Quel freddo che viene da Indel B

Certo, produrre minifrigo nell’area industriale di Sant’Agata Feltria, avendo sullo sfondo il panorama delle colline del Montefeltro appena innevate è una combinazione di stagione (invernale) che ha una sua coerenza, probabilmente da far invidia a chi quei prodotti li utilizzerà in condizioni climatiche ben diverse.

L’azienda è la Indel B, che nasce a Ravenna nel 1967, pare che il nome sia l’abbreviativo di industria elettromeccanica, poi dopo alterne vicissitudini nel 1971 si trasferisce a Sant’Agata Feltria, dove al nome originario aggiunge la “B” di Berloni, iniziale del nuovo e attuale proprietario.

A documentarci è lo stesso Antonio Berloni, titolare, accompagnato da Luca Bora, Direttore generale, e Sara Berardi, Marketing Manager, che ci ricevono in sede.

Indel B, che nel2012 hafatturato 55 milioni di euro, un po’ meno del 2011 che è stato un anno da record,  occupa 190 dipendenti a tempo indeterminato (a cui vanno aggiunto 10-20 stagionali), di cui una decina assunti l’anno scorso, trasformando precedenti rapporti a tempo determinato secondo quanto prevede la nuova legge del Ministro Fornero, si è specializzata nella produzione di piccoli frigoriferi per tre segmenti di mercato.

Il primo è quello degli alberghi e della nautica, con i minibar, accompagnati da altri accessori come  televisori,  casseforti e serrature elettroniche, fino agli asciugacapelli, nell’ottica di dare al cliente una gamma di prodotti tecnologici completi.

“Questo è un mercato, sottolinea Luca Bora, a basse barriere d’ingresso, dove è facile entrare, soprattutto se un albergo mira solo al minor prezzo. Quindi la concorrenza è molto forte e l’unica strategia valida è differenziarsi, puntando sul design, il risparmio energetico e altre innovazioni”.

Tra i migliori clienti, sul fronte alberghiero ci sono diverse catene tra cui Hilton e Sheraton, mentre per le navi da crociera Costa Crociere e Royal Caribbean sono le più note.

Il secondo mercato è quello costituito dal settore “automotive”, cioè della refrigerazione mobile per camion, è recente un accordo con la svedese Scania, e dai frigoriferi portatili, di diversa forma e capacità, utilizzabili nei contesti più diversi, dai viaggi al tempo libero.  Qui tutti ricordano con orgoglio, giustificato, la scelta della NASA, l’ente spaziale americano, di dotare, nel 1982, lo Shuttle Columbia di un frigorifero costruito proprio da Indel B, che doveva funzionare in assenza di gravità e in tutte le posizioni. Esame brillantemente superato.

Nell’automotive, al contrario degli alberghi, le barriere d’ingresso invece ci sono e non è facile entrare senza una storia e una affidabilità dimostrata. Perché i grandi costruttori di veicoli industriali  non fanno facilmente accordi con l’ultimo arrivato.

Il terzo mercato è quello dell’aria condizionata da parcheggio, i primi ad averci pensato, di cui sono dotati i camion più moderni, che comincia a funzionare quando si spegne il motore, mantenendo quindi gradevole l’ambiente di cabina. Non a caso la gamma si chiama  “dormi bene”.

Indel B, che  produce quasi tutto in casa, certificando processi e prodotti secondo gli standard internazionali più accreditati, esporta il 70 per cento della produzione (che l’hanno salvata dalla crisi) e la lista dei paesi è piuttosto lunga.  Tra gli impegni internazionali c’è anche una fabbrica aperta, nel 2005, con un partner privato locale,  nella provincia cinese del  Guangdong, che da lavoro a 400 addetti e fattura grosso modo come quella italiana.  Da li vende in tutto il mondo e solo di recente sta pensando a come poter entrare nel settore automotive cinese, dove i mezzi non sono ancora così evoluti come in Occidente.

Il segreto  per avere successo all’estero ce lo spiega Antonio Berloni ricorrendo ad un vecchio adagio: “bisogna correre come matti…perché chi arriva prima, mena due volte”. Aggiungendo che all’estero non ci si improvvisa e i risultati si vedono solo nei tempi medio-lunghi.

Ma anche arrivare prima non basta, perché i clienti una volta conquistati bisogna mantenerli. E questo non è scontato se non si innova continuamente.

Così per il 2013, che non si presenta facile,  ma che inizia con  la ragionevole speranza di ottenere gli stessi risultati dell’anno appena trascorso, Luca Bora ci anticipa che l’azienda ha già qualche importante novità in serbo, ma di più non è stato possibile carpire.

A preoccupare non è tanto il mercato estero, quanto quel trenta per cento di vendite nazionali, che visto lo stato della nostra economia destano più di una preoccupazione.

L’Azienda accoglie in stage studenti dell’Istituto Professionale “Benelli” di Novafeltria, ma Antonio Berloni lamenta il perdurare di una certa separatezza della scuola dal mondo del lavoro, che non aiuta la formazione di buone professionalità.  I giovani, aggiunge, devono essere preparati tecnicamente,  ed Indel B vede con maggiore favore i periti meccanici ed elettronici,  oppure gli ingegneri meccanici o magari specializzati in termodinamica, ma  devono conoscere almeno la  lingua inglese. Per una ragione è molto semplice: l’azienda con il prodotto esporta anche assistenza, manutenzione, progettazione, ecc., e tutti, non solo l’area commerciale, devono saper interloquire con i clienti esteri.  Un consiglio utile per scuole e studenti.