Le “cartelle pazze” che fanno impazzire il contribuente

di Marzia Caserio

“Resistere a Equitalia” si può. Senza violenza, ma solo con le armi della giustizia ordinaria. Che non è vero che sta sempre dalla parte dei potenti, basta saperla usare. E’ indubbio che negli ultimi anni, la politica di riscossione del fisco portata avanti da Equitalia ha esacerbato gli animi dei cittadini, che si sono sentiti vessati senza aver modo di difendersi ad armi pari. Eppure, si può fare diversamente”.

Parola di Elena Polidori, giornalista del Quotidiano Nazionale e scrittrice che recentemente ha pubblicato per Aliberti editore “Resistere ad Equitalia”, dove spiega proprio come evitare di vedersi pignorare la casa, la macchina e anche il motorino perché, casomai, non si è fatto il ricorso nel tempo giusto. Differenti sono le casistiche per cui ci può trovare nel mirino di Equitalia, magari senza saperlo: un’ipoteca per un debito di un genitore defunto, o ipoteche su immobili o altri beni dei quali non si sapeva nulla. Persino infrazioni al codice stradale. Non solo. Ci si ingolfa, poi, quando si parla di cartelle esattoriali mai ricevute, ma che il sistema delle notifiche presunte dà per notificate: a trarre in inganno è  la cartolina gialla nella buchetta della lettera che viene lasciata dal postino a prescindere poi dall’effettiva conoscenza della comunicazione. Insomma, di tutto un po’.

Per far fronte alle cartelle “pazze”, come spesso vengono definite, Federconsumatori Rimini, da novembre ha istituito un servizio legale per tutti coloro che vogliono ricevere assistenza, informazioni e chiarimenti circa le cartelle esattoriali ricevute. E la gente, purtroppo, non manca. “Da quando abbiamo aperto, le telefonate per prendere un appuntamento non sono mancate”, raccontano dalla sede di Federconsumatori. “Abbiamo preso prenotazioni fino a fine gennaio, siamo praticamente già pieni”. Il servizio, svolto un pomeriggio a settimana, viene portato avanti dal volontario avvocato Marco Casadei. Diverse e infinite sono le problematiche con le quali il legale si trova a confrontarsi. “Ogni tributo, e di conseguenza ogni cartella, ha le sue regole”, spiega il legale, “e proprio per questo spesso il cittadino ha grandi difficoltà a rapportarsi con l’agente della riscossione, perché non riesce a capire cosa e perché deve pagare”. Il primo ostacolo da superare, quindi, è quello di capire cosa c’è scritto. Un esempio. “Abbiamo esaminato anche casi molto complessi, in cui Equitalia aveva intrapreso varie attività esecutive come pignoramenti e/o cautelari come ipoteche, fermi e il contribuente si trovava in grossa difficoltà a capire quale fosse il debito residuo, nonché le modalità per risanare la propria posizione”.

Da quando è stato aperto il nuovo sportello “si sono presentati contribuenti che lamentano problemi relativi a sanzioni amministrative, ovvero multe, Ici, Tarsu, Tia e bolli auto”.

Uno spazio a parte meritano i bolli auto: sono loro ad innervosire una grande maggioranza di contribuenti. “Spesso l’agente della riscossione notifica cartelle relative a bolli già prescritti. In questo caso può esser utile tentare la strada dell’autotutela, chiedendo alla Regione e ad Equitalia di annullare la cartella”. Attenzione, però. L’inghippo è dietro l’angolo. L’autotutela non sospende il termine per impugnare la cartella, che in questo caso è di 60 giorni dal ricevimento della notifica, “pertanto, se non arriva una tempestiva risposta, è opportuno fare ricorso entro tale termine”.