Dopo aver tanto letto e ascoltato di un miglioramento dell’occupazione tutti, credo, ci saremmo aspettati che qualche riflesso ci sarebbe stato anche in Romagna. Invece, purtroppo, non è stato così. Parchè nel 2017, rispetto al 2016, l’Istat certifica che gli occupati romagnoli sono scesi da 479 a 475 mila. Vuol dire che all’inizio del nuovo anno ci troviamo con 4 mila occupati in meno. Siccome in Emilia Romagna, anche se di poco, gli occupati sono invece aumentati (+ 6 mila), vuol dire che a migliorare i saldi ci pensa solo l’Emilia, principalmente con il suo manifatturiero.
Contrariamente a quanto questi dati farebbero intendere, i romagnoli in cerca di lavoro sono, al contrario, scesi da 45 mila del 2016 a 42 mila nel 2017. In compenso sono però aumentati gli inattivi, cioè le persone che hanno l’età per lavorare ma, un po’ sfiduciati, non si presentano nemmeno sul mercato del lavoro: in Romagna sono passati da 194 mila a 203 mila. Quasi 10 mila in più. Probabilmente hanno rinunciato a cercare perché convinti di non trovare niente. Comunque non un bel messaggio.
Soprattutto perché, come indica il grafico, escluso Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna devono ancora recuperare gli occupati persi dal 2010, quando la crisi fece sentire tutti i suoi effetti. I disoccupati sono invece cresciuti per tutti.
Ancora una volta la Romagna ha un comportamento diverso, in tema di occupazione, dell’Emilia. I governanti, a tutti i livelli, dovrebbero tenerne conto.