In 5 domande l’economia nei programmi dei candidati a Sindaco

NB: queste domande sono rimaste senza risposte da entrambi i candidati al ballottaggio.

Non ci sono dubbi che tra le tante attese che gli elettori ripongono nella scelta tra i due candidati a Sindaco per il Comune di Rimini, i programmi economici, vista la situazione di stallo dell’economia locale e i gravi problemi occupazionali, che colpiscono soprattutto giovani e donne, trovano un particolare interesse. Una  esposizione chiara e possibilmente non generica sui punti più gravi della crisi in corso sarà quindi apprezzata.  Per aiutare le risposte, che i candidati vorranno eventualmente dare, i problemi economici più importanti sono riassunti in forma di domanda. Chiaramente rispondere non è un obbligo, ma aiuterebbe molto gli elettori a scegliere.   

Questo stesso articolo è stato pubblicato sul Corriere di Rimini del 24 maggio 2011.

SULLA CRESCITA 

 Domanda 1: Nel periodo 2009-2010 il Pil (la ricchezza prodotta) della provincia di  Rimini è diminuito del 2,5% (Emilia Romagna – 2,4%). Le ultime previsioni per il 2011 indicano un ulteriore calo dello 0,9%. Si tornerà a crescere,  ma di un misero 0,3% solo nel periodo 2012-2013.

 Quali sono le vostre proposte per rilanciare la crescita ?

  COMPETITIVITA’ E INTERNAZIONALIZZAZIONE

 Domanda 2: Crescere vuol dire competere, in Italia ma soprattutto nei mercati esteri, europei e possibilmente in quelli emergenti, a cominciare dai paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) più dinamici (3/4 dell’export di Rimini va in Europa, di cui più della metà nei Paesi UE-27). 

Ma ci sono parecchi ritardi da recuperare:

  1. Export: a Rimini le esportazioni sul valore aggiunto sono, nel 2010, il 18% a fronte del 32% dell’Emilia Romagna e del 23% dell’Italia (nel periodo 2008-2009 le esportazioni di Rimini hanno registrato – 13%);
  2. L’export per impresa è di 36 mila euro a Rimini, di 85 mila in Emilia Romagna e di 55 mila in Italia;
  3. Solo il 39% dell’export è formato da prodotti specializzati di alta tecnologia, contro il 47% dell’Emilia Romagna.

 Come pensate di aiutare le nostre imprese da essere più competitive e internazionali ?

 IL LAVORO:  giovani e donne

 Domanda 3: Nel 2010 in provincia di Rimini sono andati persi 4 mila posti di lavoro (gli occupati sono scesi da 135 a 131 mila), i disoccupati sono saliti da 6 mila del 2007 a 11 mila del 2010, con un tasso di disoccupazione generale del 7,8% (Emilia R. 5,7%), e quello femminile dell’11% (ER 7%).  

Più pesante la situazione dei giovani: infatti il tasso di disoccupazione 2010 della fascia 15-24 anni è balzato, a Rimini, al 17% quello dei maschi e al 29% quello delle donne.

Se aggiungiamo:

a.  che a Rimini per i giovani laureati esiste, da prima della crisi, una mancanza strutturale di opportunità di impiego (per 1300 laureati circa l’anno la domanda non supera quasi mai le 400 unità);

b. che le previsioni non danno una ripresa dell’occupazione prima del 2014;

 è innegabile una emergenza occupazionale che riguarda tutti, ma in modo particolare i GIOVANI.

 Quali sono le vostre proposte per creare più opportunità di lavoro, per tutti, ma soprattutto per i giovani ?

 IL  TURISMO

 Domanda 4: Nell’ultimo quinquennio il turismo provinciale (cui il Capoluogo contribuisce per circa la metà), complessivamente inteso, si è stabilizzato intorno a 15 milioni di presenze, pur registrando un lieve aumento degli arrivi (che sono arrivati a 3 milioni nel 2010).   

Dopo la crisi (scoppiata nel settembre 2008) hanno tenuto bene il congressuale e il fieristico, dove la spesa per visitatore è visibilmente più elevata. Un contributo in questa direzione potrebbe venire anche dallo sviluppo del POLO DEL BENESSERE (parzialmente fermo con la Novarese).

Ma Rimini si scontra con una problema di offerta recettiva: sugli  oltre 2 mila alberghi (di cui mille nel Capoluogo) solo 3 sono a cinque stelle e appena  148 (il 7%) con  quattro stelle.  Si sta aprendo una forbice tra la qualità delle nuove strutture (Fiera, Palacongressi e futuro Polo del benessere), che possono competere a livello internazionale, e la qualità  delle strutture alberghiere, che ha una ricaduta anche sul profilo del lavoro offerto (laureati e figure altamente professionalizzate servono meno nelle categorie minori).   

 Quali sono le proposte per eliminare questo divario, che potrebbe “strozzare” o ridurre le potenzialità dei comparti turistici più dinamici e competitivi ?

 Domanda 5:  Rimini è la capitale “quantitativa” del turismo in Europa, ma non è mai stata, nonostante la presenza del Polo universitario, la capitale “della cultura” turistica (dove cioè si elaborano scenari, si studiano le tendenze, ecc.). Questo nonostante la mole di informazioni (se venissero raccolte) che i visitatori ci portano.  Un tempo si parlò di fare di questa città la Cernobbio del turismo, poi il tema è scomparso dalle cronache.

 Avete qualche idea per fare di Rimini la capitale della cultura e della conoscenza del turismo in Italia e nel mondo, che tanto potrebbe giovare anche alla sua immagine  ?