L’erba medica sostenibile di Carli

di Laura Carboni Prelati

Tutti mangiamo erba medica. La filiera che genera la succulenta tagliata di manzo, il gustoso pecorino prodotto in montagna, il miele, le uova o il gelato trae origine da un prodotto primario, indispensabile nutrimento degli allevamenti di bovini, equini, ovini/caprini, leporidi e avicoli. E’ l’erba medica lo straordinario elemento nutritivo che fornisce vitamine, proteine, fibre, minerali, omega 3 e 6 indispensabili per la salute degli animali ma anche per noi umani con fibre sempre più usate nell’alimentazione sotto forma di germogli. L’EFSA (European Food Safety Authority) organo di controllo per i consumatori, gli animali e l’ambiente per i rischi legati agli alimenti, ha decretato l’erba medica importante contributo alla lotta contro la fame nel mondo. Per questo l’erba medica assume grande importanza sotto il profilo nutrizionale, ambientale ed economico. Nel nostro territorio c’è un’azienda leader del settore: è il Gruppo Carli di Pietracuta di San Leo che, fin dal 1960, da tre generazioni si occupa della produzione, raccolta e lavorazione di erba medica, foraggi e cereali per l’alimentazione animale.

L’economia dell’erba medica

Negli anni ’60 c’era una piccola azienda a carattere familiare che col tempo è cresciuta fino a diventare una solida realtà agro-industriale, leader nella produzione di foraggi in Italia e nel mondo. Il Gruppo Carli offre una gamma completa di prodotti dedicati alla zootecnia, garantiti biologici e no OGM, per i quali sono impegnati ogni giorno centinaia di persone che lavorano in varie aziende.

– Il nostro prodotto di punta- dice la Dottoressa Daniela Carli, Amministratore Organizzativo- viene venduto ai maggiori mangimifici d’Italia (in zona Martini di Longiano) alle stalle del parmense, la zona alpina e pedemontana, per un totale di circa 300.000 tonnellate annue”.- Il commercio estero- prosegue Andrea Macchia, Marketing e Comunicazione- si sta espandendo in Giappone, Tailandia, Vietnam, Corea, in Medio Oriente negli emirati Oman, Qatar, Arabia Saudita, nel Nord Africa grazie ad accordi commerciali fra governi, una grande partita è stata destinata in Mauritania, poi c’è Francia, Inghilterra, Irlanda, Germania, Danimarca e Scandinavia-.

–Come avviene l’essicazione del prodotto?-“Sono operazioni calibrate a seconda delle condizioni climatiche e dell’umidità dell’aria –dice Carli- Ogni gestore della campagna in base alle previsioni del tempo decide di tagliare un tot di ettari di erba medica. Per abbattere i costi di stabilimento, se il clima è asciutto e soleggiato, la si fa essiccare in campo dopo il taglio, poi il prodotto viene portato nello stabilimento. Qui può essere completamente essiccato o passato agli impianti e ulteriormente disidratato. Abbiamo dei grandissimi cilindri; il prodotto, dopo essere stato sminuzzato, passa dentro al cilindro dove viene sparata aria calda e man mano che percorre il cilindro l’erba si secca”

-I macchinari vengono azionati tramite energia ricavata da pannelli solari?-“Si –dice Macchia–ci avvaliamo di energie rinnovabili; tutti i nostri stabilimenti hanno i tetti ricoperti di pannelli fotovoltaici. C’è molta attenzione alla tecnologia energetica e siamo sempre all’erta su tutto ciò che può ridurre i consumi energetici che sono una voce importante sui costi di produzione; stiamo valutando dei progetti di termovalorizzazione sugli scarti di produzione. Il processo di essicazione è un procedimento molto utile e vantaggioso per preservare le proprietà nutrizionali dell’erba medica come vitamine, minerali, betacarotene e altre sostanze che finiscono nell’organismo dell’animale che la consuma”.

