Hera: qualche rifiuto di troppo

Lettera aperta  all’ing. Roberto Barili                                                                                                                                       Direttore Generale Operations (operazioni)                                                                                                                               Hera Spa

Gentile ingegnere,

Il giorno 5 gennaio 2017 Lei invia una lettera a mio padre, novantunenne, in cui si legge che “a seguito di verifiche effettuate mediante incrocio dei dati forniti dall’Agenzia del Territorio, con particolare riferimento alla superficie catastale, oltre che in base alla documentazione in nostro possesso….Poiché nella nostra banca dati non risulta una sua dichiarazione-denuncia ai fini dell’applicazione della tariffa del servizio di Igiene Ambientale, per i locali siti nel Comune di Rimini, i cui dati catastali e metrici sono indicati nel prospetto allegato, si trasmette l’importo dovuto per la Tariffa rifiuti nei periodi (2011 e 2012) in cui essa era applicabile e non prescritta…”.  Importo da pagare, senza sanzioni, di 598 euro entro 60 giorni, superato il quale  diventerebbero 906 euro.

Non conosco come Hera costruisca le sue banche dati, ma visti gli esiti e la fila presso l’Ufficio aggiornamento TIA del Comune di Rimini, dopo una prenotazione fatta 20 giorni prima, che ha richiesto dover stare più di un quarto d’ora la telefono, consiglierei di aggiornarle con maggiore cura e considerazione per i clienti/contribuenti.

Perché nel caso specifico, e da quello che ho ascoltato durante l’attesa non sembrava l’unico,  non era difficile verificare che l’importo rivendicato per l’immobile in questione era stato regolarmente pagato dal sottoscritto (figlio) fin dal lontano 1993, come risultava  dalla denuncia fatta al Settore Tributi del Comune di Rimini e dalle relative bollette.  Pagamenti che sono continuati fino al versamento per la TARI 2016.

E’ possibile che un grande Gruppo come Hera incroci i sui dati con il Catasto ma non con quelli del Comune, per cui gestisce il servizio, che  richiede e incassa la Tariffa ?   Perché se lo avesse fatto sarebbe stato facile scoprire che l’immobile in oggetto, con tanto di indirizzo e mq,  compare proprio nel foglio inviato a domicilio dalla Direzione Risorse Finanziarie del Comune di Rimini.

L’errore era così patente che mostrata  la documentazione (la denuncia e le bollette pagate)  all’Ufficio preposto, la pratica, cioè la rivendicazione di una Tariffa rifiuti non pagata secondo Hera, è stata prontamente annullata.   L’operazione è stata semplice e almeno  di questo va dato atto.

Però adesso mi chiedo e Le chiedo: quanti anziani, magari soli e senza un familiare che li aiuti, che faccia le telefonate, vada a cercare le bollette, ecc., ricevendo una lettera simile (raccomandata con ricevuta di ritorno) verranno presi dal panico (perché a volte gli importi richiesti superano la pensione) e magari non ricordando dove hanno messo le ricevute torneranno a pagare di nuovo, pensando ad una svista o dimenticanza ?

Comprendo la necessità di snidare l’evasione, ma questo  lavoro deve essere fatto migliorando l’organizzazione e la gestione della vostra banca dati e in nessun caso  può essere messo a carico dei clienti, che dopo aver pagato devono pure difendersi da indebite richieste di versare una seconda volta per gli stessi rifiuti.  Non è questa la modalità  corretta richiesta per la  gestione di un servizio  pubblico. Tanto più da parte di un Gruppo che usa  mostrare la bandiera della  Responsabilità sociale.

Ultimo, forse perché non ci siano dubbi sul “rigore” degli incroci dei dati, questa volta con le utenze Enel,  e sempre nell’ambito del controllo “dei soggetti tenuti al pagamento del prelievo sui rifiuti”,  Hera mi ha inviato, per lo stesso indirizzo, un questionario da compilare e ritornare, in cui si chiedono informazioni su un  presunto, e inesistente,  altro immobile. Peccato che l’utenza Enel presa a riferimento sia associata ad un impianto fotovoltaico, che produce energia pulita e non rifiuti.  Pratica annullata anche questa, per evidenti carenze di presupposti.

Arrivati a questo punto, se due verifiche sono risultate palesemente infondate, la domanda che sorge spontanea è semplice: Hera, prima di inviare lettere raccomandate a raffica, che tra l’altro costano, e impegnare il tempo dei clienti,  non potrebbe migliorare la sua banca dati ed eseguire eventuali  verifiche in modo più mirato e in forme meno invasive ?   Restando a disposizione per ogni chiarimento o replica.                                                         Cordialmente                                                                                                                                                                                   Primo Silvestri

 

Precisazioni Hera sui controlli TIA 

In merito agli accertamenti sulla Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) in corso nel riminese, Hera desidera fare alcune precisazioni.

Innanzi tutto a Rimini Hera ha affidato le attività di accertamento della TIA alla medesima società incaricata dal Comune degli accertamenti relativi al tributo comunale TARES e TARI. Questo perché l’evasione del tributo rifiuti, di cui è titolare il Comune, può verosimilmente avere avuto origine in regime di tariffa rifiuti e perché si è ritenuto coerente con i principi di imparzialità ed uguaglianza di trattamento dei contribuenti recuperare l’evasione/elusione anche per le annualità non ancora prescritte in cui era in vigore la TIA.

Le attività di verifica su Rimini si svolgono sulla base delle sole risultanze dei dati catastali in quanto Hera non gestisce la riscossione TARI,  che è stata internalizzata dal Comune fin dal 2014.

Proprio per avere dati il più possibile esaustivi e completi e per non far perdere tempo prezioso ai clienti, Hera ha inviato a dicembre 2016 ai proprietari degli immobili, un questionario per la raccolta di informazioni utili ad individuare il soggetto che utilizza e/o ha utilizzato effettivamente l’immobile e che quindi è tenuto al pagamento della TIA.

Nel caso specifico della famiglia Silvestri, le informazioni raccolte a seguito dell’invio del questionario al padre del cliente hanno consentito di rilevare che la TIA per il subalterno di una unità immobiliare a lui intestata era stata regolarmente pagata e pertanto l’accertamento è stato archiviato.

Nella stessa occasione, il figlio ha fornito anche chiarimenti relativamente al questionario ricevuto per una società in accomandita semplice, per la quale risultava attiva un’utenza domestica residente, con una classificazione non conforme al Regolamento della tariffa e della tassa, in quanto in caso di esercizio di attività professionale o economica presso l’abitazione si dovrebbero attivare due contratti per le rispettive superfici domestica e non domestica o un’utenza non domestica.

Per quanto riguarda infine una ulteriore utenza elettrica intestata alla stessa ditta, risultata relativa ad un pannello fotovoltaico, l’ufficio ha ritirato il questionario riservandosi ulteriori accertamenti sul tema, che condividerà con il signor Silvestri previo contatto telefonico.

Ufficio Stampa