Gussing: buona pratica di sviluppo locale

Bisogna avere visione del futuro, che è una questione culturale non tecnica,  ed essere disponibili anche a qualche ilarità per aprire nuove strade, che poi, se andrà bene,  verranno immancabilmente lodate da tutti.  E’ quello che è capitato all’ex  sindaco Herr Krammer della piccola città austriaca di Güssing, poco più di quattro mila abitanti, nella regione meridionale di Burgenland (con i suoi trecento mila abitanti scarsi la più povera dell’Austria),  situata  ai confini con l’Ungheria, che sul finire degli anni ottanta del secolo scorso, vedendo che le cose andavano male e tanti giovani abbandonavano la cittadina per trasferirsi altrove in cerca di lavoro, decise di reagire e cominciò a pensare come valorizzare risorse che fino a quel momento non sembravano tali.

Questa esperienza ha fatto da sfondo ad un seminario, molto partecipato, che si è tenuto nella primavera 2015 a San Leo (Rimini), teso proprio a suggerire possibili soluzioni per i non pochi piccoli comuni dell’entroterra, Valmarecchia compresa, a rischio spopolamento, che vuol dire anche abbandono e cessione della manutenzione del territorio, per mancanza di opportunità, economiche e lavorative.

Ma torniamo al caso del comune austriaco. Il sindaco dell’epoca si rese conto che non solo le persone emigravano, o erano costrette ad un perenne pendolarismo per trovare lavoro, ma che i residenti del Distretto omonimo trasferivano fuori regione, per acquistare energia, la bellezza di 35 milioni di euro l’anno.  Sembrava un paradosso, che una zona così povera  finanziasse  pochi produttori di energia esterni, drenando risorse, quando tanto legname  andava sprecato  e molti appezzamenti agricoli finivano abbandonati, perché troppo piccoli  per viverci.

Con l’aiuto di  Rheinard Koch, un ingegnere quarantenne che da giovane giocava a basket nella nazionale austriaca, maturò così l’idea, poi fatta proprio dal Consiglio comunale, di trasformare  Güssing in un luogo specializzato nella produzione di energia rinnovabile da biomasse,  ricavate dal legno (metà della regione è area boschiva), dal mais, dai grassi vegetali, dai rifiuti e perfino dell’erba dei campi.  Emerse che l’arretratezza non era tanto dovuta alla mancanza di risorse, ma al loro non utilizzo.

La proposta era così innovativa e di rottura che fu accolta dai residenti, soprattutto i più anziani, con un certa dose di scetticismo e ci vollero un paio di anni, con un lavoro certosino di spiegazione e convincimento  fatto casa per casa, prima di partire col primo impianto di teleriscaldamento.

Scetticismo alimentato anche dall’opposizione dei grandi produttori di elettricità che certo non remavano a favore. Si trattava di molti soldi e di un esempio contagioso, perché “se ogni comunità, ha dichiarato Koch, facesse come noi, il loro potere verrebbe meno”.

Insistendo, piano-piano i residenti si sono convinti, ed oggi possono usufruire  di energia ad un prezzo del 30 – 40%  più basso del resto del Paese.

Con finanziamenti governativi, dell’Europa, ma anche di risparmiatori privati, in tutta la regione attualmente sono attivi  37 impianti dimostrativi di produzione di energia rinnovabile, tutti alimentati con le bio masse.  I piccoli appezzamenti di terreno sono stati riuniti sotto una unica gestione, così da consentire produzioni agricole altrimenti impossibili.

Con questi impianti, Güssing , che nel frattempo ha dato vita ad un’associazione di Comuni responsabili,  non solo è diventato quasi autosufficienti da un punto di vista energetico, ma addirittura  esporta energia  verso altre zone del paese. Così  una fonte di drenaggio di risorse economiche  si è trasformata in  produzione di valore a vantaggio di tutti.  Esporta energia ma anche macchine e tecnologia per la produzione di energia alternativa, dopo essere state sperimentate nei suoi impianti.

Il perseguimento di questa specializzazione ha consentito la nascita, sempre a Güssing  del Centro Europeo per l’Energia Rinnovabile, diretto da Koch, dove lavorano una trentina di ricercatori di tutto il mondo e dove vengono organizzati anche corsi di formazione sul tema.  In questo Centro stanno adesso lavorando, con la collaborazione di case automobilistiche e della stessa compagnia aerea Lufthansa, alla sperimentazione di bio-carburanti che saranno pronti tra quattro-cinque anni.

Ricerca avanzata e impianti hanno creato il terreno favorevole alla nascita di una filiera dell’energia, con una cinquantina di aziende, tra cui la Blue Chip Energy GmbH specializzata nella produzione dei moduli fotovoltaici  che da sola conta 111 dipendenti,  che hanno creato oltre mille posti di lavoro.

Molte persone che se ne erano andate sono tornate a vivere nel paese. “Abbiamo scalato la classifica della povertà e siamo diventati i primi produttori al mondo di gas naturale” ha dichiarato Koch . Era una città morta, che adesso cerca personale.

Una storia, questa di  Güssing,  così di successo che non solo riceve inviti da tutto il mondo, ma addirittura è  diventata meta di “turismo energetico”.  Solo nel’ultimo anno i visitatori,  cioè le persone curiose di vedere cosa e come hanno fatto, sono stati circa 30 mila.  Per loro è stato costruito un hotel, con servizi di trasporto e guida annessi.  Tour energetici, come vengono definiti,  che hanno visto l’adesione, nell’ottobre del 2010, anche di una delegazione della Provincia di Forlì-Cesena e della Regione Emilia Romagna.  A Güssing c’è un castello, ma da qualche tempo fa bella mostra anche una “goccia verde” che è il simbolo delle energie rinnovabili.