La questione casa e gli immigrati

Si converrà che avere un tetto sopra la testa non dovrebbe dipendere dalla nazionalità, ma dalla necessità.  Tanto più se la propria presenza è legale e si pagano regolarmente le tasse.  Il diritto ad avere un alloggio dignitoso non è minore se si è immigrati e si contribuisce, facendo impresa o prestando la proprio manodopera, allo sviluppo del territorio in cui si vive.  Senza dimenticare  che in provincia di Rimini non sono le abitazioni a mancare (ce ne sono 32 mila non occupate o parzialmente occupate), ma sono carenti gli alloggi ad un prezzo accessibile per chi non dispone di alti redditi (immigrati, ma anche tante giovani coppie).

In ogni caso la voce, che a volte con troppa  leggerezza si ascolta e si amplifica senza meditare troppo, del tipo che gli immigrati “rubano” la casa ai locali, oltre ad essere offensiva (al contrario spesso sono proprio i locali ad affittare agli immigrati abitazioni che nessun italiano  prenderebbe)  semplicemente non corrisponde a verità.

Nel 2014, per prendere l’ultimo anno, l’Acer di Rimini ha assegnato complessivamente, in tutta la provincia, 196 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), di cui solo 52, sono andati a famiglie immigrate di origine non comunitaria. Un anno prima, nel 2013, gli alloggi assegnati sono stati 116  e solo 17 sono andati agli immigrati.

Guardando ad un periodo più lungo, dal 2010 a maggio 2015, Alessandra Leardini, su Il Ponte del 28 giugno 2015,  scrive che in provincia di Rimini agli immigrati di origine non comunitaria,  sempre dati Acer, sono andati: 88 alloggi a canone sociale su 574; 83 alloggi a canone calmierato su 240; 66 alloggi per emergenza abitativa su un totale di 217.

La domanda è però ben superiore, tanto che dei 1.857 iscritti nelle graduatorie per un alloggio popolare solo del Comune di Rimini,  dato aggiornato al mese di marzo 2015, quelle presentate da famiglie immigrate sono  577, cioè il 31 per cento. Domande che, al pari degli italiani, sono cresciute negli ultimi anni, a testimonianza che in periodi di crisi le difficoltà sono comuni.