In una “Valleverde” di debiti

di Marzia Caserio

In una “Valleverde” di lacrime. Risale la china a mozzichi e bocconi la Valleverde. Quella che fino a qualche anno fa poteva essere considerata un simbolo della stabilità economica e uno dei fiori all’occhiello delle scarpe Made in Italy, pardon “made in Rimini”, oggi fatica a pareggiare i conti sotto i colpi della crisi degli ultimi anni e dei debiti accumulati nel tempo. Se da una parte il patron dell’azienda di Coriano, Armando Arcangeli, si trincera dietro un “tutto a posto” dall’altra i sindacati parlano di una situazione precaria, al limite del fallimento lo scorso novembre e ad oggi ancora instabile.

Per ora, però i lavoratori possono tirare un sospiro di sollievo: secondo i sindacati non c’è nulla da temere, il lavoro per ora è al sicuro. Al momento sono impiegati in azienda circa 200 dipendenti (con contratti a tempo determinato e indeterminato) che in larga parte stanno lavorando con orario pieno, mentre appena una decina sono in cassa integrazione.

“Il lavoro, poi, viene modulato anche a seconda del periodo, ovvero se siamo in attesa di definire la nuova produzione per la prossima stagione, il lavoro ovviamente è più incalzante”, spiega Roberta Ceroni, segretario generale della FILCEM CGIL (Federazione Italiana Lavoratori Chimici Energia Manifatture). Più volte, negli ultimi tempi, l’azienda aveva denunciato un esubero di lavoratori a livello operativo ma per ora i tagli sembrano scongiurati, nonostante i contributi dei lavoratori all’Inps vengano versati sempre più in ritardo, come le stesse adesioni al fondo integrativo pensionistico con arretrati di un anno nei versamenti. Non solo. La stessa agenzia interinale interessata nel reperire risorse umane è stata cambiata per un insoluto che non è mai stato saldato. La consuetudine di allungare i pagamenti all’inverosimile ha fatto sì che alcuni fornitori che producevano pezzi per l’azienda andassero via. Com’è successo per l’azienda di Giuseppe Inzerilli con sede a Riccione.

Il lento crollo, però, ha avuto le sue ripercussioni fino in Cina. Tre anni fa l’azienda ha ceduto in affitto, per colmare parte dei debiti, il marchio Valleverde al colosso cinese di calzature Aokang e nei mesi scorsi l’affitto si è trasformato in una vera e propria vendita del marchio. Sempre con la supervisione della casa madre di Coriano. Arcangeli, al tempo non aveva avuto problemi nel dire: “Lo stesso accordo potremmo stringerlo anche con altri imprenditori dell’India e del Sudamerica”. Detto fatto: questa volta non all’estero ma direttamente dall’Italia, precisamente dal nord. Nonostante la conferma non sia ancora ufficiale e si stia trattando, pare che il patron del calzaturificio sia disposto, seppur a malincuore, a cedere la sua quota di maggioranza (60%) ad una cordata d’imprenditori italiani tra cui il noto marchio Fly Flot.

Ultime notizie

Valleverde: accordo
sindacati-azienda. 60 lavoratori verso il licenziamento

Cisl e Cgil hanno comunicato di aver
sottoscritto un accordo con la nuova società Valleverde Srl, al fine di
garantire una continuità di lavoro al maggior numero possibile degli attuali
dipendenti della Valleverde Spa.

PROVINCIA
| 11 giugno 2011

L’accordo, sottoscritto insieme alle Rsu aziendali, è stato
approvato anche dall’assemblea dei lavoratori a grande maggioranza.

Resta la preoccupazione per i 60 lavoratori che rimarranno in cassa
integrazione e sono destinati al licenziamento: “una parte di loro potrà
essere traghettata alla pensione attraverso la mobilità ma un numero cospicuo
purtroppo risulterà disoccupato” scrivono Cgil e Cisl in una nota,
impegnandosi ad attivarsi con le istituzioni per creare percorsi di
reinserimento nel mondo del lavoro.