L’economia che viene dal mare

Vivendo in una località ad alta densità turistica, viene spontaneo pensare a questa come unica attività legata al mare. In realtà, anche se alloggio e ristorazione sono la parte preponderante, dal mare traggono origine altre attività come la pesca, le attività sportive e ricreative, la cantieristica, il trasporto marittimo, merci e passeggeri, e la ricerca (per esempio, la motonave “Daphne II”, ormeggiata a Cesenatico, che ha il compito di monitorare la qualità delle acque di balneazione).

L’ultimo Rapporto 2019 dell’Economia del Mare, pubblicato da Unioncamere, calcola, a livello nazionale, il valore aggiunto dell’intera filiera del mare in 46,7 miliardi di euro, che diventano 87,8 miliardi considerando  le ricadute (i vari moltiplicatori) sugli altri settori dell’economia. Complessivamente stiamo parlando dell’8,5 per cento del totale dell’economia, che coinvolge quasi 200 mila imprese e genera 885 mila posti di lavoro.

Dal precedente rapporto, datato 2014, a all’ultimo (anno di riferimento 2018), le imprese di questa filiera sono cresciute del 9,5 per cento, nove volte più del tessuto imprenditoriale dell’intera economia. Segnale, indiscutibile, di una dinamismo maggiore del resto dell’economia.

Alloggio, ristorazione, ricerca e tutela ambientale i comparti che sono cresciuti di più.

L’Italia ha quasi 8 mila chilometri di costa, compreso i 135 chilometri dell’Emilia Romagna, e l’economia del mare è lungamente distribuita. 

Tra le province costiere nazionali Rimini occupa un posto di primo piano. Infatti, con una valore aggiunto dell’economia del mare calcolato in 1,2 miliardi di euro, Rimini occupa la settima posizione a livello nazionale, che vede in testa Roma, Genova e Napoli. Ma Rimini sale al terzo posto, dopo Trieste e Olbia-Tempio, per incidenza del valore aggiunto dell’economia del mare, il 13 per cento, sull’economia provinciale. Addirittura prima di Genova e La Spezia.

Valore prodotto da un tessuto imprenditoriale legato al mare costituito da più di  5 mila imprese, in massima parte facente capo alle attività di alloggio e ristorazione, che generano quasi 22 mila posti di lavoro, pari al 14 per cento circa dell’occupazione totale.

Il movimento dell’economia del mare non si limita però al solo mercato interno, ma interessa anche quello estero. Così non c’è da sorprendersi se tanto il settore ittico riminese, come la cantieristica,  figurano entrambi al quinto posto in Italia per valore di export. Il primo per un valore di 34 milioni di euro, che corrisponde all’1,3 per cento delle esportazioni provinciali, il secondo con 215 milioni di euro, pari all’8,4 per cento.  

A livello nazionale le esportazioni ittiche ammontano a 700 milioni di euro e quelle legate alla cantieristica 4,6  milioni di euro.