Imprese sul web

di Domenico Chiericozzi

Quanto Web 2.0 c’è nelle imprese locali? Senza nessuna pretesa e senza voler insegnare niente a nessuno, navigando nei rispettivi siti la realtà è apparsa un po’ desolante. Una premessa su che cosa s’intende per Web 2.0. La definizione più accreditata è la seguente: qualunque applicazione “online” che permette l’interazione tra il sito e l’utente. Per intenderci. Se vado sul sito di un Hotel e riesco solo a leggerne le caratteristiche principali, e nient’altro, parliamo di un sito di “vecchia” generazione. Se invece contiene, video, foto, con la possibilità di prenotare scegliendo una camera piuttosto che un’altra pagando on line con moneta elettronica, invece, siamo di fronte a un sito Web 2.0. La domanda. Il Web 2.0 serve alle imprese? E se sì a quali? Quelle piccole, quelle medio grandi? Di studi ne esistono a bizzeffe. E pare proprio che serva. Anche molto. Non abbiamo interpellato le imprese titolari dei siti. Perché non è un’inchiesta su loro. Sono solo degli esempi. Probabilmente questo viaggio virtuale continua. E siccome non esistono né una ricetta né alcun tipo di obbligo, ogni impresa fa la sua scelta. Decide in autonomia come esporsi con il mercato di riferimento. C’è di più. Chi naviga nel virtuale e nel reale sa perfettamente che le sorprese non mancano mai. Aziende con siti super strutturati nella realtà sono “scatole vuote”. Viceversa imprese con siti “inguardabili” sono realtà sostanziose, organizzate e virtuose. Fatte queste doverose premesse, puntualizziamo anche sul voto, più che altro un indicatore. Va da uno a dieci ed è una considerazione del tutto soggettiva rispetto al gusto e alle conoscenze di cui dispone l’autore di questo articolo.

www.fratellianelli.com

La ditta Anelli nasce nel 1960 ed è attiva nel settore dell’edilizia. Piacevole arrivare sul sito. Ordinato, chiaro, gli elementi grafici sono ben giocati e dalla home page le scelte possibili sono chiare, anche per i non addetti ai lavori. Fredda invece l’area download, dove è possibile scaricare listini che compaiono in lunghi elenchi poco fruibili. Nessuna politica social, la navigazione interna non è facile e alcune sezioni inducono a determinate attese che invece sono deluse come la sezione showroom dove, di fatto, le  foto descrivono alcuni dettagli  dei punti vendita senza comunicare le specificità di prodotti e servizi. Nessuna presenza dell’e-commerce che invece potrebbe avere un’importante ragion d’essere in questo settore. Voto: 5

www.valentini.com

E’ un importante Gruppo industriale nella filiera produttiva del mobile. Lo stile è quello dei siti internet di vecchia generazione, il classico “biglietto da visita” peraltro poco personalizzato. Autoreferenziale non si mette a disposizione, rimane sulla propria “posizione”. Lo dimostra anche la presenza nella home al centro della figura del suo “patron” Luigi Valentini, che in primo piano pone il conseguimento della Laurea honoris causa conferita dall’Università di Urbino. Uno stile antico. La sezione news in concreto non presidiata. Nessuna politica social e di commercio elettronico. Chiara e organizzata la sezione “prodotti” anche se l’accesso richiede un login con tanto di user e password che appare un po’ eccessivo. Ben costruita l’area dei rivenditori, anche se l’accesso nella parte alta a destra dello schermo è un po’ sacrificato. Dalla descrizione sembrano molto interessanti le scelte fatte in tema ambientale con l’installazione di pannelli, forse andrebbero maggiormente valorizzate. Anche la storia del Gruppo, un testo lungo che non invita alla lettura sembra un po’ “buttato lì”. Voto: 3

