale e imparai a gestire l’azienda dal punto di vista produttivo, dei tempi, dei metodi scegliendo cosa era importante fare per rendere le cose più veloci, funzionali, organizzate. La nostra azienda produce per altri e come ogni azienda terzista vende il proprio lavoro ad altri. Nuovi collaboratori qualificati e nuove tecniche nel processo produttivo hanno accorciato i tempi (software e macchinari specializzati) per offrire alla clientela servizi sempre più completi e inoltre la nostra professionalità ha dato importanza al lavoro femminile del territorio garantendo l’occupazione a un numero costante di maestranze”.

Quanti dipendenti avete? – “Ne abbiamo 15, tutte italiane di diverse età; nell’insieme c’é sartorialità e tecnologia. Lo stilista ti affida un disegno o una foto con l’esempio di un capo che vorrebbe realizzare. Noi realizziamo una tela, poi l’abito e lo modifichiamo a sua richiesta, infine facciamo scegliere i colori che lui vuole, poi il capo va in vendita; adesso sta per uscire la collezione per l’autunno 2021”

I vostri capi sono pezzi unici? – “Si. Alcuni marchi prestigiosi ci commissionano prodotti di nicchia il cui costo minimo è di 1.000€. Questa è’ una sartoria che vive con piccole produzioni, adesso stiamo lavorando con Chanel e Burberry, ma si può arrivare a 20/30.000€ a capo e c’è gente che per una sera indossa abiti che costano cifre da capogiro. Nella notte degli Oscar vedo tanti abiti che abbiamo fatto noi e questa è una soddisfazione unica!” 

Come avete fatto a crearvi una rete di prestigiose firme per cui lavorare? – “Armani, Chanel, Calvin Klein, Dolce & Gabbana, Pucci, Moschino, Prada, Cavalli, Versace non ci sono piovuti dal cielo; abbiamo deciso col tempo che era giusto che il nostro lavoro fosse remunerato in maniera equa per trovare la giusta sinergia, il giusto equilibrio e abbiamo pensato di andare alla ricerca di nuovi clienti. Ci demmo da fare tutti: Lorenzo e Stefano, gli altri due fratelli, negli anni ’90, contribuirono aggiungendo le loro professionalità, cercando contatti; organizzavamo incontri inviando via fax la presentazione dell’azienda o facendo telefonate e viaggi verso le capitali della moda che richiedono la straordinaria artigianalità del nostro lavoro”.

E’ stato difficile trovare sarte, stiliste o ricamatrici per formare la squadra sartoria? – “Il personale qualificato non c’è; abbiamo una stilista che ha fatto stage e apprendistato poi l’abbiamo assunta a tempo indeterminato. In pratica l’apprendimento avviene in azienda e perciò occorre molto tempo, anni! Qui si cambia lavoro tutti i giorni, 7-8 volte al giorno e bisogna essere produttivi per eseguire le continue modifiche. La moda è fatta di 4 stagioni e non si replica mai ciò che è stato fatto prima, si fanno cose totalmente nuove e si mettono sul mercato”.

Il lavoro c’è? – “Abbiamo una clientela solida per cui il lavoro c’è, ma non è così semplice; le grandi aziende italiane vogliono risparmiare e quindi vanno a cercare dove c’è chi può praticare prezzi bassi o illegalità e quell’etichetta con scritto made in Italy a volte non ci rappresenta. Noi preferiamo le case straniere, i marchi esteri sono più seri e la concorrenza c’è”. Le abili mani di Maria Pia e il suo naturale talento hanno saputo regalare alla sartoria pennese le firme più prestigiose dell’alta moda italiana e straniera. Abiti elegantissimi e perfetti per un’occasione particolare, che vengono indossati dalle grandi star della tv o del jet set internazionale come Lady Gaga, Rihanna, Beyoncè, Julia Roberts che sono apparse in pubblico vestendo abiti della rinomata Sartoria Crescentini.