-Quali sono gli altri prodotti che trattate?-“Oltre a erba medica abbiamo fieno, paglia, cereali (grani duri, teneri, orzo, mais) lettiere e pellet di legno”.

–Avete degli esperti per l’alimentazione, salute-benessere degli animali da allevamento?-“La nostra attività è fatta di questo: abbiamo contatti e un confronto continuo con gli utilizzatori, gli allevatori ma anche con consulenti, nutrizionisti e veterinari”

-I vostri prodotti sono selezionati a partire dal seme?–“Tutti i concorrenti (es. Spagna)-precisa Carli-riescono a produrre molto buttando però quintali di chimica nel terreno e hanno bisogno oltre che irrigare di mettere concimi e usare antiparassitari. Il nostro vanto è coltivare in maniera sostenibile e bio; partiamo dal seme che produciamo noi, e, gestendo tutta la filiera produttiva, riusciamo a calibrare il consumo energetico nella dieta animale, seguiamo gli allevatori per integrare la giusta quantità di erba medica e foraggi per ottenere un prodotto quanto più naturale e sano”.

UNA PRODUZIONE TUTTA ITALIANA PER 70 MILIONI DI FATTURATO

-Quale volano economico sviluppa questo settore?-“Nell’intera filiera sono coinvolte circa 20.000 persone (indotto–agricoltori-terzisti–autotrasportatori, ecc.) con notevole sviluppo delle zone rurali e attività del territorio. Ognuno dei 6 stabilimenti ha 2/3.000 ha (ettari) di terreno di proprietà attorno. La ricaduta economica è di circa 200 milioni di euro nelle zone limitrofe ai luoghi di produzione. Quest’anno il giro d’affari supera abbondantemente i 70 mln di euro di fatturato”.  

Qualità e ambiente

-La vostra produzione possiede certificazioni di qualità?-“Abbiamo un occhio particolare per l’ambiente e la qualità; la produzione è naturalmente biologica e priva di OGM. I terreni di produzione dei foraggi, che sono in parte di nostra proprietà, non sono trattati con concimi chimici, fitofarmaci, pesticidi e non si pratica irrigazione (no spreco risorse idriche). E’ tutelata la sopravvivenza delle api grazie alle fioriture annuali di medica (circa 6).

Ricerca e sviluppo

-Fate ricerca e innovazione?-“Siamo in stretta collaborazione con l’Università di Bologna–precisa Carli- anche per quanto riguarda l’impatto delle lavorazioni sulla pianta. Per noi ricerca e sviluppo non sono un optional perché durante i controlli per le certificazioni ci confrontiamo con vari standard, trovando spunti per innovarci. Abbiamo tante certificazioni estere e un laboratorio interno di analisi col quale facciamo molti controlli. Ogni partita è accompagnata da certificato di qualità. La novità di quest’anno è rappresentata dal marchio Halal che è una certificazione etica”.

-Possiamo dire che l’azienda conserva gli antichi valori del lavoro agro-silvo-pastorale?-“Si, abbiamo un giro d’affari che impegna molte unità lavorative e dà valore alle persone, è un nostro valore intrinseco avere rispetto per la natura, per l’ambiente e la cultura del lavoro. Si rispetta la filiera di produttività, che segue la stagionalità senza forzature produttive riqualificando i terreni collinari spesso abbandonati per incuria”.

BOX: I DATI

-Per tracciare una scheda tecnica relativa alla produzione, vorremmo sapere: quante persone occupate e qual è la produzione annuale?-“Abbiamo un totale di circa 250 dipendenti in 6 stabilimenti in Italia dislocati in 4 province (Rimini, Ravenna, Ferrara, Roma). Sono 40.000 gli ettari di terreno a conduzione diretta da agricoltori locali (circa 2000). Abbiamo 300.000 ton. complessive di produzione annuale. Qui a Pietracuta la capacità produttiva è di 120.000 ton; è il nostro stabilimento più grande con 54 dipendenti.