Rimini International Tourism Incubator

E’ il progetto, attorno cui sta lavorando da diversi mesi Rimini Venture 2027, all’interno del Piano Strategico di Rimini, per la costruzione di un incubatore, cioè di un luogo dove attrarre, dall’Italia e dall’estero, far maturare e crescere nuove imprese di beni e servizi legati al turismo, locale ma soprattutto internazionale (ricordiamo, che pur nella crisi, il turismo è l’unico settore, nel mondo, a crescere al ritmo del 4 per cento circa l’anno).

La Riviera di Rimini ha la storia, la cultura, le competenze e i numeri per lanciare una sfida globale, che è quella di diventare una sorta di hub (gli hub sono quegli aeroporti che fanno da snodo verso altre destinazioni) di quanto di nuovo si possa offrire nel campo del turismo, non solo balneare, ma di tutti i turismi di cui si compone oggi l’offerta delle vacanze.

Parafrasando la più famosa Silicon, si può puntare ad una Rimini Valley del turismo, che al momento non esiste da nessun’altra parte, non chiusa ma aperta e capace di attrarre le migliori intelligenze nazionali e internazionali, realizzando quel mix di competenze, culture e professionalità che sono  l’essenza stessa dell’esperienza turistica.

Un vivaio di idee, progetti e creatività che aiuterà l’economia locale a ritrovare un nuovo sentiero di sviluppo e il turismo locale ad avere un veicolo promozionale in più, con i nuovi prodotti che potranno girare il mondo col marchio “Made in Rimini”.

In pratica vuol dire investire 30-40 mila euro in una nuova idea da trasformare in impresa (start-up), aiutarla a crescere, quindi presentarla dopo qualche mese agli investitori (venture capital, business angels, ecc.), costruire e cominciare a vendere il nuovo prodotto/servizio, infine, se il mercato reagisce positivamente, vendere la società su cui si è investito (in gergo si dice exit), realizzando una discreta plusvalenza. Operazione che non riesce sempre, ma quando avviene copre anche i costi delle start up che non hanno funzionato.  Operazione che va ripetuta per ogni start up su cui si  decide di investire.

A Rimini esistono tutte le condizioni e le relazioni, anche internazionali,  per partire, dipende solo  da chi ha ruoli di indirizzo  e  promozione dello sviluppo locale.  Ricordando che rimanere fuori da questo filone, non solo priva questo territorio di una opportunità congeniale ad un pezzo importante della sua economia, ma ci lascerebbe fuori dal progetto del Ministero dello sviluppo italiano “Restart Italia” incentrato proprio sul sostegno alle start up innovative.  Che  per ricevere sostegno, devono esserci.