Pennabilli che non ti aspetti

Con questa prima puntata inizia un lungo viaggio che ci porterà a scoprire tante realtà interne della provincia di Rimini, dimenticate o di cui conosciamo molto poco perché quasi sempre, salvo fatti eclatanti, lontane, non solo geograficamente, dai riflettori della costa. Il viaggio interesserà comuni della Valmarecchia e della Valconca, di cui spesso si parla come potenziale opportunità turistica, ma molto meno come luoghi abitati e vissuti, con problemi, domande, progettualità e opportunità inaspettate.

Pennabilli che non ti aspetti

Città medievale, dove ha vissuto l’ultimo periodo della sua vita il poeta, scrittore e sceneggiatore  Tonino Guerra, Pennabilli, che trae origine dall’unione di due nuclei abitati, Penna e Billi, quest’ultimo dall’omonima rocca Malatestiana, sorti sulle due principali alture su cui poggia il comune, a seguito di un referendum entra a far parte della provincia di Rimini, prima era in quella di Pesaro, nel 2009.

Con 2,6 mila residenti, negli ultimi decenni ha perso un sesto della popolazione e più del 30 per cento di quella che è rimasta ha superato i 65 anni (la media della provincia di Rimini è il 24 per cento). Una emorragia, ci dice il Sindaco Mauro Giannini, che incontriamo nella sede del Comune in una accaldata mattinata di luglio, che stenta ad arrestarsi, non tanto, come avveniva in passato,  per la mancanza di posti di lavoro, anzi ci sono aziende locali che lamentano di non trovare personale, ma per le mutate aspettative di vita di tanti giovani.

I quali preferiscono spostarsi verso centri urbani più grandi e meglio dotati di servizi, per la salute, l’istruzione, commerciali e altro.  Gli asili ci sono, insieme a una scuola elementare e media, ma purtroppo non nascono più bambini.

L’unica pediatra che assisteva le giovani mamme è andata in maternità e l’intero territorio, Pennabilli, ma anche Novafeltria, dove c’è un ospedale, è rimasto sguarnito. Se c’è una urgenza non sai a chi rivolgerti. L’AUSL ha promesso di mandare qualcuno/a da Rimini, almeno per qualche giorno a settimana, ma restano ancora in attesa.

Gli anziani delle frazioni possono usufruire di ambulatori dedicati solo un paio di volte a settimana. Un’assistenza minima, ma certo non sufficiente.

La Casa della Salute per l’Alta Valmarecchia più vicina, l’unica, si trova a Novafeltria, a una decina chilometri.

Poi, prosegue il Sindaco, ci sono i maggiori costi che comporta vivere in un comune montano. Qui l’inverno è lungo, nevica spesso, le case vanno riscaldate e con i prezzi a cui è arrivato il metano le prossime bollette saranno salatissime. Per i comuni, poi, la neve è un onere non indifferente perché spetta loro liberare le strade comunali dalla neve.

Non c’è una biblioteca, dove i giovani, ma non solo loro, possano ritrovarsi per leggere e studiare, perché i costi sono insostenibili.

Per fermare l’esodo, e magari invertire la direzione di marcia, i sindaci di Pennabilli e Casteldelci sono tra i principali promotori e sostenitori, per cui si è costituito il Comitato Valmarecchia Futura,  della costruzione di una nuova “marecchiese” a scorrimento veloce, che consenta ai residenti di questa valle di raggiungere i maggiori centri della costa, dove si concentrano le principali opportunità d’impiego e attrazioni, in non più di mezz’ora. Una soluzione che, sostengono i promotori: consentirebbe a tanti di continuare e risiedere nei piccoli comuni dell’entroterra pur lavorando fuori; renderebbe il territorio più attrattivo per l’insediamento di nuove attività produttive, ma anche più facile da raggiungere per i turisti. Scandisce, molto convinto, il Sindaco Giannini che: “per noi la strada è la vita”.

L’idea è condivisa da tutti i sindaci dell’Alta Valmarecchia, un po’ meno dagli altri, sul cui territorio dovrebbe passare. Per l’autunno è prevista la presentazione del progetto e sarà l’occasione per entrare nel merito.

Le difficoltà e i limiti che i residenti devono affrontare non hanno impedito a Pennabilli, che tra le sue risorse conta, un po’a sorpresa, anche un Museo del Calcolo, che guida il visitatore a ripercorrere la storia del calcolo e della matematica, molto frequentato dalle scolaresche, a cui si è di recente affiancato uno per l’informatica, di essere tra i pochi comuni dell’entroterra, l’altro è San Leo, a veder crescere, negli ultimi anni, la sua capacità ricettiva: gli alberghi da 2 sono diventati 3, gli esercizi extralberghieri da 9 a 16. Piccoli numeri, ma sono il segnale di un movimento turistico che non si limita a brevi escursioni giornaliere, ma pernotta, lasciando qualcosa in più sul territorio.

Territorio che ha una estrema necessità di recuperare le imprese perdute nell’ultimo decennio, quando sono scese da 323 del 2010 a 279 nel 2021, di cui 96 agricole. Imprese che rappresentano la condizione base, creando ricchezza e distribuendo lavoro, per trattenere i giovani e migliorare i redditi dei residenti, nel 2020 a poco sopra 15 mila euro, quelli dichiarati, tre mila euro meno dell’importo medio dei contribuenti del capoluogo Rimini.

Il Centro