Molti penseranno che il 2020 non può esser preso come esempio della domanda di lavoro di un territorio, ma questo è vero solo in parte. Il ragionamento vale per la quantità, perché effettivamente nel 2020, rispetto ad un anno prima, le assunzioni previste (non è detto che poi siano fatte) dalle imprese intervistate sono calate di un terzo a Rimini, dove si fa sentire il fermo del turismo, e poco più di un quarto a Forlì-Cesena e Ravenna, ma non per i profili professionali richiesti, che grosso modo ricalcano la distribuzione degli anni precedenti. Per una ragione piuttosto semplice: perché dipendono da come funziona l’economia di un territorio, che non cambia da un anno all’altro.
Così si può scoprire che in Romagna, come si vede dal grafico, nonostante la pandemia sono sempre i lavori legati al turismo a tenere banco, soprattutto a Rimini. Segue il personale addetto alle pulizie e alle vendite, quindi autisti e conduttori per finire con gli impiegati di segreteria e affari generali.
Come si può notare, anche se la lista non è esaustiva, ma i grossi numeri si concentrano qui, sono tutti profili professionali che non richiedono, salvo eccezioni, livello di istruzione e competenze troppo elevate.
Ciononostante risultano di difficile reperimento oltre un quarto degli addetti alla ristorazione e quasi la metà degli autisti tanto a Rimini quanto a Ravenna, e un terzo di entrambi i profili anche a Forlì-Cesena.
Secondo uno studio dell’Unione Europea il settore alberghi e ristorazione è quello che in assoluto paga meno, insieme a costruzioni e servizi amministrativi. Sarà questa la causa della difficoltà che hanno le imprese a reperire personale ? Non è improbabile che contribuisca.
Restando sempre in Romagna, in due casi su tre i contratti offerti per l’assunzione sono a tempo determinato, ma era così anche prima del virus, e solo per uno su dieci le imprese osano mettere sul piatto un contratto a tempo indeterminato.
Il turismo, con la sua stagionalità, deve senz’altro avere il suo peso nella scelta della tipologia di contratto, se a Modena, per citare un caso emiliano, il contratto a tempo indeterminato viene offerto a due su dieci e quello a tempo determinato a quattro su dieci. Dimostrazione che dove l’attività è più stabile, grazie ad una maggiore presenza manifatturiera, anche il lavoro lo può diventare.