www.petroltecnica.it

Petroltecnica è attiva dal 1950 e opera nel settore Ambiente per la risoluzione di problematiche connesse al suolo e al sottosuolo. Nel caso di Petroltecnica valgono in qualche modo le considerazioni fatte per Valentini Spa. Con l’aggravante che compare sì la facoltà di navigare anche in lingua inglese ma non tutte le sezioni sono tradotte come, ad esempio, quella più strategica relativa ai contatti, dove compare un testo generico. Lodevole la presenza della sezione “press” per i giornalisti,  ma non è presidiata, ed è un peccato perché l’azienda, invece, comunica molto ed è attiva sia internamente sia verso l’esterno con varie iniziative molte delle quali nel settore della Responsabilità sociale d’impresa. Inoltre l’azienda è nota per la presenza di molti giovani laureati e profili professionali di alto livello, di cui non vi è traccia nel sito. Un “asset” di sicuro valore. Il download del PDF istituzionale, scaricato, è difficile da leggere. Non convince neanche l’abbinamento così forte con “Terra terapy”. Chi conosce Petroltecnica forse ne intuisce il senso ma contrasta un po’ con immagini e testi. Un sito sicuramente “vecchio” e da rifare. Voto 3.

www.teddygroup.com

Le attività che porteranno alla nascita del Gruppo Teddy iniziano nel 1961 con Vittorio Taddei. L’azienda lavora nel settore abbigliamento. Dal punto di vista del sito internet è sicuramente la numero uno. La home page è predisposta in lingua inglese con facoltà di navigare in italiano. Questa scelta dà subito all’utente informazioni di un certo tipo. Sapientemente c’è l’immagine del pianeta, con le zone colorate in cui è presente l’azienda. In pochi secondi l’utente realizza tantissimo. Buona l’impostazione. Invoglia a navigare e cercare i punti vendita. La sezione news è presidiata, con belle immagini e la possibilità di condividerle in ambito social anche se la politica non è strutturata, ma almeno è presente. Scarsa invece la visione di sé nel senso che nella sezione dedicata  alla presentazione dell’azienda le informazioni sono  suddivise per anno in maniera poco comunicativa, troppo scarna e didascalica. Voto 7 perché manca completamente la sezione commercio elettronico e la politica sociale decisamente debole visto il target giovanile di riferimento.

www.scmgroup.com

Il Gruppo Scm è attivo a livello industriale e internazione per la concezione, produzione e distribuzione di macchinari per la lavorazione di legno, vetro, plastica, marmo, metalli e altri.  Si potrebbe fare di più. Un po’ come per Teddy Group c’è una buona relazione tra ciò che l’azienda è e l’immagine che trasmette. Presenza della sezione blog, video di presentazione in una decina di lingue. Il settore è di sicuro “per addetti ai lavori” e forse, considerati i prodotti che tratta e il settore, decade un po’ il senso di avere una politica social e commercio elettronico. Diciamo un buon sito. Voto 8

www.famaindustrie.com

Fama Industrie opera dal 1953 nella progettazione e produzione di macchine per ristorazione, bar e per la casa. La struttura del sito è semplice, anche in questo caso non possiamo certo parlare di web 2.0. Nella sezione news, per esempio, è presente una sola notizia ed è del 2008. Idem per la sezione press, più fornita in ogni caso ferma allo stesso anno. Nella parte destra in alto la possibilità di selezionare le lingue straniere ma le traduzioni non ci sono e le schede prodotte in download sono sempre le stesse, in italiano, con una traduzione in lingua inglese. Il classico sito “biglietto da visita”. Voto 4

www.paricucine.com

Attiva da 40 anni nel settore Cucine, il sito di Pari Cucine è stile anni ’90. Tuttavia completo, anche in lingua inglese, con tutte le informazioni relative a prodotti e dettagli. Peccato che la sezione “novità” non racconti nulla di più rispetto alle altre sezioni. Nessuna possibilità di condividere tramite social network o commercio elettronico. Sarebbe l’ambito giusto. Come valutano i consumatori una cucina offerta da questo produttore? Voto 5

www.vulcangas.com

Vulcangas opera da 40 anni nel settore della distribuzione di Gpl a uso domestico e autotrazione. Il sito di Vulcangas ha una combinazione convincente. Graficamente richiama l’impostazione dei primi anni 2000 ma nella navigazione permette all’utente di interagire e invita comunque a compiere delle scelte. Nella home c’è anche un video di buona qualità di sei minuti. Il menù principale posto in senso orizzontale è chiaro e completo. Voto 7