Giovani con la valigia

di Genny Bronzetti

La crisi non si arrende e la disoccupazione resta un problema. A Rimini, purtroppo, sono a “spasso” numerosi giovani di ambo i sessi, che hanno perso il lavoro o che faticano a trovarne uno. Sono giovani in possesso di vari titoli di studio, dalla licenza di scuola media, al diploma fino alla laurea. Tutti aspirano ad un posto di lavoro, che è sempre più difficile trovare. Presentano il curriculum a parecchie aziende o enti, ma senza alcun esito. Sono scoraggiati, delusi per aver impegnato tempo ed energia nello studio, arrabbiati verso la classe politica, le istituzioni, insomma una società che non li aiuta. “A luglio 2009 mi sono laureata in Lettere e Filosofia. Ho presentato tante domande a cui attendo con ansia le relative risposte, ma è trascorso quasi un anno e non ho ancora ricevuto nulla. Intanto distribuisco volantini pubblicitari”. A parlare è Giulia Campana, una giovane ragazza di Rimini, la cui brevissima esperienza è la fotografia di quella di molti ragazzi del territorio.
Ancora peggiore è la situazione di chi un lavoro l’aveva, ma a causa della crisi, l’ha perso. Andrea è ancora molto giovane, ha 24 anni e per due anni e mezzo ha fatto l’operaio per la SCM Group, finché non è stato inglobato nella crisi che ha coinvolto l’azienda. “Mi sono diplomato come perito elettronico e ho subito trovato lavoro presso la SCM. Prima ho fatto l’apprendistato, poi mi hanno assunto come lavoratore dipendente. Mi stava per scadere l’ultimo contratto prima di dover essere assunto a tempo indeterminato”. Un corso ordinario, che avrebbe dovuto concludersi con il posto fisso. Invece “proprio ad un passo dall’assunzione, il contratto non mi è stato più rinnovato. Nel frattempo avevo anche comprato la macchina”. E ora? “Non ho ancora un lavoro. Ho mandato tantissimi curriculum, ma non ho trovato nulla. Quindi quest’estate penso di partire, andrò a fare la stagione a Manchester, perché tanto qui non si ottiene niente. E almeno imparo anche l’inglese”.
Chi vive oggi la condizione di Andrea, si trova ad affrontare molti problemi: oltre a quelli economici, anche la mancanza di riferimenti certi e di prospettive concrete per il futuro. Si ha l’impressione di essere impotenti di fronte alle crisi e alle derive attuali. “Sono amareggiato e disilluso – conclude Andrea -. Credevo di essermi sistemato e invece”.
In tempi di crisi, anche il titolo di studio conta poco. Licia Tinella è una giovane laureata, e anche lei si trova quotidianamente a lottare con il mondo del lavoro. Licia ha da poco superato i trent¹anni, ha una Laurea in Costume e Moda conseguita a Rimini, ed è piena di estro e di talento. “Subito dopo che mi sono laureata, non ho trovato nulla a Rimini che mi permettesse di lavorare nell’ambito della moda, perciò mi sono dovuta trasferire fino in Sardegna, dove facevo la costumista in un villaggio vacanze”, ci racconta. Ma la stagione finisce, e quindi Licia deve tornare.
Viste le poche possibilità che le si prospettano in riviera, decide di fermarsi a Bologna: “una città più grande, che credevo potesse offrirmi maggiori occasioni per realizzarmi nel mio ambito”. Invece, a parte qualche lavoro come commessa (e sempre precario), nemmeno Bologna offre granché. Licia non si perde d’animo, anzi ne approfitta per fare un corso di fashion designer all’Accademia Europea, che la specializza ancora di più. Nell’estate 2008 Licia torna a Rimini per fare la stagione, dopodiché inizia l’odissea per trovare un lavoro stabile. Non è una ragazza ambiziosa: vive da sola, deve mantenersi e malgrado il suo talento fa di tutto, dall¹aiuto in una piadineria alla commessa in vari negozi finché, finalmente, trova un’occupazione non fissa, ma che sembra avere qualche possibilità per il futuro, in una nota catena di grandi magazzini. Licia si trova bene, è una gran lavoratrice e il lavoro le permette anche di occuparsi dell’immagine dell’esercizio, cosa che si avvicina molto alla sua predisposizione. Va tutto bene fino a quando, a metà 2009, nel pieno della crisi, il suo contratto finisce, e senza nessun preavviso, anche la sua carriera. Dal momento che è estate, Rimini offre diversi lavori stagionali e Licia riesce a cavarsela, ma anche una persona ottimista e solare come lei è messa a dura prova da una condizione lavorativa che non sembra offrire nulla. “E’ stato un periodo tremendo, anche sotto il profilo psicologico. Mi avevano già rinnovato il contratto una volta, credevo non ci sarebbero stati problemi. Invece, senza preavviso, sono rimasta senza lavoro, con l’affitto e le spese da pagare. Se non avessi trovato un’occupazione stagionale, sarei dovuta tornare dai miei”.
Ora Licia sta per partire, nuovamente, questa volta per Milano, la città della moda, sperando di trovare qualcosa di più adatto alla sua vocazione. Anche lei, come Andrea, decide di “scappare” dalla sua città, una città che l’ha delusa profondamente. Ragazzi con la valigia in mano. La crisi invece sembra essersi stabilizzata, e non ne vuole sapere di ripartire.

PS: se avete voglia raccontate, su questo blog,  la vostra storia o esperienza. Saranno utili per trasformare casi singoli in problema collettivo.