Lifting con soldi pubblici, alberghi in regola?

 di Lucia Renati

 “Dal 1995 al 1998 nella provincia di Rimini ci furono 815 cambi di gestione alberghiera su 2.872 strutture ricettive totali, alcuni di questi operati da numerosi imprenditori di cui si è accertata l’appartenenza o la concussione mafiosa o camorristica e l’acquisto di tali strutture avveniva a scopo di riciclaggio”. A scriverlo è Enzo Ciconte, storico della criminalità organizzata, in un suo libro, riportando un’indagine statistica. Negli stessi anni, la prefettura di Bologna indicava Rimini come una zona a rischio “per ciò che riguarda i tentativi di infiltrazione da parte di organizzazioni criminali attraverso l’acquisto di strutture alberghiere a scopo di riciclaggio”. Acquisti avvenuti con pagamenti in contanti e molto rapidamente, trasferimenti anomali a dispetto dell’usanza classica in tre rate, la prima a inizio stagione, l’ultima alla fine. Quindi alberghi, appalti mafiosi di imprese di pulizie della camorra, ma anche discoteche pagate con cifre astronomiche, ristoranti e negozi perennemente vuoti, dei quali non è dato sapere di cosa campino.

Nel 2010, la Regione ha stanziato per la provincia di Rimini 3.322.848 euro di contributi per 26 progetti destinati a rimodernizzare il turismo riminese sugli 85 presentati (legge regionale 40/2002). La percentuale di contributo fissata dalla Provincia è pari al 15% della spesa ammessa, con un tetto massimo concedibile di 200.000 euro. Si tratta di 18 progetti di riqualificazione e ammodernamento di strutture alberghiere, 3 di accorpamento di alberghi o creazione ex novo di spazi comuni, 4 progetti di riqualificazione e ristrutturazione di stabilimenti balneari, e una struttura turistica dell´entroterra. Più precisamente: 11 a Rimini, 9 a Riccione, 3 a Cattolica, 2 a Misano e una a Pennabilli. Tali contributi hanno attivato un investimento di 26.280.895 euro.

 I criteri

Ma come vengono assegnati i contributi pubblici in materia di turismo? C’è il rischio che si vada a finanziare una gestione malavitosa, visto che il settore alberghiero esercita un notevole appeal?

“Assolutamente no” è la risposta a TRE dell´assessore provinciale al Turismo e presidente dell’Agenzia di Marketing turistico della riviera di Rimini, Fabio Galli. “Più che un criterio, la regolarità fiscale e contributiva, per ottenere contributi pubblici, è una conditio sine qua non” aggiunge Symon Buda, dirigente del settore Turismo della Provincia di Rimini. “Per l´erogazione del contributo pubblico, bisogna dimostrare di essere in regola con l´antimafia e il DURC, che attesta la regolarità contributiva di un’impresa per quanto concerne gli adempimenti INPS, INAIL e Cassa Edile. Serve per tutti gli appalti e subappalti di lavori pubblici (verifica dei requisiti per la partecipazione alle gare, aggiudicazione alle gare aggiudicazione dell’appalto, stipula del contratto, stati d’avanzamento lavori, liquidazioni finali) e per i lavori privati soggetti al rilascio della concessione edilizia. La verifica della regolarità dell’impresa viene effettuata su tutte le 119 Casse Edili presenti sul territorio nazionale, utilizzando un’apposita banca dati”.

 Albergatori “bloccati”

26 progetti su 85 domande presentate, su circa 2.200 alberghi. Come interpretare questi numeri? Lo chiediamo all’assessore Fabio Galli.

“Il numero dei progetti presentati e la quantità degli investimenti previsti, sono un segnale importante, di fiducia e di sostegno verso il mercato e verso il futuro” precisa Galli. “I progetti che non sono stati finanziati restano in lista, in attesa dei prossimi contributi. Poi, è chiaro che non tutti hanno la possibilità di ristrutturare”.

Riqualificazione alberghiera che al momento è ferma secondo la presidente dell´Associazione Albergatori di Rimini Patrizia Rinaldis. “Il congelamento dei prezzi – dice – ha avuto un ruolo determinante nell´arginare il brusco crollo delle presenze turistiche. A questo è corrisposto però un blocco della redditività, quindi degli investimenti”. La presidente già da tempo guarda con preoccupazione alle negative ripercussioni sulla riqualificazione alberghiera. “L´allarmismo di questo momento – prosegue Rinaldis – fa sì che gli albergatori preferiscano abbassare i prezzi piuttosto che investire sul rinnovamento. Lo dimostra il fatto che le richieste di adeguamento sul tavolo dell´associazione albergatori sono calate del 40% nell´ultimo anno”. Morale della favola, “siamo i più a buon mercato d’Italia con 71 euro di media per camera doppia a Ferragosto – conclude Rinaldis -. Il nostro è il miglior rapporto qualità/prezzo. Una volta però bastava avere una cucina e delle stanze con dei letti che si riempivano da sè. Ora non è sufficiente. La Riviera ha subito le trasformazioni globali che hanno attraversato la nostra epoca, mantenendo però sempre la peculiarità di un´offerta turistica a bassissimo prezzo alberghiero. Ora lo sconto però si paga salato in termini di investimento, redditività e riqualificazione”.

 L’ombra dell’affitto

Rimini, in particolare, soffre di un “male” che sembra difficile da curare. Nel corso della stagione 2010 per il 56.7% delle strutture ricettive la gestione della struttura non coincide con la proprietà. Il dato, riportato sul Sole 24ore centro nord, testimonia la rilevanza assunta dagli affitti nel settore alberghiero riminese. Un tema su cui si attestano alcuni timori da parte della categorie economiche, per il rischio che, accanto alla gestione da parte di giovani che entrano nel mondo del lavoro attraverso il settore dell’ospitalità, si facciano strada avventurieri che finiscono per rovinare la reputazione della costa romagnola.

2 thoughts on “Lifting con soldi pubblici, alberghi in regola?

  1. Si dimentica di dire, la sig.ra Rinaldis, che molti albergatori non si sono mai curati di investire quando avrebbero potuto perché, appunto come dice lei, le camere si riempivano da se, per il semplice fatto che hanno preferito arricchirsi sulla rendita e, a festa finita, passare la mano. Se non ci abituiamo a fotografare la realtà, sarà dura risalire la china con la difesa corporativa.

  2. E un problema che la zona ha da sempre, tutti voglio arricchirsi senza spostare un dito.

    Conosco personalmente alcuno albergatori di hotel a rimini e sò per certo che quello degli investimenti è un problema serio in cui la responsabilità va divisa equamente tra albergatori e contributi che spesso non ci sono!

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